«La pandemia, oggi e ieri» di Chiara Ercolessi - 5BSU Liceo classico Dante Alighieri (Ravenna)

Ravenna | 25 Dicembre 2021 Dante700
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Dante Alighieri,con il suo capolavoro poetico, la Divina Commedia, ha saputo stupire e coinvolgere il cuore di miliardi di persone, che nel corso dei secoli sino ad oggi continuano a leggere le sue parole e farne tesoro. Ci siamo mai chiesti cosa direbbe Dante, cosa farebbe e come vivrebbe se fosse esistito in questi anni, tra il 2020 e il 2021? Proviamo ad immaginarlo, a pensare a come avrebbe affrontato con la sua originale personalità e mente geniale una situazione come quella attuale.

Benvenuto sommo poeta Dante Alighieri, siamo lieti e onorati di averla qui con noi per intervistarla sulla situazione attuale che coinvolge le popolazioni di tutto il nostro globo terrestre. Abbiamo pensato che nessuno, meglio di lei, poteva fornire dei consigli su come affrontare questa situazione; d'altronde sappiamo bene che lei nel lontano XII secolo ha provato sulla sua pelle numerose avventure.

«Piacere mio, sono molto orgoglioso di poter rispondere alle vostre curiosità e di essere d’aiuto, spero di soddisfare tutte le vostre esigenze e lasciare un messaggio positivo alle nuove generazioni, proprio come ho fatto con le vecchie».

Come ben sa, signor Alighieri , il mondo è afflitto da una pandemia che si è manifestata a partire da gennaio 2020, ed è da più di un anno che non lascia né pace né tregua: questo virus è chiamato COVID-19. Purtroppo questo virus ha provocato miliardi di morti in tutto il mondo, ci ha obbligato a stare distanti dalle persone che amiamo e a non abbracciarle; ha tolto il lavoro a migliaia di persone, ha fatto crollare l’economia italiana, ha aumentato lo stress, l’ansia e la depressione.

«Sono certamente a conoscenza di quello che mi dite, e non posso non manifestare il mio sconforto per voi, o popolo d’Italia, e per tutto il mondo in generale. Perciò voglio consolare voi, dicendo che anche io ho assistito a momenti difficili in cui sembrava che la mia nazione non si sarebbe risollevata dagli attacchi nemici che l’hanno presa d’assalto più volte».

Come ha vissuto lei in prima persona gli eventi politici e la carriera in una situazione così delicata, come quella di allora?

«La città di Firenze era dinamica e complessa, ma era anche una città intimamente lacerata,continuamente soggetta alla lotta civile e corrotta dalla cupidigia del potere e del denaro. A metà degli anni ‘90, ho intrapreso con decisione la carriera politica e ho affrontato la dura prassi del governare facendomi dei nemici, a tal punto che venni ingiustamente accusato di peculato e il 27 gennaio 1302 fui condannato all’esilio e non rientrai mai più in Firenze. Passai così il resto della mia vita da una corte all’altra e infine nel 1318 giunsi a Ravenna, che avevo precedentemente toccato in fugaci visite, durante le quali attraversai la foresta spessa e viva, cioè la pineta di classe».

Ora siamo curiosi e lieti di conoscere la sua esperienza vissuta qui a Ravenna, in questa meravigliosa città, che oggi è patrimonio dell’Unesco e protagonista della cultura mondiale anche grazie a lei, e al suo immenso contributo artistico e letterario.

«Questa città costituì il mio ultimo rifugio: giunsi a Ravenna nel 1318 insieme ai miei figli e venni ospitato dal signore di Ravenna, Guido Novello Da Polenta. Grazie al periodo di pace, stabilità e di grande attenzione alla cultura, trovai il luogo ideale in cui terminare l’ultima cantica della Divina Commedia. Nelle basiliche del V e VI secolo splendevano mosaici dal forte contenuto simbolico, perciò fu intensa e forte l’ispirazione che trassi dall’arte ravennate; lo straordinario patrimonio di monumenti favorì la creazione di splendide immagine poetiche grazie ad una rielaborazione sublime della bellezza che potei ammirare. Ad esempio descrissi la mia foresta sotto l’impressione di quella di Classe, profondamente meravigliosa e poetica».

Mi viene la pelle d’oca ad ascoltare le sue parole che elogiano l’arte ravennate soprattutto adesso che le nostre bellezze, patrimonio dell’Unesco, sono vuote e in solitudine, senza i turisti che le visitano quotidianamente dando loro i giusti meriti.

«L’arte è da sempre uno dei beni più grandi e preziosi di cui noi uomini possiamo godere; questa disciplina educa, rallegra, unisce e conforta. Che dolore vedere le piazze desolate, i monumenti deserti, le chiese spente, i lidi e le pinete abbandonate».

Quale consiglio vuole dare ai suoi cittadini?

«O cari cittadini, resistete che arriveranno tempi migliori sia per voi che per la vostra piccola grande città. Come ben sapete, non è il primo virus nella storia del nostro mondo e neanche il più grave, perciò rimboccatevi le maniche e lavorate sodo per uscire da questa situazione al più presto. Cari ragazzi, so quanto è difficile per voi non potervi divertire, fare feste, ballare, andare a scuola e  uscire con gli amici senza avere costantemente la paura di essere contagiati, ma pensate al lato positivo di tutto questo, i social media. Siete una generazione immensamente fortunata perché nonostante la distanza, le regole, il lockdown potete comunque chiamare, messaggiare e vedere i vostri amici tramite questi geniali mezzi di comunicazione. Pensate se non ci fossero stati, come avreste fatto? Io, ad esempio, me le sognavo queste tecnologie; infatti se questa pandemia fosse scoppiata nel mio secolo, i miei parenti e amici li avrei rivisti dopo lunghissimi mesi, probabilmente a mala pena mi sarei ricordato la loro faccia. Nella mia epoca avrei potuto scrivere una lettera alle persone a me care, ma mai avrei potuto videochiamarle. Quello che voglio trasmettervi, è di cogliere ogni opportunità e ogni lato positivo dalle disgrazie, dalle esperienze e dalle avventure che la vita ci riserva. Non dovete scoraggiarvi e cadere nella tristezza totale, bensì fare tesoro di quello che state vivendo perché posso assicurarvi che anche nel male più assoluto si nasconde qualche luce di speranza».

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Oggi, 27 gennaio 2022, i morti per Covid nel mondo sono circa 5.600.00. In questo articolo è scritto :(...) Purtroppo questo virus ha provocato miliardi di morti in tutto il mondo, (...)
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