Ravenna, Ricciardella (Serafina): "Fare ristorazione in questo momento è un modo per tentare di resistere"
Federica Ferruzzi - «Serafina mette tutti a tavola», recita lo slogan dell’omonimo locale di via Boccaccio, ma ormai da mesi, a parte la parentesi estiva, le tavole sono quelle di casa propria, visto che il ristorante di Mascia Ferri e Cristiano Ricciardella in centro a Ravenna è stato inagurato due giorni prima del primo lockdown.
«Al momento - spiega Ricciardella - siamo operativi solo con delivery e asporto. Ci sono diverse persone che vengono che, non potendo entrare nel locale, ritirano il pacchetto davanti alla porta oppure abbiamo ragazzi col motorino che consegnano il cibo direttamente a casa. E’ una situazione in cui non si può certo parlare di business – spiega colui che al termine è abituato, avendo lanciato divesi locali che poi, nel tempo, hanno fatto successo – lo facciamo giusto per non buttare i prodotti che già avevamo in ordine e per tenere in piedi una parte degli stipendi. L’altra metà dei dipendenti, invece, è purtroppo in cassa integrazione, ma non si poteva fare diversamente. Da parte di noi ristoratori si tratta di una forma di restistenza. Speriamo non sia per molto tempo».
Al momento, infatti, di certezze sul dopo non ce ne sono. «Ci auguriamo che, dopo il 3 dicembre, si possa riaprire regolarmente, ma ancora questa data non porta con sè certezze di questo tipo».
In attesa di conoscere le nuove disposizioni, Ferri e Ricciardella hanno preferito tenere chiuso lo chalet dei giardini pubblici, l’altra attività gestita dalla coppia. «Abbiamo pensato che, visto l’orario ridotto, fosse il caso di tenere chiuso del tutto. La scelta è stata quella di ridurre i costi per restistere. Appena avremo certezza di quello che si potrà fare riorganizzeremo tutto e mettermo in moto tutte le “macchine”, compreso l’America Graffiti al Cinemacity. Non ci possiamo più permettere di aspettare, le scadenze ed i pagamenti incombono, con i primi di gennaio ripartono i mutui e le spese e se non ci saranno altri stop ai costi rischiamo di essere travolti da spese vecchie e nuove. Abbiamo bisogno di ripartire il prima possibile per provare a farcela. Di certezze non ce ne sono».
Come detto, Serafina aveva inaugurato due giorni prima del lockdown, in seguito aveva affrontato la stagione estiva per poi richiudere parzialmente. «Probabilmente - scherza il titolare - lo stress test è stato fatto, adesso però speriamo di superarlo». Al mosaico di attività si aggiungerà, in primavera, l’inaugurazione dello stabilimento balneare Ondina, a Marina di Ravenna, anche se i tempi, ovviamente, potrebbero subire ritardi.
«Con il bagno stiamo andando avanti. Se il Covid-19 ci lascia lavorare tentiamo di farcela nei tempi previsti, ovvero per la prossima stagione».