IL CASTORO | Vaccini, lavorare su una corretta informazione

Faenza | 05 Luglio 2017 Blog Settesere
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La scienza progredisce, l'uomo regredisce. Sembra potersi riassumere così il recente dibattito sui vaccini in Italia. Già, perché non si parla più oramai di innocue opinioni sfavorevoli: stanno nascendo veri e propri movimenti e associazioni che lottano per impedire le vaccinazioni. Siamo al limite del reale e, come a ragion di logica sostiene la maggior parte dei pediatri italiani - quelli almeno che al loro compito adempiono efficientemente - queste sono persone pericolose, per loro stessi e per tutta la popolazione.

Siamo davvero arrivati al punto di mettere in discussione conquiste mediche che dal 1879 (primo vaccino di Louis Pasteur) ad oggi hanno salvato milioni di vite umane da malattie infettive? A giudicare dalle campagne che vengono portate avanti sembra proprio di sì. Si parla di correlazioni fra vaccini e autismo, patologie neurologiche, diabete, allergie e morbo di Crohn. Ma ciò che più di tutto colpisce la comunità di pediatria è l'infondatezza scientifica di ognuna di queste teorie e quanto facilmente sempre più genitori vi si accostino. «Non esistono anzi, non possono esistere, nella medicina ufficiale, medici contrari» dice la dottoressa Giuliana Monti della Pediatria di Comunità (Ausl di Romagna), «perché la scienza si è espressa in un certo modo in base a studi epidemiologici durati anni, che hanno ben studiato reazioni e conseguenze fra le due coorti messe a confronto nei test. Ne è risultato che il 99% dei dubbi sorti nei genitori riguardo la sicurezza dei vaccini - ne è esempio la correlazione vaccino e autismo - sono scientificamente infondati, derivati unicamente da finti esperti che, esprimendosi sul web, non si poggiano su alcun dato sperimentale chiaro. Abbiamo perciò da un lato l'opinione, dall'altro la pura scienza».

Non si può certo negare però che in tutta Italia la diffusione di certi falsi miti stia prendendo piede. Giusto qualche dato a livello nazionale: sappiamo come nei primi mesi del 2017 si siano registrati inaspettati focolai di morbillo e pertosse in molte zone; a fine gennaio si è stimato che i casi di morbillo fossero aumentati del 230% rispetto al gennaio precedente. In tutto il 2016 ci sono stati appena 850 casi, a marzo 2017 sono già oltre i 1000 e la percentuale cresce. Riguardo le coperture vaccinali in Emilia Romagna, il calo dal 2013 al 2015 è stato del 4,1% (da 91,3% a 87,2%). Preoccupa che nessuna regione raggiunga la soglia del 95%, la cosidetta immunità del gregge, sostenuta dall’Oms, per cui anche chi non può permettersi o non può effettuare vaccinazioni risulta comunque protetto dalla quasi totale copertura della comunità in cui vive. Ma se le persone vaccinate sono troppo poche, anche le malattie ritenute debellate da anni possono ricomparire e fare stragi. Questo è inevitabile e purtroppo sta avvenendo. «Parlare di vaccinazioni obbligatorie (contro poliomielite, difterite, tetano ed epatite B) non significa che tutte le altre si possano evitare. Le vaccinazioni raccomandate sono tanto importanti quanto le prime. È solo un fatto storico, per cui queste malattie pericolose in passato dovevano essere combattute con degli obblighi, a cui anche la gente meno informata non poteva sottrarsi» aggiunge la dottoressa Monti, «perciò il problema di base lo si conosce, sono la disinformazione e la cattiva informazione e ci si sta già lavorando.

Nel 2015 è stato pubblicato dalla Società italiana di pediatria un decalogo che mette in guardia circa le maggiori e peggiori bufale del web e si occupa di smontarle su base scientifica. Inoltre il ministero si sta esprimendo sempre più a favore dei vaccini con campagne di sensibilizzazione. Pediatri e operatori non sono perciò più soli in questa lotta scientifica». Nonostante tutto, possiamo essere ottimisti in Emilia Romagna, perché grazie alla Legge Regionale del 25 novembre 2016, n.19, oramai passata in vigore, dal 2017 solo i bambini vaccinati potranno accedere all’asilo nido; questo significa che almeno il 30% della popolazione infantile dovrà aderire all’offerta vaccinale. «Il riscontro per ora è davvero positivo -conclude la dottoressa. Ovviamente la strada verso la piena applicazione dei vaccini è lunga e bisogna iniziare a convincere sempre più regioni, soprattutto riguardo malattie come il morbillo, ma già vedere che molti inadempienti abbiano cambiato sponda, facendo addirittura registrare un lieve aumento delle coperture regionali nel 2016, è un buon punto di partenza».

La lotta di certo non si arresterà improvvisamente. Bisogna lavorare con costanza sulla corretta e valida informazione mediatica. La salute pubblica non è uno scherzo e dobbiamo metterci in testa che la scienza detta legge in base a progressi secolari ed esperimenti guidati dal metodo. Un’opinione non fondata né certa, se diffusa, può far più danni che altro. Di esempi ne abbiamo, uno fra gli ultimi il caso dell’operatrice in Friuli che ha letteralmente buttato nel cestino 500 vaccini, simulando di averli regolarmente somministrati ai bambini. Sono condotte inaccettabili, che mettono a rischio tutti e danneggiano anche chi sta dalla parte della ragione.
 

Niccolò Melandri

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