Cartellone unico per Rasi e Alighieri

Ravenna | 08 Ottobre 2017 Cultura
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Elena Nencini

L'intento della nuova stagione del teatro Rasi e dell'Alighieri di Ravenna è quello di sorpassare la distinzione tra «classico» e «contemporaneo», indagando, oggi, la sovrapposizione dei linguaggi drammaturgici. La possibilità di avere due luoghi fisici differenti, come l'Alighieri e il Rasi, riesce così a garantire una stagione molto ricca, con 13 titoli, 36 repliche, 8 proposte fuori abbonamento e innumerevoli iniziative collaterali, riuniti un unico cartellone che scavalca le definizioni di prosa e contemporaneo in «Una città che viene presa come modello» sottolinea il direttore di Ravenna Teatro, Marcella Nonni.

Fulcri della programmazione continuano ad essere i due attori ravennati Marco Martinelli ed Ermanna Montanari. Dopo il trionfo di Inferno per Ravenna Festival, Martinelli presenta, dal 9 al 15 novembre, al Cinemacity la proiezione del film Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi, per la prima volta nei panni di regista cinematografico. Mentre a dicembre, dal 7 al 14, il regista ravennate porterà all'Alighieri, in anteprima, il suo ultimo lavoro Va' pensiero, riflessione sull'onestà e la corruzione, sui dimenticati valori risorgimentali, ispirato ad una storia vera.

La stagione si apre il 18 novembre al Rasi con Ferdinando, di Annibale Ruccello, uno spettacolo del 1986 che analizza il mutamento dei rapporti affettivi intercorrenti tra quattro persone in isolamento coatto, ormai un classico del teatro contemporaneo.

Tra i classici all’Alighieri Il servo, considerato «un piccolo capolavoro di abiezione», con Lino Musella (31 gennaio e 1 febbraio), interprete della fortunata serie tv Gomorra. Non poteva mancare Eduardo De Filippo e il suo Filumena Marturano, con Mariangela D’Abbraccio e Geppy Gleijeses, diretti dalla regista Liliana Cavani (8-11 febbraio). Emila Romagna Teatro porta invece sul palco un irriverente e provocatorio Delitto e castigo di Dostoevskij, adattato e diretto dal quarantenne moscovita Konstantin Bogomolov, tra le voci più lucide della scena contemporanea russa (13 e 14 marzo).

Uno sguardo sul mondo del lavoro e del precariato in Italia viene dato da La classe operaia va in paradiso, con la drammaturgia di Paolo Di Paolo, tra i protagonisti il giovane Lino Guanciale (8-11 marzo). Infine, in Ifigenia liberata, (27-28 aprile) il regista Carmelo Rifici indaga il mito degli Atridi, dando spazio alle ragioni di tutti i personaggi della vicenda.

Arrivano all'Alighieri anche i comici Ale e Franz, con Nel nostro piccolo. Gaber/Jannacci/Milano, omaggio ai loro concittadini (27-30 marzo), mentre il Teatro dell’Elfo ed Elio De Capitani tornano a Shakespeare con Otello, spogliandolo della «tradizione» per tornare al cuore del meccanismo drammatico e della sua tragica normalità (13-15 aprile). La storia di don Milani, prete al servizio dei poveri e della chiesa, sarà raccontata in un toccante spettacolo dalla Bottega degli Apocrifi (25-28 gennaio).

Al teatro Rasi si concentra una programmazione più aperta a linguaggi diversi come Il cielo non è un fondale, il cui punto di partenza è il fenomeno irreversibile dell’urbanizzazione dei paesaggi e dei modi di vivere (15 febbraio). A interpretare il testo tratto dal romanzo di Michela Murgia Accabadora è Monica Piseddu (23-24 febbraio), seguita da Stefano Ricci che disegnerà in tempo reale, con pennelli e dita, accompagnato dal contrabbasso di Giacomo Piermatti e i live eletronics di Vincenzo Core (27 febbraio).

Tanti gli eventi fuori abbonamento a Vulkano e, sempre al Rasi, per festeggiare il 25esimo anniversario della compagnia ravennate Fanny & AAlexander West (2 dicembre).

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