Basket A2, a Ravenna certi Amoni non finiscono: "Su WhatsApp ci sentiamo tutti i giorni"

Romagna | 09 Maggio 2020 Sport
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Stefano Pece
Francesco Amoni è stato eletto «leggenda» del Basket Ravenna alla fine del contest ideato dalla Lnp per tenere vivo l’interesse intorno a questo sport durante la fase di inattività. Quasi 17 mila voti sono piovuti sui canali social della società nei 26 giorni di torneo e Amoni, nei quattro turni in cui è stato in gara, ne ha raccolti da solo quasi 4 mila. Quattro stagioni in giallorosso, dal 2011 al 2015, durante le quali «Ciccio» ha collezionato una promozione dalla serie B, una coppa Italia di B e i playoff raggiunti quasi tutti gli anni, sviluppando con la città un legame speciale: «Arrivai in questa società - racconta - con una grandissima voglia di rivalsa. Venivo dalla serie A2, da Scafati, e scesi in B con l’intenzione di essere protagonista di qualcosa. Avevo voglia di mettermi alla prova e dimostrare il mio valore e capii subito che a Ravenna si poteva creare tutto questo: per me è stata una rivincita nei confronti dello sport».

IL DEBUTTO
E a Ravenna sono arrivati i successi. Il primo anno, sotto la guida di Cece Ciocca, la squadra raggiunse la semifinale playoff eliminando Rimini ai quarti grazie a un buzzer beater dello stesso Amoni in gara 3: «Quello è tra i ricordi più speciali che ho - prosegue Amoni -. Fu una stagione difficile perché partimmo senza particolari aspettative, ma secondo me eravamo un gruppo in grado di competere con Ferrara. Difatti la squadra è venuta fuori alla distanza, nel girone di ritorno, compattandosi e tirando fuori tutto quello che aveva. Perdemmo in gara 3 a Corno di Rosazzo, ma ricordo un palazzetto pieno di sostenitori giallorossi. Corno di Rosazzo è lontanissima, ma da Ravenna vennero due pullman di tifosi che ci dimostrarono quanto tenevano alla squadra».

LA CONSACRAZIONE
L’anno dopo ci fu la consacrazione. Lupo Giordani prese il posto di Ciocca in panchina e con Rivali, Bedetti, Broglia e Amoni fu una cavalcata vincente: «Partimmo fortissimo - commenta Ciccio -. Venti vittorie in serie e la Coppa Italia. Poi stavamo per buttare tutto in finale, quando perdemmo gara 1 in casa con Firenze, tuttavia in gara 2 ci comportammo da squadra vera e al Pala Costa ci fu la consacrazione. Ma ebbi conferma che eravamo un gruppo forte quando, alla sesta di campionato, andammo a vincere a Montecatini contro German Scarone e compagni. Lì capii che si poteva fare qualcosa di grande».

DNA SILVER
Nell’anno 2013-14 Ravenna fece quindi il suo debutto in quella che allora si chiamava Dna Silver, categoria pioniera della serie A2 odierna: «Fu molto emozionante, soprattutto all’inizio. Durante la preparazione estiva c’era sempre molta gente a vederci per la curiosità di conoscere Adam Sollazzo, il primo americano della storia giallorossa. Ricordo soprattutto gli sguardi dei bambini, emozionati nel vedere un americano».
La stagione culminò coi playoff, dove Ravenna fu eliminata subito da Ferrara: «Di quell’anno ricordo la sfida con Matera - racconta Amoni - che era l’antagonista di Ravenna anche come capitale della cultura, oltre a tante belle vittorie che gettarono ottime basi per l’anno successivo».

L’ULTIMO ANNO
La stagione 2014-15 fu anche la prima di Antimo Martino sulla panchina di Ravenna, un altro che ha lasciato qualcosa nella memoria dei tifosi: «Quell’anno battemmo Treviso e girammo tra le prime quattro alla fine del girone di andata - il ricordo di Amoni -. Ci qualificammo quindi per la Coppa Italia di Rimini dove perdemmo con Torino. Il ricordo più bello fu il complimento di Bechi dopo la partita: allenava Torino e mi confessò che Ravenna gli era piaciuta moltissimo come squadra». Quello fu anche l’ultimo anno di Amoni a Ravenna. L’anno dopo la società cambiò quasi tutto il roster e Amoni fu uno dei partenti: «Se devo proprio trovare un brutto ricordo - racconta - è proprio quando mi dissero che non rientravo più nei piani. Quando Bottaro mi chiamò per dirmelo non me lo aspettavo e avrei anche accettato una riduzione dell’ingaggio pur di restare, perché volevo chiudere la carriera a Ravenna, ma purtroppo non andò così. Comunque passai a Imola e quell’anno la squadra fece la migliore stagione degli ultimi anni». Insomma, Amoni merita di essere il portabandiera nella memoria storica del Basket Ravenna. Intorno a lui si sono avvicendati tanti compagni ma quella che è sempre stata la forza della squadra è stata la capacità di fare gruppo: «Lo dimostra il fatto che abbiamo una chat della quale fanno parte tutti gli ex giocatori - svela Ciccio -. C’è Foiera, Rivali, Bedetti, Broglia, Cernivani, Penserini e tanti altri. E non si tratta di una cosa di facciata perché ci sentiamo quotidianamente, abbiamo mantenuto i contatti perché siamo ancora molto uniti: questo dimostra che eravamo un bel gruppo e spiega i risultati di quegli anni».

IL FUTURO
Ma adesso quale sarà il futuro del basket? «Io vedo due filoni differenti nel senso che penso che chi potrà permettersi di sostenere i costi per la tutela della salute, potrà continuare l’attività partendo anche relativamente presto, tra agosto e settembre. Chi non ci riuscirà, farà fatica a ripartire. In altre parole - conclude Amoni - vedo una netta spaccatura tra i mezzi a disposizione delle società di serie A1 e A2 e quelli di tutto il resto delle categorie nazionali. Dalla serie B in giù i tempi potrebbero slittare in avanti».
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