Alberto Beltrani di CinemainCentro abbozza qualche coordinata nell’assoluta incertezza del futuro di sale, arene e… drive-in
«Non è cattiva volontà da parte di nessuno, ma davvero il non avere alcun tipo di certezza sul futuro è difficile. Quando si comincerà a intravedere una ripartenza, però, posso dire fin d’ora che non ci faremo trovare impreparati». E’ una serietà che media fra il buonsenso e la tenacia quella di Alberto Beltrani, titolare dell’azienda faentina CinemainCentro, che in città «fa vivere» le sale Italia e Sarti, è la spina dorsale di Cinema Divino e lavora da anni su diverse arene cinematografiche estive della nostra provincia. Usiamo il presente, anche se la chiusura delle sale cinematografiche causa Coronavirus perdura dal 24 febbraio e la bella stagione, per il momento, non sembra portare con sé novità concrete.
«Le sale hanno chiuso il 24 febbraio - ricorda Beltrani -, sono state le prime e saranno le ultime a riaprire, non ci illudiamo. Tant’è che nei decreti non veniamo neanche citati…».
E’ possibile quantificare i danni al settore cinematografico?
«E’ difficilissimo dare numeri, ma possiamo dire, con semplicità, che siamo a fatturato zero. Anche la ristorazione vive un dramma, ma se non altro si può tamponare un minimo il problema con delivery e take-awa, mentre il cinema ha proprio azzerato del tutto gli incassi e i fatturati. CinemainCentro ha 15 dipendenti e non abbiamo avuto alternative alla cassa integrazione immediata per i dipendenti. Più di tutto, non ci rassicura non sapere cosa ci aspetta».
Le arene estive sono da escludere o ci si può sperare?
«Se ne comincia a parlare, con tanti “se” e “ma”. Sarà necessario quanto meno un protocollo di sicurezza, che stiamo studiando e sottoporremo all’Ausl, anche se ovviamente ne preferiremmo uno nazionale. Il Consiglio dei Ministri deve ancora dirci se potremo aprire o no. In caso affermativo, ci faremo trovare pronti, perché c’è davvero grande voglia di ripartire».
E’ realistica l’ipotesi ventilata dei drive-in?
«Ci sono tante correnti di pensiero e io, da imprenditore, ho tante perplessità. Intanto è fuori moda da decenni, e funziona poco anche negli Stati Uniti, e poi ci sono dettagli tecnici importanti a cui non si pensa. Ad esempio le automobili, che coi poggiatesta potrebbero, realisticamente, permettere a due sole persone di vedere il film, come se non bastasse il distanziamento… Questo riduce le marginalità, insieme alla necessità di alzare molto lo schermo perché le stesse auto oggi sono alte, e poi i finestrini chiusi in luglio... Non è impossibile, s’intende, e per noi non sarebbe molto diverso dal CinemaDivino, solo più in grade, Diciamo che un’amministrazione pubblica, che avesse a disposizione spazi adeguati e un’idea forte di investimento in cultura, potrebbe pensarci seriamente e noi potremmo realizzarlo».
Sono in campo ipotesi tecniche per una possibile riconversione delle sale?
«Di sicuro non si proietterà al chiuso prima di settembre e per l’autunno non sono chiare le modalità di un’eventuale ripartenza. Di sicuro il cinema non sarà uguale a prima ed è allo studio un protocollo sanitario unico per i cinematografi. Niente fai-da-te, insomma. Tra l’altro fra un multisale e le monosale che quelle che gestiamo a Faenza ci sono differenze sostanziali, anzitutto di fatturato, perché una grande sala incassa di più e forse può investire di più in una riconversione anche solo temporanea. Le monosale avevano già una marginalità residuale ma avevamo trovato una buona linea di sopravvivenza, che oggi è messa a ischio. Le ipotesi di andare al cinema con la mascherina e occupare una poltrona ogni due non sono proprio accattivanti».
C’è da aspettarsi un rincaro dei biglietti l’anno prossimo?
«E’ un’ipotesi del tutto prematura e, francamente, sarebbe anche il problema minore. Il tema più importante dei prossimi mesi sarà vincere la paura del tornare a frequentare le sale».
I nuovi film in programma in questi mesi non sono usciti. C’è da aspettarsi un eccesso di offerta quando si ripartirà?
«Non credo proprio. Intanto si ripartirà piano, per forza di cose, e poi è proprio ferma l’intera filiera del cinema. Sono bloccati i set ma anche i doppiaggi. Sono tutti in pausa forzata e i film di questa primavera usciranno probabilmente in autunno». (f.sav.)