Ravenna, Giardini pubblici, Ricciardella e Ferri puntano alla seconda gestione dello Chalet

Federica Ferruzzi - Coppia nella vita e sul lavoro, da sette anni Cristiano Ricciardella e Mascia Ferri hanno ridato vita ad un’area che era diventata tra le peggio frequentate di Ravenna e che oggi si è riempita di mamme e bambini. Ora la coppia è in attesa di vedere l’avviso per la nuova gestione (in uscita tra fine settembre ed inizio ottobre) che, comprensibilmente, spera di vincere. «Ovviamente il bando è pubblico e faremo la nostra proposta in base alle richieste del Comune - spiega Ricciardella -. Fino a che non lo vedremo, faremo fatica a fare ipotesi e comunque dovremo fare i conti con la redditività del luogo». L’attività, infatti, è stagionale, e nei mesi invernali si rischia di mettere in discussione quanto realizzato durante l’estate. «D’inverno l’orario e l’affluenza sono ridotti e, volendo mantenere lo staff che serve nei mesi estivi, a volte si fatica, per questo aspettiamo di vedere le richieste avanzate dal Comune. Per la verità, speravamo che il bando fosse già fuori, soprattutto per dare una risposta al nostro gruppo di lavoro che chiede ‘di che morte deve morire’. Vorremmo dare loro risposte certe, si tratta di sette famiglie che stanno aspettando di conoscere il loro futuro». Se il futuro è incerto, il passato che ha determinato il successo del posto è invece chiarissimo: per Ricciardella le parole d’ordine sono state passione e lavoro, oltre ad un investimento che ha abbellito non poco la struttura. «Non abbiamo una ricetta segreta: non abbiamo fatto nient’altro che il nostro mestiere, stando sul posto tutti i giorni e lavorando a testa bassa. Avevamo un progetto chiaro e lo abbiamo messo in campo, ci vuole anche fortuna. Abbiamo sofferto per i primi due o tre anni, poi le cose hanno iniziato a funzionare e anche qui si è affermato il mood delle grandi città: i ravennati hanno iniziato a mangiare fuori a pranzo, mentre solo 10 anni fa c’era la corsa per tornare a casa». E in fondo qui è un po’ come esserlo, grazie ad un servizio informale e a prodotti genuini: «Il servizio è economico, self service, perchè abbiamo deciso di investire sulla qualità da lasciare nel piatto». Per l’imprenditore, però, l’impegno non è stato solo il loro: «Il grosso del lavoro è stato merito dall’Amministrazione, che ha fatto sì che il parco fosse sempre controllato, con un presidio di custodi e forze dell’ordine che tutti i giorni passano con tre o quattro pattuglie. Fare vedere che ci siamo sempre è importante, così come lo è lavorare con passione».