Il progetto «Fantaintervista a Dante» spiegato da Tarantino (Comitato dantesco)

Ravenna | 30 Dicembre 2021 Dante700
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Nella programmazione delle celebrazioni per il settimo centenario della morte di Dante l’amministrazione comunale, consapevole di quante sollecitazioni, culturali e non, avrebbe generato un evento di questa portata, ha ritenuto di individuare alcuni punti fermi, che potessero indirizzare le centinaia di proposte attese e servissero anche come parametro per la loro valutazione. Tre di questi punti fermi sono perfettamente esemplificati nel progetto delle “Fantainterviste”: la partecipazione attiva della comunità; l’interlocuzione col mondo della scuola e con quello dei giovani in generale; l’uso del testo e dell’immaginario dantesco non solo come oggetto di studio e ricerca ma come messaggio universale e stimolo alla creatività. La presenza di questi elementi ha fatto sì che il progetto venisse prescelto (con unanimi apprezzamenti della commissione incaricata dal Comitato dantesco) tra le decine di progetti giunti attraverso la chiamata pubblica indetta dall’Assessorato alla Cultura. Esaminandone ora i risultati, si può senz’altro dire che le aspettative della commissione non sono state affatto deluse. Prendiamo alcuni esempi. Se in Femminicidio e Comedia Dante parla un po’ troppo con la voce dei suoi critici e storiografi, c’è però da lodare l’equilibrio e il rigore dell’attualizzazione (qualità non sempre presenti in questa tipologia di approccio alla Commedia). In La pandemia, oggi e ieri l’attualizzazione è decisamente più spinta, ma la trovata di far fare a Dante l’elogio dei social media è gustosa e credibile. Altrettanto gustosa la provocazione, in un passo di Nato sotto il segno dei Gemelli, sul tema dei migranti, con la critica a Dante difensore della “purezza” di Firenze nel XVI del Paradiso, e la sua imbarazzata retractatio quando l’intervistatrice lo mette di fronte alle sue stesse parole sul dolore dell’esilio nel canto successivo. Della scoppiettante intervista di gruppo Lucifero, simbolo del male piace la leggerezza con cui si passa dai temi (rigorosamente danteschi) del male e dell’amore a un Dante tutto di fantasia che si infuria per il body shaming sul suo naso. In La superbia è stato il mio peccato più grande il tema della contesa tra Firenze e Ravenna per le spoglie del poeta (trattato quasi in tutte le Fantainterviste, come pure quello dell’amore per Beatrice) offre all’intervistatrice l’occasione di chiedere (per bocca di Dante) una Tomba ‘un tantinello più luminosa’. Accanto a molte interviste ‘serie’ che ricostruiscono sempre con notevole accuratezza il percorso artistico e biografico di Dante, ne spiccano altre più ‘leggere’ (tutte sono comunque ben documentate). In Ospite a Radio Romagna compare un Dante “antipolitico”; in Condannato perché diverso un Dante che parla di disabili (in un volgare un po’ debitore del Nome della rosa); in Beatrice, la mia guida in Paradiso un Dante che accenna al bullismo. In una “serie” prodotta da ragazzi non poteva mancare, ovviamente, la multimedialità, con disegni, fumetti e video.

Maurizio Tarantino

Dirigente politiche culturali Comune di Ravenna

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