"A Mirabilandia niente giostre per mia figlia disabile". Ma il direttore replica

Romagna | 11 Maggio 2019 Cronaca
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«Quest’anno non rifaremo l’abbonamento. Fino a qualche anno fa nostra figlia poteva salire su qualche attrazione, ora non più. Non ci va che entri solo per vedere gli altri divertirsi». L.O. è il papà di una ragazzina in carrozzina che frequenta le medie a Ravenna e che, fino a qualche anno fa, su oltre una decina di giochi di Mirabilandia, poteva salire: «Poi, nel tempo, la lista di quelli accessibili è stata via via ridotta, fino a che lo scorso anno, abbiamo scoperto ad abbonamento già fatto che erano stati azzerati. Non è il massimo scoprirlo quando sei già dentro. Faccio l’esempio dell’Autosplash, uno dei pochi sui quali si poteva ancora salire fino a poco tempo fa. Improvvisamente, non si può più. Dopo l’esperienza del 2018, quest’anno non torneremo. Siamo stati a Disneyland, a Parigi, quando nostra figlia era più piccola, trovando molte meno limitazioni e, comunque, tutte le informazioni all’entrata». Ma Riccardo Marcante, direttore generale di Mirabilandia, mette in primo piano la questione sicurezza: «Negli ultimi anni abbiamo dato una regolata alle nostre politiche, in accordo con varie associazioni e con l’avvallo dell’Associazione nazionale parchi divertimenti. La regola principale che ci siamo dati riguardo l’accesso alle attrazioni è che la persona deve essere autosufficiente, nel senso che deve essere in grado di salirci da sola. Se non lo è, magari perché è in carrozzina, non la possiamo portare in braccio, quindi anche se è accompagnata non può salire. La sicurezza, per noi, ha la priorità sull’accessibilità. Che cosa succede se faccio salire un bambino che non ha l’uso delle gambe su un’attrazione che poi ha un guasto e si ferma? Come lo faccio scendere?». Sugli altri tipi di disabilità, invece, il discorso cambia: «Se accompagnate, le persone possono andare anche sulle giostre più adrenaliniche come il Niagara, l’iSpeed e il Katun. A prendersi la responsabilità sono, in quel caso, gli accompagnatori». Discorsi che si traducono anche sul piano economico e delle attese ai giochi: «Accreditarsi come persona con disabilità al nostro sportello clienti significa essere dotati di un braccialetto che consente di saltare la fila. Non solo: si entra gratis e all’accompagnatore è applicata una riduzione».
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Che squallore, quanta delusione.Una giornata da dimenticare, una giornata che poteva essere un momento di distrazione, di divertimento, di svago si è trasformata in una giornata nella quale l’amarezza ha avuto il sopravvento.Ci rechiamo nel parco divertimenti “Mirabilandia” in provincia di Ravenna, subito appena entrati nel parco osserviamo che NESSUNA attrazione è, di fatto, accessibile per chi come me si trova a dover utilizzare una sedia a rotelle.Sebbene alcune attrazioni siano dichiarate sulla carta idonee, non lo sono nei fatti, ostacoli e impedimenti di vario tipo sembrano essere stati inseriti ad arte allo scopo impedirne l’accesso a chiunque si trovi in condizioni di mobilità ridotta.Le motivazioni addotte sono davvero fantasiose e pittoresche, “in caso di incidente è necessario essere in grado di evacuare in autonomia”, “il posizionamento sull’attrazione deve avvenire autonomamente”.Sentire queste affermazioni nel terzo millennio fa restare esterrefatti, per estensione un disabile non potrebbe viaggiare in treno, in aereo, in auto, partecipare ad una manifestazione pubblica o ad un concerto, un ipotetico tumulto ne impedirebbe l’evacuazione in sicurezza, una mobilità ridotta provoca certamente una attenzione e una gestione mirata, ma non deve essere questa, da sola, la causa di emarginazione e di esclusione da qualsivoglia evento.Quanto sarebbe un segno di civiltà eliminare, per quanto possibile, quegli ostacoli fatti di dislivelli, gradini, barriere varie, la disponibilità di un tutor per favorire la fruizione dei vari servizi e attrazioni, invece ci troviamo di fronte a una gestione distratta, miope e probabilmente attenta solo al business così da allontanare quanti andrebbero a rallentarne la corsa.“I parchi Mirabilandia e Mirabeach non hanno barriere architettoniche” così esordisce il deplian per gli ospiti con “esigenze speciali”.Delle 32 attrazioni descritte nel loro opuscolo ben 21 hanno gradini in entrata e/o uscita… proverei a creare un neologismo chiamandole “Barriere diversamente architettoniche”.Delle stesse 32 attrazioni ben 29 richiedono l’entrata e uscita in autonomia.Inoltre, sempre delle 32 attrazioni, NESSUNA soddisfa contemporaneamente entrambe le condizioni… ergo NESSUNA ATTRAZIONE È, DI FATTO, ACCESSIBILE A CHI UTILIZZA ABITUAMENTE una sedia a rotelle.Mi chiedo… se Mirabilandia goda di una qualche deroga alle leggi e regolamenti vigenti in Italia e in tutta Europa in tema di accessibilità e abbattimento di barriere architettoniche?E’ così complicato, a Mirabilandia, affiancare a dei gradini uno scivolo?
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