Max Giusti con uno spettacolo nuovo, anzi nuovissimo, al teatro Masini venerdì 16

Faenza | 16 Febbraio 2018 Spettacoli
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Elena Nencini
Cambia le carte in tavola Max Giusti all’ultimo momento: venerdì 16 alle 21 sarà al Teatro Masini di Faenza con il suo nuovo spettacolo in anteprima. Un one man show con alcuni dei suoi personaggi più amati – da Luciano Ligabue a Vasco Rossi fino ad Elton John – ma anche una riflessione, tutta da ridere, su passato, presente e futuro.
Giusti è un fiume in piena che rischia di travolgerti con la sua comicità e le sue battute, ma non aspettatevi niente di banale, perché ci tiene. L’intervista comincia con una citazione da un film di Alberto Sordi, esordisce infatti: «Se lo ricorda Sordi in una Vita difficile con Lea Massari? La inseguiva lungo la spiaggia chiamandola ‘Elena, Elena, Elena’».
Comico, presentatore, doppiatore, attore, Giusti spariglia subito le carte in tavola alla prima domanda.
Quanto è cattivo Max Giusti (riferito al titolo di «Cattivissimo Max» che doveva portare a Faenza nda)?
«La blocco subito, io ho deciso di fare un’altra cosa, sto convincendo il mio produttore. Ho fatto due anteprime in questi giorni del mio nuovo spettacolo ed è come quando fai un nuovo menu per il tuo ristorante, lo fai provare e ti accorgi che hai fatto un ulteriore passo avanti. Ecco io mi sento così: venite a teatro qualcosa succederà. È fichissimo perché sono riuscito a fare uno spettacolo che è una vera bomba di comicità. Sono stanco, ma felice».
Quali sono i personaggi che vedremo sul palco?
«Verranno in carne e ossa: lo spettacolo ci parlerà del fatto che tutto quello che ci hanno promesso negli anni ‘80 è svanito. Ve li ricordate gli anni ‘80 quando aspettavamo il nuovo millennio pensando a “2001 Odissea nello spazio”? Ci dicevano che bisognava avere una laurea e così ci preparavamo al nuovo millennio studiando nuove materie, come informatica, robotica. E invece oggi per essere popolare, riconoscibile, devi fare il cuoco. Prima il cuoco puzzava di fritto, era sporco di sugo, non sapeva parlare. Adesso non è più cuoco, ma chef, ha il suo nome sulla giacca, parla italiano, è snob, bello. Gli chef sono gli unici a cui è permesso trattare male gli altri. Ma allora siamo sicuri che va tutto bene?».
Quindi cosa succede?
«Faremo un viaggio moderno perché ci hanno tolto un sogno. Mio papà, quando ero piccolo, voleva andare da via della Magliana (quartiere di Roma dove Giusti abitava da bambino nda) ad Acapulco. Era il suo sogno, l’ha pensato per tutta la vita. Adesso con internet vai in tutto il mondo, con offerte vantaggiose, senza sapere dove vai esattamente. Ma va tutto bene. Ma siamo sicuri che decidiamo la nostra vita? Sono pronto al ‘soddisfatti o rimborsati’ per questo spettacolo. E’ esilarante, alle volte mi devo fermare per non ridere. Il bello è che si ride in maniera non banale, perché credo che la vera sfida sia portare il pubblico a teatro senza toccare la banalità».
Chi vedremo in scena allora?
E comincia a fare le imitazioni. «Luciano Ligabue ci parlerà della difficoltà quotidiana dei giovani di 59 anni, ai quali tocca fare la tinta. Mentre il grande rocker di Zocca spiega il male dei giovani di oggi, che secondo lui sono i videogiochi. Infine sul palco ci sarà proprio lui, sir Elton John, e poi entrerò nel video di Malgioglio “Mi sono innamorato di tuo marito”. Non vi racconto altro».
Cos’è la comicità per Giusti?
«Della comicità faccio un uso privatistico: non riesco a fare cose che non mi fanno ridere. La cosa più giusta sarebbe quella che anche io pagassi il biglietto. Ci sono tre momenti del nuovo spettacolo in cui non riesco a  non ridere: per esempio quando l’hipster cinquantenne porta in discoteca la sua assistente venticinquenne e lei gli chiede se ha preso la pasticca. Lui risponde “Si, alle sei quella per la pressione”. Ecco è tutto così».
Ha sempre fatto imitazioni?
«Ho cominciato a 13 anni, facevo Diego Abatantuono il ‘terrunciello’. Per nove mesi ho parlato solo così. Ero insopportabile, ma mi divertivo come un pazzo».
Cosa guarda quando pensa di imitare un personaggio?
«Alcuni personaggi non li scegli tu, vogliono essere scelti anche se non lo sanno. Lotito per esempio oppure Malgioglio che da cantante è diventato un opinionista. La sua c che sostituisce la g è irresistibile. È lui che viene da te. Altri li vai a cercare, anche se alcuni ci metti tanto a farli uscire».
Cosa potrebbe dire dei romagnoli?
«Quando monto su un palcoscenico la sera mi sento come un diabetico che gli aprono una pasticceria e gli dicono fai come ti pare. Salire sul palco in Emilia Romagna è sempre un piacere, è un pubblico attento a ogni sfumatura. Se non gli piace te lo dicono, ma se gli piaci c’è la risata piena. Mi piacciono le risate grasse, quelle particolari che riconosci subito a teatro».
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