Scor cum ut à insigné tu mé! Giovedì 5 aprile a Faventia Sales

Faenza | 26 Marzo 2018 Cultura
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Quinto anno e ancora lo chiamiamo «reading», in sfregio alla romagnolità! Giovedì 5 aprile ritorna negli spazi di Faventia Sales, in via San Giovanni Bosco 1 a Faenza, Scor cum ut à insigné tu mé!, serata-evento di celebrazione del dialetto romagnolo, organizzata dal nostro settimanale setteserequi insieme a La Musica nelle Aie di Castel Raniero (che tornerà sulla prima collina faentina dal 10 al 13 maggio).
Ancora una volta l’intenzione è quella di fare del dialetto romagnolo il vero protagonista di una serata corale, nella quale «dispiegare» tutte le possibilità artistiche ed espressive della lingua dei nostri padri, con attori, poeti, cantanti, fini dicitori, studiosi e appassionati. Come sempre ci si muove tra ospiti inediti e graditissime conferme. A metà del guado c’è Vittorio Bonetti, il «juke box umano» da poco - e forse un tantino grazie a noi – convertito a quella canzone dialettale che da giovane aveva frequentato troppo alla svelta, di ritorno ai Salesiani con il polistrumentista Christian Ravaioli e forse anche Pietro «Quinzan» Bandini. Ritorna dopo la primissima edizione - quindi per la prima volta ai Salesiani – il poeta e studioso Giuseppe Bellosi, autentica eminenza del nostro dialetto, che ricorderà Giovanni Nadiani, così come torneranno per il terzo anno gli esplosivi Gianni e Paolo Parmiani, e chi li conosce - sono in parecchi - sa perfettamente cosa aspettarsi. Per la prima volta a Scor cum ut à insigné tu mé! interverranno le poetesse Annalisa Teodorani e Laura Turci, tra le più maggiori ambasciatrici della poesia dialettale di oggi. Ha poi dato la sua adesione anche il fulestar Sergio Diotti e per la seconda volta saranno ai Salesiani i russiani Jean Fabry, inincasellabili portabandiera del «punk mentale» che nell’arco di un quarto di secolo di carriera hanno dedicato al dialetto diversi pezzi forti del loro repertorio. E porteranno con loro anche il misterioso cantautore Pulgròs. Tornerà poi Luisa Cottifogli, cantante italiana fra le più quotate che si muove tra il folk e il jazz e ha «adottato» il nostro dialetto in alcuni progetti. In attesa di conferme ulteriori, sarà un onore anche ospitare Luigi Antonio Mazzoni, deus ex machina della Filodrammatica Berton che ha lavorato alacremente a una riduzione teatrale del Baratto di Modigliana e verrà a parlarcene in dialetto. Quello di oggi, ma perché no, magari anche quello del tempo.
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