Porto Ravenna, Rossi (Adsp): «Hub, svuotiamo le casse di colmata poi le draghe »

Ravenna | 26 Settembre 2020 Economia
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Elena Nencini
Daniele Rossi, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico centro settentrionale, fa il punto sulla situazione del grande progetto  dell’hub portuale di Ravenna.
Quali sono gli ultimi step per gli escavi del porto?
«Siamo arrivati alla conclusione di un lungo progetto amministrativo, dobbiamo firmare il contratto per il General contractor, cosa che succederà nelle prossime due settimane, non appena completata la raccolta dei documenti necessari. Dopodichè la progettazione esecutiva, che peraltro è già in corso, sarà terminata. Prevedo di mantenere i tempi che ci siamo dati, a fine anno, quando inizieranno i lavori veri di svuotamento delle casse di colmata e l’inizio successivamente dei dragaggi».
La prima draga la vedremo in porto a gennaio 2021?
«No, non la vedremo nel gennaio 2021, quando invece vedremo molti camion che dovranno viaggiare per svuotare le casse di colmata e renderle poi disponibili. E’ la fase più importante di tutto il processo: liberare le casse di colmata per il successivo dragaggio e il riempimento con le nuove sabbie».
Ad agosto sono tornati a salire i volumi dei traffici. Quali previsioni fa per l’andamento del porto di Ravenna?
«E’ un lento processo di recupero dei volumi che si sono persi nel periodo dell’epidemia sanitaria. È stato un fenomeno inevitabile il blocco della produzione, dei commerci, del trasferimento delle merci che ha inciso sui porti di tutto il mondo e quindi anche su quello di Ravenna. Adesso è cominciata la fase di recupero, ci vorrà molto tempo. Confidiamo a fine anno di essere in una fase di recupero molto importante. Credo che il 2021 sarà un anno di ragionevole assestamento sui volumi di cui tradizionalmente cui siamo abituati, al di là  di quello che saranno le flessioni legate all’andamento dei mercati, o a dei fattori un po’ più tradizionali. Ma per quello che riguarda l’impatto dell’emergenza sanitaria, lo riassorbiremo entro quest’anno».
A fine anno scade il suo mandato, anche se si parla ragionevolmente di un rinnovo. Ancora molto da fare?
«Da fare moltissimo, perché le iniziative che abbiamo attualmente sono tante: il progetto dell’Hub che deve partire, circa 50 milioni di euro di lavori in corso in questo momento nel porto, abbiamo ottenuto un nuovo finanziamento da 85 milioni a fronte di 230 milioni di nuovi progetti per completare l’approfondimento del canale a -14.50 metri e realizzare l’adeguamento delle banchine mancanti. Quindi si aggiungono altri 5 chilometri di banchine che verranno ricostruite, e poi c’è l’impianto di escavo dei fondali. Purtroppo anche con scadenze in corso per l’aspetto amministrativo: in particolare per questo contributo di nuovi 85 milioni dobbiamo fare i bandi di gara entro il primo semestre del prossimo anno perché i progetti vanno assegnati entro la fine dell’anno prossimo. Poi c’è tutto il discorso per le infrastrutture: le Ferrovie hanno finalmente assegnato i 76 milioni di euro che serviranno per realizzare le due nuove stazioni ferroviarie all’interno del porto di Ravenna, completare il bypass in sinistra canale. Ci sono, in questo momento fra investimenti pubblici e privati, circa 800 milioni di euro sul porto di Ravenna: lavori partiti, che devono partire o che sono nella fase più delicata del processo tecnico amministrativo. Da fare ce n’è moltissimo, ma confido che l’Autorità portuale ha una struttura tecnica e oggi una organizzazione del lavoro che sarà in grado di reggere un impatto così importante».
In tema infrastrutture per quello che riguarda i lavori delle banchine ferroviarie quale sarà il primo passo?
«La verifica tecnica e la progettazione esecutiva che sta già portando il General contractor, subito dopo avverrà la demolizione per lotti delle banchine esistenti e la ricostruzione. Il tutto senza perdere un giorno di lavoro per i terminal, o una nave per il porto con un impegno organizzativo del General contractor, dell’Autorità portuale, dei terminalisti, delle associazioni di categoria, che deve essere massimo, di attenzione assoluta. Parliamo di rifare 6 chilometri di banchine mentre stanno lavorando. Non è un esercizio tecnico difficile, l’importante in questo caso è la corretta organizzazione dei lavori perché non vada ad interferire con i processi operativi del porto, con il traffico delle navi e delle merci. Sarà necessaria un’attenzione estrema all’organizzazione del lavoro».
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