BILAL: “Oggi abbiamo il più grande poeta di tutti i tempi: Dante Alighieri!»
DANTE: “Grazie per avermi invitato all’intervista di oggi. Ma, esattamente, che cos’è un’intervista?»
BILAL: “E’ una serie di domande sulla tua vita. Allora, parlaci un po’ di te!”
DANTE: “Sono nato a Firenze nel 1265, da Alighiero Alighieri e da Bella, in una famiglia ricca. Da bambino, durante una festa, ho conosciuto Beatrice, la mia musa ispiratrice»
BILAL: “Ci potresti raccontare qualcosa di più su di lei?»
DANTE: “Beatrice era il mio amore, ma non gliel'ho mai confessato perché era la sorella di un mio amico. Ho perso la mamma da piccolo ed anche il padre, al quale ero molto legato, ancora in giovane età»
BILAL: “Come hai affrontato la morte di tuo padre?»
DANTE: “Mi sentivo l’unica persona a sentire il mio dolore: ero solo al mondo. La mia poesia mi ha aiutato a sopprimere il dolore, grazie anche al mio maestro Brunetto».
BILAL: “Grazie del tuo racconto! Ti mando anche i saluti del mio Prof. Pietro Fiori, che è un tuo grande fan. Ti lascio volare nel tuo Paradiso con Beatrice, grazie per l’intervista!».
...Ah no! Aspetta! Mi sono dimenticato! Ma tu, esattamente, dove hai passato gli ultimi anni della tua vita?”
DANTE: “In quella bellissima cittadina che chiamate Ravenna, la quale mi ha dato tantissima ispirazione grazie alla sua bellezza e ai suoi luoghi meravigliosi. Grazie ad essi ho terminato la mia Commedia, che adesso voi chiamate la “Divina”. Uno dei luoghi a me più caro fu la foresta di Classe, così paurosa eppur così perfetta, tanto che l'ho descritta nella mia opera. Quanto vorrei rivederla con i miei occhi, quanto vorrei toccare quei luoghi nuovamente con le mie dita: ogni tanto torno laggiù con il mio spirito per vedere com'è cambiata nel tempo, dove riposa il mio guscio senz'anima. Grazie per la chiacchierata! Salutami il tuo professore e ringrazialo di farmi rivivere nelle sue lezioni!».
BILAL: “Scusami se ti ho trattenuto più del dovuto, ti lascio andare. Grazie per il tempo che mi hai concesso».