Riccardo Isola - Con forbici, guanti e secchi alla mano, la vendemmia in collina è partita. Da un primo, sommario e incompleto bilancio, sembra che l’ottimismo regni un po’ ovunque. Uve sane, con un’equilibrata gradazione alcolica, e quantità in linea con le aspettative sono i primi riscontri che arrivano dalla collina faentina e dalla bassa Romagna. Il maltempo che ha colpito il territorio nelle settimane scorse sembra, inoltre, non aver inciso in maniera così preponderante sullo stato di integrità dei grappoli. Per quanto riguarda la maturazione, invece, in collina la situazione è in linea con gli anni passati mentre in pianura sembra che qualche ulteriore giorno, di sole, possa servire ancora, soprattutto per il Sangiovese, l’Uva Longanesi e il Famoso. Nel comprensorio faentino, soprattutto nella zona di Oriolo dei Fichi, i vignaioli sono già dalla fine di agosto tra i filari a raccogliere uva. C’è però una spada di Damocle che aleggia sulle teste dei vignaioli, soprattutti piccoli, quella di cosa succederà finita la vendemmia con un mercato tutt’altro che rialzatosi dalla crisi pandemica. Vini buoni per il 2020 ci saranno, quello che preoccupa è l’interrogativo «a chi lo venderemo?»
ALESSANDRO MORINI (PODERI MORINI)
«Abbiamo iniziato con il Savignon - conferma Alessandro Morini della cantina Poderi Morini - sia per realizzare la versione spumantizzata sia per quella base ferma. Uva sana e con gradazione in linea con le aspettative hanno aperto la nostra vendemmia che è proseguita con l’Albana a inizio settembre e in questi giorni con il Sangiovese per realizzare la linea base. Sulle riserve aspettiamo ancora qualche giorno per raccogliere. In via generale non possiamo lamentarci - aggiunge - in quanto la salubrità delle uve, anche grazie alla fortuna di essere scampati alla grandine e alle avversità metereologiche delle ultime settimane, è buona. Sterssa cosa vale per la quantità, in linea con quelle che erano le nostre intenzioni e potenzialità produttive. Direi quasi perfetta la gradazione riscontrata sui mosti in fermentazione. Una serie di caratteristiche che ci fanno quindi ipotizzare una vendemmia soddisfacente e buona. L’unica incertezza l’abbiamo sul Pignoletto che ha subito uno stress di calore a causa della giovanissima età dell’impianto e di un terreno molto secco. Ci stiamo ragionando sul da farsi, sapendo comune - conclude Morini - che la vendemmia per questa uva bianca inizierà tra almeno una settimana».
HERMES RUSTICALI (TENUTA UCCELLINA)
Spostandoci nella bassa Romagna, terra di Rambela e Burson, la situazione è in linea con la fotografia collinare. Lo attesta e lo conferma Hermes Rusticali della Tenuta Uccellina di Russi. «Per ora siamo soddisfatti e contenti di come sta andando la vendemmia. Le uve sono generalmente sane, sia nelle vigne di collina che in quelle di pianura, anche se riscontriamo, soprattutto qua in pianura, qualche strascico dovuto alle recenti grandinate che a macchia di leopardo hanno toccato i grappoli ma senza però fare grossi danni. Molto bella è l’Albana che abbiamo iniziato a raccogliere mentre per l’uva Longanesi e il Famoso abbiamo bisogno di aspettare ancora qualche giorno. Stando a una prima analisi complessiva - prosegue il giovane vignaiolo russiano - non possiamo assolutamente lamentarci: belle uve, sane, con gradazioni equilibrate e quantità in linea con la passata vendemmia. Crediamo che questo 2020 potrà diventare una buona annata per i vini romagnoli».
RITA BABINI (CANTINA ANCARANI)
Anche Rita Babini della cantina Ancarani sembra soddisfatta di questo inizio di vendemmia «in vigna raccogliamo uve sanissime e molto belle. Gradazioni equilibrate, anche se l’analisi è solo indicativa, forse leggermente inferiori allo scorso anno, quantità buone e quindi non possiamo che essere fiduciosi e speranzosi che la fase fermentativa confermi il tutto. Le uve bianche sono veramente fantastiche per le rosse abbiamo ancora qualche giorno per poter fare un bilancio. Un problema però rimane - sottolinea l’esponente faentina della Fivi nazionale - noi il lavoro abbiamo continuato a farlo nel migliore dei modi, anche in periodo di lockdown, andando in vigna e operando per rendere un’offerta vitivinicola di collina e di qualità, adesso rischiamo di avere vini fantastici in cantina senza però un mercato, causa post Covid, in grado di assorbirne efficacemente le quantità. Per questo - conclude la Babini - servono risposte diverse, tempestive e ben più impattanti per le aziende di piccole dimensioni da parte delle istituzioni per dare risposte ai vignaioli, piccoli e di collina, che si troveranno a dover soffrire e non poco ancora».