Non sono molti i legami tra Paolo Villaggio, scomparso lunedì 3 luglio, e la provincia di Ravenna. Tra i pochi ce n’e è però uno quanto meno curioso, perché l’attore e autore che ha dato vita all’immortale ragionier Ugo Fantozzi, nello stesso 1975 che vide uscire trionfalmente nelle sale italiane il primo capitolo – firmato Luciano Salce – dell’epopea cinematografica fantozziana, girò anche un film con Pupi Avati, che si chiama La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone ed è ambiento a Bagnacavallo! O quasi, visto che la pellicola - con protagonista Ugo Tognazzi e un cameo addirittura di Lucio Dalla, non proprio roba «di serie B», insomma -, era sì ambientata in una Bagnacavallo di cui si vede una stazione ferroviaria con tanto di cartello e un’improbabile «festival» nel teatro cittadino ma in realtà è stata interamente girata nella provincia bolognese e ferrarese. Evidentemente il nome della cittadina bassoromagnola è parso evocativo ad Avati.
Villaggio si è però quantomeno avvicinato alla provincia di Ravenna nel 1987, quando girò Rimini Rimini con Sergio Corbucci. E il film è stato effettivamente realizzato in parte anche a Ravenna, ma soprattutto sulla riviera riminese ed abbastanza improbabile che l’episodio di Villaggio con Serena Grandi - per lo più ripreso in studio – abbia proprio a che fare con il ravennate. Discorso simile per La voce della Luna, testamento cinematografico di Federico Fellini che ambientò la pellicola in una campagna indistinta, certamente piena di tratteggi romagnoli ma con le riprese effettuate nel reggiano, ahinoi.
Per quanto attiene al teatro, Villaggio ha toccato raramente il nostro territorio, ma nel 2005 si esibì a Faenza il 13 aprile, al teatro Masini, invitato da Accademia Perduta con Vita, morte e miracoli, rievocazione autobiografica della Genova degli anni ’30 e’40, mentre nel dicembre del 2015 Ivano Marescotti ha chiamato Paolo Villaggio al teatro di Conselice, dove si è esibito con il monologo «A ruota libera».