Ravenna, lidi sud, gli operatori: "Investire per rimanere sul mercato, ma il Comune deve fare più eventi"

Ravenna | 27 Ottobre 2018 Cronaca
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Federica Ferruzzi- Non la manda certo a dire Maurizio Bucci, imprenditore ravennate che da quattro anni è proprietario dell’albergo Oceano Mare di Punta Marina, secondo cui i lidi ravennati «non hanno più nulla da offrire. Nell’offerta turistica italiana non esistiamo. Siamo rimasti fermi agli anni ‘60». Per Bucci l’estate appena trascorsa «non è stata buona. Siamo in calo rispetto all’anno scorso dal 5% al 7%. Abbiamo fatto fatica a riempire le stanze e le tariffe sono diminuite». Pur condividendo il lavoro svolto dallo studio Giaccardi&Associati, commissionato dal Comune per comprendere quale sia l’analisi reputazionale dei lidi, l’imprenditore spiega: «il progetto è valido, ma ora va portato avanti e non vedo questa volontà né da parte dell’Amministrazione, né da parte degli imprenditori. Un lido in cui ci si ostina a fare il mercatino dei cinesi lungo il viale principale è un lido povero. Servirebbe una progettualità caratterizzata da standard europei, ma vedo che non c’è volontà. I lidi ravennati non sono noti, non partecipiamo alle fiere e viviamo di quel poco indotto che si crea d’estate. E pensare che c’è una bella spiaggia, una pineta, ma non serve a nulla. Il progetto della valorizzazione è interessante, ma mancano i referenti». Dati complessivi inferiori al 2017 anche per la stagione della Società Gestione Campeggi, che oltre alle strutture di Punta e di Marina di Ravenna gestisce anche le due che si trovano a Marina Romea e Milano Marittima. In quest’ultima sono stati registrati i risultati peggiori, mentre la struttura di Marina di Ravenna è quella che ha tenuto meglio. «Quest’anno - spiega il direttore, Daniele Modanesi - abbiamo investito ulteriormente nello sviluppo di marketing e promozione: ovviamente si tratta di un investimento nel medio periodo, anche se speriamo di vedere qualche risultato già dall’anno prossimo». Convinto che ogni imprenditore debba darsi da fare, senza aspettare che le opportunità caschino dal cielo e mettendo da parte i campanilismi per fare rete, Modanesi si augurava però che gli interventi annunciati dal Comune per il miglioramento dei lidi iniziassero già dal prossimo anno. «Speravamo che gli stradelli fossero pronti già dal 2019, mentre se tutto va bene dovremo aspettare l’estate del 2020. L’idea di voler caratterizzare i lidi è buona, ma bisogna passare dalle parole ai fatti. Noi privati investiamo, ma deve crescere anche l’intorno: la gente ha ripreso a girare, Croazia e Spagna le mete più gettonate. A Marina si fa fatica ad avere una strada decente, servirebbero un miglioramento del paesaggio, lo sfalcio dell’erba, una nuova cartellonistica, ma mi rendo conto che sono i soliti vecchi discorsi». Oltre a questo, per Modanesi serve una migliore promocommercializzazione di Ravenna: «Anche su questo punto siamo indietro rispetto a Rimini o Cesenatico, inoltre bisognerebbe organizzare più eventi di respiro nazionale. Quest’anno, per la prima volta, saremo aperti ad ottobre in occasione della maratona, ma si tratta di un unico evento, al di là del quale non ne esistono altri di rilevanza nazionale». Storico albergatore, Angelo Buratti è il proprietario del Grand Hotel Azzurra Club Lido, del relativo stabilimento e del ristorante la Rotonda di Lido Adriano. «Per quanto riguarda la spiaggia, che conta circa 500 ombrelloni, devo dire che c’è stata una tenuta. Abbiamo registrato un lieve aumento, niente di significativo, nonostante la stagione sia stata complicata. Luglio è stato un mese non all’altezza di quello dell’anno precedente, ma poi ad agosto si è recuperato». Per Buratti, la linea è chiara: «In albergo stiamo cercando di qualificare sempre di più, avvalendoci di servizi supplementari e miglioramenti nelle camere. Abbiamo definitivamente compreso che o ci si qualifica e si resta sul mercato, o diversamente si mira a sopravvivere rimanendo esposti alle intemperie. Noi abbiamo deciso di investire per intercettare uno standard più elevato di clientela. Le presenze, in albergo, sono un po’ aumentate. Non sono anni ‘grassi’, ma la tenuta c’è stata». A garantirla, in particolar modo, sono stati gli stranieri: «Grazie ad accordi commerciali con tour operator tedeschi, oggi siamo più aperti verso Germania, Austria e Svizzera. I francesi sono stati meno del solito, mentre gli italiani si sono attestati, come al solito, sul 25%». Lo standard medio alto è stato premiante anche a tavola: «Grazie al rinnovamento del locale abbiamo registrato un netto miglioramento in termini di coperti, calcolati in un aumento del 30%. La qualità ha pagato. Non ci si può porre ad un livello standard dove sono tutti, la crisi c’è e rimane, la capacità di spesa è ridotta e serve un salto per raggiungere un target alto. Ora - conclude Buratti - stiamo già pensando alla prossima stagione, in cui proporremo prodotti nuovi per diversificare l’offerta e saremo presenti sui social più che mai».
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