"A Mirabilandia niente giostre per mia figlia disabile". Ma il direttore replica
«Quest’anno non rifaremo l’abbonamento. Fino a qualche anno fa nostra figlia poteva salire su qualche attrazione, ora non più. Non ci va che entri solo per vedere gli altri divertirsi». L.O. è il papà di una ragazzina in carrozzina che frequenta le medie a Ravenna e che, fino a qualche anno fa, su oltre una decina di giochi di Mirabilandia, poteva salire: «Poi, nel tempo, la lista di quelli accessibili è stata via via ridotta, fino a che lo scorso anno, abbiamo scoperto ad abbonamento già fatto che erano stati azzerati. Non è il massimo scoprirlo quando sei già dentro. Faccio l’esempio dell’Autosplash, uno dei pochi sui quali si poteva ancora salire fino a poco tempo fa. Improvvisamente, non si può più. Dopo l’esperienza del 2018, quest’anno non torneremo. Siamo stati a Disneyland, a Parigi, quando nostra figlia era più piccola, trovando molte meno limitazioni e, comunque, tutte le informazioni all’entrata». Ma Riccardo Marcante, direttore generale di Mirabilandia, mette in primo piano la questione sicurezza: «Negli ultimi anni abbiamo dato una regolata alle nostre politiche, in accordo con varie associazioni e con l’avvallo dell’Associazione nazionale parchi divertimenti. La regola principale che ci siamo dati riguardo l’accesso alle attrazioni è che la persona deve essere autosufficiente, nel senso che deve essere in grado di salirci da sola. Se non lo è, magari perché è in carrozzina, non la possiamo portare in braccio, quindi anche se è accompagnata non può salire. La sicurezza, per noi, ha la priorità sull’accessibilità. Che cosa succede se faccio salire un bambino che non ha l’uso delle gambe su un’attrazione che poi ha un guasto e si ferma? Come lo faccio scendere?». Sugli altri tipi di disabilità, invece, il discorso cambia: «Se accompagnate, le persone possono andare anche sulle giostre più adrenaliniche come il Niagara, l’iSpeed e il Katun. A prendersi la responsabilità sono, in quel caso, gli accompagnatori». Discorsi che si traducono anche sul piano economico e delle attese ai giochi: «Accreditarsi come persona con disabilità al nostro sportello clienti significa essere dotati di un braccialetto che consente di saltare la fila. Non solo: si entra gratis e all’accompagnatore è applicata una riduzione».