L’ad Guerra d Rosetti Marino illustra l’acquisizione del 60% di Green Methane

Ravenna | 13 Febbraio 2021 Economia
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Elena Nencini
Novità per Rosetti Marino, che opera nella progettazione, costruzione e fornitura di piattaforme e impianti per l’industria dell’oil&gas: l’acquisto del 60% di Green Methane (impianti per la trasformazione di biogas in biometano) si innesta in un progetto imprenditoriale di ampio respiro, che mira a consolidare la posizione dell’azienda ravennate nel mercato  dell’impiantistica per l’energia, per un futuro caratterizzato prevalentemente dall’impiego delle fonti rinnovabili e dall’economia circolare. 
Un accordo raggiunto tra l’amministratore delegato della Rosetti, Oscar Guerra, Ferruccio Marchi e Luigi Tomasi, rispettivamente presidenti di Marchi Energia e Giammarco-Vetrocoke Engineering.  
Guerra, ad della Rosetti, azienda a cui è legato da ben 29 anni, ci racconta le strategie per il futuro e le scelte legate all’economia circolare.
L’acquisizione di Green Methane da parte di Rosetti Marino segna sempre più una strada verso le energie sostenibili?
«La scelta di Green Methane, in realtà, fa parte di un piano adottato da tempo, cioè quello di muoverci verso la transizione energetica e le fonti rinnovabili. 
Siamo già attivi nel campo della generazione eolica off-shore ed in quella dell’idrogeno: la scelta di Green Methane nasce dal fatto che riusciamo ad integrare economia circolare e rinnovabili con alcune tecnologie che avevamo già nel Gruppo, che riguardano in particolare la liquefazione del gas metano. Abbiamo quindi la possibilità di usare il metano verde per la trazione delle navi e per il trasporto pesante, nonché la generazione di idrogeno verde, cose che già facevamo con il metano di origine fossile».
Verso quali paesi sarà rivolta questa produzione?
«L’idea nell’immediato è di farlo per l’Italia, dove la produzione di gas naturale – per scelte politiche - è in costante calo, mentre l’utilizzo del gas metano è in costante aumento. Questo implica per il paese un grande costo in termini di bolletta energetica perché ovviamente il gas importato costa di più al paese, comportando inoltre un incremento delle emissioni pari a circa il 30% dovuto al trasporto. 
Non bisogna trascurare poi gli impatti negativi dal punto di vista sociale causati dalla perdita di molti posti di lavoro. Visto che c’è fortissima attenzione verso il bio-metano in tutta Europa, le aspettative sono di operare anche in altri paesi, in particolare verso quelli che hanno fatto scelte importanti da questo punto di vista come Francia e Germania che rivolgono grande attenzione all’economia circolare». 
Dove sono gli impianti di Green Methane?
«Attualmente sono in varie zone di Italia, prevalentemente nella pianura padana, anche se in questo momento ne stiamo realizzando uno nelle Marche. Le persone direttamente impiegate sono una decina, a cui se ne aggiungono, per altri servizi, circa 25-30. La nostra opinione è quella di riuscire a triplicare o quadruplicare il fatturato in tempi rapidi. Per questo gli altri azionisti si sono rivolti a noi. Cercavano un partner industriale esperto nella realizzazione di impianti chiavi in mano. Per altro, la sede che attualmente è a Venezia, entro la fine del mese sarà spostata a Ravenna, in via Trieste, nella sede della Rosetti Marino».
In Italia sono state fatte delle scelte rispetto all’off-shore che hanno messo in crisi il comparto. Che ne pensa? 
«Secondo me fino ad ora sono state fatte delle “non scelte”. È stato detto fermiamo tutto fino a quando non si definirà dove e come si può fare. E successivamente non è stato fatto nulla, se non tenere tutto bloccato. Questo blocco ha un impatto devastante sull’indotto dell’offshore ravennate. La Rosetti Marino è fra le società meno penalizzate perché lavora soprattutto per Regno Unito, Danimarca, Norvegia, paesi in cui la transizione energetica significa rinnovabile e gas naturale. Soffriamo però della competizione di concorrenti del Nord Europa perché i costi del trasporto incidono molto sui nostri prezzi. Per noi l’Italia resta un mercato molto importante anche se fermo da diversi anni».
Se dovesse definire la Rosetti Marino in poche parole?

«Rosetti opera a livello internazionale, in ben 14 paesi, facciamo un lavoro di alta qualità sia per le realizzazioni che per quanto riguarda le progettazioni. Vendiamo in paesi in cui gli standard di qualità e di sicurezza sono elevatissimi. Abbiamo siti produttivi all’estero, a volte di nostra proprietà, a volte invece in partnership con cantieri locali. In Italia sviluppiamo le attività di progettazione e gestione. Dai cantieri di Ravenna riusciamo a servire solo le zone nel Mediterraneo, nel Mare del Nord, nell’Africa occidentale perché altrove i costi di trasporto rendono proibitivi i nostri prezzi. Abbiamo un indotto importante, in questo momento circa 1000 persone esterne lavorano per noi solo nel settore costruzione. Al momento stiamo realizzando un progetto innovativo per un convoglio per il trasporto di gas naturale per le navi che entreranno nel porto di Venezia riducendo le emissioni del 30%».
In particolare per Ravenna l’acquisizione di Green Methane porterà nuova occupazione?
«Questo avverrà certamente in accordo ai nostri piani industriali per Green Methane».
Quanto hanno influito in questi anni i problemi dei fondali?
«Aspettiamo come tutti gli scavi dell’hub in quanto tanto più il porto evolve ed è pronto a trasporti maggiori, quanto più ne guadagnano anche le società che vi operano. Come azienda abbiamo sofferto relativamente perché fino ad ora siamo riusciti a trasportare i nostri manufatti su pontoni di dimensioni idonee».
Un anno difficilissimo il 2020. cosa vi aspettate per il 2021?
«Un anno difficile per tutti, abbiamo accumulato ritardi su tutti i progetti. Abbiamo avuto i cantieri fermi per oltre due mesi ed alla ripartenza abbiamo sofferto gravi ritardi nelle consegne da parte dei fornitori e restrizioni per limitare gli assembramenti negli ambienti di lavoro. Per il 2021 puntiamo ad acquisire gli ordini che sono stati ritardati a causa della pandemia anche se la situazione è ancora molto incerta».
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