Ravenna, false indennità di disoccupazione, 4 denunce per truffa
Quattro persone denunciate in stato di libertà, devono rispondere di truffa ai danni dello Stato, frode informatica e sostituzione di persona. Questo il bilancio di un’inchiesta portata a termine dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Ravenna e da personale ispettivo dell’INPS, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Ravenna nella persona del pm Cristina D'Aniello.
L’articolata inchiesta rientra nell’attività di controllo, dei Carabinieri del NIL, sulla corretta erogazione dei fondi destinati a prestazioni a sostegno del reddito, la cosiddetta disoccupazione.
L’indagine è iniziata nel mese di novembre di due anni fa quando, nel corso dell’esame di alcune posizioni previdenziali, la Direzione Centrale dell’INPS di Roma ha bloccato una serie di domande di disoccupazione per sospetta falsità.
I Carabinieri hanno così accertato che qualche giorno dopo il fallimento di una ditta di giocattoli del ravennate, erano stati instaurati fittizi rapporti di lavoro tra la ditta fallita e ignari giovani tra i 17/18 anni.
Tale procedura avrebbe consentito quindi l’erogazione delle indennità NASPI poiché, dopo un fittizio periodo lavorativo di sei mesi, i giovani risultavo essere stati licenziati.
I riscontri hanno portato al deferimento in stato di libertà di 4 persone, tutte residenti nel casertano, autori della truffa ed intestatari dei C/C e carte Postepay sulle quali dovevano essere accreditate le somme da parte dell’INPS.
"L’attività -ha sottolineato il Colonnello Massimo Cagnazzo- condotta dai Carabinieri, ha consentito il rigetto delle istanze irregolari e va ad incardinarsi in un più ampio filone di indagine che a livello nazionale ha visto coinvolti più di 1000 ignari lavoratori e circa 200 ditte".