Federico Savini - «Dobbiamo recuperare quel coraggio che portò alla Resistenza, quella molla che portò persone normale a compiere atti eroici per riavere la libertà. E oggi lo possiamo fare solo attraverso le emozioni e l’umanità». E’ per questo che evita la militanza sbandierata, richiamandosi ai «Partigiani d’umanità», la XVI edizione di «Nel Senio della memoria», manifestazione lanciata da Primola Cotignola e che da tempo riunisce in un unico abbraccio, sul rivale del Senio ogni 25 Aprile, le comunità dei paesi che più a lungo hanno i conti con le ferite e le cicatrici della Seconda Guerra Mondiale. L’ideatore dell’intera iniziativa, Mario Baldini, è la persona più indicata a fare il punto non soltanto sull’evento di quest’anno ma anche sul delicatissimo tema del significato che la festa della Liberazione assume in un mondo lontano e assai mutato rispetto al Dopoguerra e che consolidato il rituale del 25 Aprile, messo alla prova da un presente difficile, in cui lo smarrimento di valori e identità si allarga a macchia d’olio di giorno in giorno». «Come negli ultimi anni abbiamo puntato a un evento che tenga insieme l’ambiente, il territorio e l’arte, coinvolgendo in particolare attori e cantanti».
Che storie gli avete affidato?
«Agli attori, suggeritici da una realtà importante di Bagnacavallo come la Bottega dello Sguardo, abbiamo proposto letture tratte dai diari di chi c’era. Ad esempio il diario di Afra Bandoli, che durante la guerra era bambina e conobbe suo padre solamente a 6 anni, perché lui era prigioniero in India. Poi abbiamo ripescato un libro, di Rossetta, dedicato al barista del Cafè d'Cai, un ritrovo antifascista dell’epoca. Agli stessi attori abbiamo affidato le interviste di un progetto video, montato da Samuele Staffa, a cui lavoriamo per tutto l’anno, contattando gli ottantenni che erano bambini allora nella terra di nessuno, quel territorio fra Rossetta e Borgo Pignatta che fu un continuo campo di battaglia, il più martoriato in assoluto di questa zona».
Anche per un fatto anagrafico avete cercato i bambini di allora.
«Sì, ma non solo per un fatto anagrafico. La guerra restituita dagli occhi di un bambino oggi può essere di maggiore impatto su chi non c’era. Lo stravolgimento della quotidianità colpisce più dell’antifascismo militante».
E le canzoni?
«Ne abbiamo commissionate quattro nuove anche quest’anno e nel 2020 puntiamo ad arrivare a 12, per realizzare poi un cd. A Borgo Pignatta canteranno Mara Luzietti, ispirata dal racconto di Clemer, e Giacomo Scudellari, che racconterà in musica l’umile eroismo di Mario Giacomoni, che a 20 anni, nel dicembre del ‘44 salvò Bagnacavallo dalle bombe perché attraversò il Lamone, raggiungendo gli Alleati a Russi e informandoli del fatto che non c’era bisogno di bombardare la città. Giacomoni è poi diventato sindaco, a Bagnacavallo, un bracciante diventato intellettuale che è un po’ il simbolo di quello che vogliamo raccontare quest’anno. A Fusignano invece, nel primo pomeriggio canteranno Riccardo Lolli, ispirato dalla vicenda fusignanese di due amanti inseguiti dai tedeschi che poi si accanirono su un famiglia, e Francesca Amati dei Comaneci, con una canzone dedicata a Rosalia Fantoni, che da bambina vide il padre impiccato da fascisti. Anche qui abbiamo a che fare con poetiche narrative, più che militanti».
Di persone che, evidentemente, la guerra non l’hanno conosciuta.
«La cosa importante è raccontare le storie di coraggio di allora con la sensibilità di oggi, facendo capire quali sono i pericoli di oggi con il linguaggio dell’attualità».
Ora che non c’è quasi più memoria vivente della Resistenza è più difficile raccontarla. La vostra manifestazione è comunque segnata dall’incontro fra le generazione. Come ci si riesce?
«E’ una sfida difficile, perché da quel che vedo la Resistenza è sentita come una cosa remota dai ragazzi di oggi. Se poi alla distanza temporale aggiungiamo lo spirito di questi tempi difficili, le paure diffuse, la disgregazione sociale e tutto il resto, beh, si capisce come il richiamo al coraggio dei partigiani sia la cosa giusta da fare, o almeno così ci pare. Quel coraggio va ritrovato, reinventato».
Come racconti la Resistenza ai più giovani?
«Non ho una ricetta, però che credo fare l’elenco dei morti e delle atrocità non serva, a scuola queste cose vengono già insegnate e non è colpa delle maestre se i ragazzi magari le imparano ma continuano a sentirle lontane. Noi siamo felici, con questa camminata sul Senio, di riunire una comunità che fa capo a diversi comuni, con un simbolo com’è quest’anno Mario Giacomoni, ma per i ragazzi il senso di appartenenza a un territorio è un concetto astratto. Sono stato alle scuole medie e li ho pungolati sull’“orgoglio cotignolese”. I ragazzi conoscevano la vicenda “dei giusti” che tanto inorgoglisce la nostra storia cittadina, l’avevano studiata a scuola ma non riuscivano a sentirla come qualcosa di “loro”, qualcosa da rivendicare. In un territorio si snoda sempre una trama che lascia tracce di appartenenza ma i ragazzi spesso faticano a vederle, queste tracce. Sicuramente nelle famiglie dove ancora si parla molto, si raccontano storie, c’è una sensibilità più sviluppata in questo senso. Quello che noi cerchiamo di fare è contestualizzare la storia all’interno del paesaggio che le fece da teatro, coinvolgiamo artisti e testimoni, cerchiamo di estrarre le emozioni che la terra ha conservato, quelle che sanno colpire i sensi e si collegano ai problemi dell’attualità. E sottolineiamo quello che noi, come comunità, possiamo fare adesso».
La Camminata sul fiume del 25 aprile
Partenza da Cotignola
Ore 9. Cotignola, piazzetta Gino Zoli: «Ciuingam: saranno tornate le rondini?» con Denis Campitelli, Annalisa Salis e Carlo Sella sul diario di Afra Bandoli.
Ore 10.30. Lugo, cippo Martiri del Senio: musiche della Resistenza con Daniele Di Bonaventura.
Ore 9-14. San Potito, centro civico: percorso espositivo «L’oblio della memoria: lo sterminio dei dimenticati».
Partenza da Alfonsine
Ore 9. Alfonsine piazza Vincenzo Monti: Anche la mia voce per la Resistenza, a cura di InconTraDonne.
Ore 11.45. Fusignano, via Rossetta dove gli Alleati attraversarono il Senio: deposizione delle corone.
Incontro a Borgo Pignatta
Ore 12.15.Borgo Pignatta, cippo delle 28 vittime del 23/12/1944, canzoni di Mara Luzietti (A cuore freddo) e Giacomo Scudellari (La casa di carta).
Masiera, a seguire: pranzo conviviale (8-16 euro; info 333/8183570 Elisa / 389/0003321 Anpi Bagnacavallo). Bancarelle solidali e concerto dei Briacabanda.
Ore 15.15. Fusignano, via Rossetta dove gli Alleati attraversarono il Senio: canzoni di Francesca Amati (Un giovedì) e Riccardo Lolli (Per sempre amanti). Lungo l’argine verso Rossetta foto e cassette della memoria di Lino Beini.
Ore 17. Rossetta, giardino del vecchio asilo. Cafè d’Cai, racconti nel bar-covo di antifascisti, con Denis Campitelli e Annalisa Salis, oltre alle testimonianze video raccolte da Primola nella terra di nessuno.
Ritorno i corriera.