«Transmissions» tra Ravenna, New York, l’oriente e RadioRai
Se qualcuno ancora dubitasse del rilievo nazionale e internazionale di Transmissions, il festival delle musiche estreme e d’avanguardia di Bronson Produzioni, quest’anno faticherà davvero a non ricredersi. La kermesse musicale organizzata da Chris Angiolini, titolare del locale di Madonna dell’Albero, quest’anno è ospitata interamente all’Almagià (per la parte concertistica, ma ci sono eventi «off» al Mar e in Darsena) ma soprattutto lega Ravenna a New York, a un «oriente» sempre meno lontano e più inquietante e all’intero Belpaese, visto che una troupe dello storico programma Rai Battiti sarà in città per l’intera tre-giorni (partita giovedì 22) e una corposa selezione dei live sarà trasmessa dalla radio nazionale. Per quest’edizione si torna alla formula dei curatori internazionali, che sono due e si tratta di Martin Bisi (leggendario produttore e musicista rumorista di New York, che ha lavorato con grandi nomi che vanno da Herbie Hancock ai Sonic Youth e per Bronson Produzioni ha appena pubblicato un album) e Radwan Ghazi Moumneh, canadese di estrazione libanese con l’orecchio attentissimo alle più perturbanti sonorità orientali. Detto che in totale a Transmissions suoneranno 17 musicisti da 11 Paesi (una vocazione internazionalista che da qualche anno si ritrova anche in Beaches Brew, l’affollatissimo festival estivo all’Hana-bi di Marina di Ravenna), venerdì 22 all’Almagià, a partire dalle 18, suoneranno la cantautrice ravennate R.Y.F, il frastornante BC35 Collective guidato da Martin Bisi, gli americani Tidal Channel, lo sperimentatore etno-elettronico Sote, i francesi Oiseaux Tempête e i leggendari Live Skull, formazione newyorkese che concorso a plasmare il suono del rock underground degli anni ’80, riformata a decenni dallo sciolgimento e con un nuovo album proprio su Bronson Recordings. Sabato 23 si esibiranno invece i libanesi Two or the Dragon, l’elettronica Alexei Perry Cox, l’alfiera della «Cairo New Wave» Nadah El Shazly, il compositore egiziano Maurice Louca, il duo Xylouris White (con George Xylouris al lauto greco e Jim White dei Dirty Three alla batteria) e infine la producer colombiana-berlinese Lucrecia Dalt.