Prosciuga una carta postepay, 25enne denunciato per skimming
Un 25enne boliviano è stato denunciato per skimming, frode molto sofisticata realizzata da abili truffatori che si procurano illegalmente i dati delle carte di credito per poi prelevare denaro dal conto corrente delle vittime. A fine 2016 una 48enne di Castel Bolognese si è accorta che la sua postepay era stata bloccata quindi s'è rivolta all'ufficio postale. Quando un impiegato le ha spiegato che il blocco della carta era scattato dopo numerosi tentativi di utilizzo con un codice pin sbagliato, la titolare si è preoccupata ed ha subito chiesto il saldo del denaro disponibile, ma purtroppo era ormai troppo tardi. Infatti si è ritrovata solo con pochi spiccioli, perché alcuni giorni prima dalla sua carta erano stati trasferiti 2500 euro per ricaricare un’altra Postepay.
A quel punto la donna ha denunciato il fatto ai Carabinieri di Castel Bolognese che hanno avviato le indagini risalendo al numero di “postepay” che era stata ricaricata, nonché al nominativo del beneficiario, che è risultato essere un 25enne originario della Bolivia ed abitante a Milano. Il giovane, convocato in caserma dai Carabinieri del capoluogo lombardo, ha ammesso di essere il titolare della carta “Postepay” che è emersa dall’indagine.Quando gli è stata contestata la “ricarica” di 2500 euro sottratti alla castellana, ha cambiato versione raccontando di averla smarrita un mese prima e di essersi dimenticato di denunciare l’accaduto. Naturalmente quella versione dei fatti non ha affatto convinto i militari dell’arma che lo hanno denunciato per “frode informatica”.Il consiglio dei Carabinieri di Faenza, al comando del capitano Cristiano Marella, “è di prestare molta attenzione a questa tipologia di truffa che viene realizzata da malviventi che sono dei veri “esperti” informatici, in grado di clonare le carte di credito con i dati raccolti dalle apparecchiature elettroniche utilizzate negli esercizi commerciali per pagare i beni acquistati. Infatti le informazioni di accesso alle carte di pagamento vengono “rubate” ad ogni strisciata della banda magnetica e poi trasmesse a organizzazioni criminali che poi le utilizzano per svuotare i conti correnti delle vittime”.