Giovedì 10 riparte La Musica nelle Aie: natura, cultura, cucina, tradizioni e taranta

Faenza | 09 Maggio 2018 Cultura
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Federico Savini
«Quest’anno inauguriamo anche il Maggio Faentino, un calendario per la promozione extraregionale di eventi che hanno quel tipo di richiamo. Siamo i primi del cartellone e anche quelli che, in qualche modo, riassumono le caratteristiche di questi grandi eventi: ambiente, cultura, gastronomia, sport e musica». Cambiano i progetti, si amplia il programma e l’entusiasmo se possibile cresce di anni anno, ma i capisaldi del festival La Musica nelle Aie - che torna a Castel Raniero di Faenza da giovedì 10 a domenica 13 maggio – sono sempre gli stessi e sono la ricetta vincente di un evento tra i più attesi dell’anno, a Faenza e non solo. Parola di Pietro «Quinzan» Bandini, che del festival è uno dei direttori artistici insieme ad Aldo Foschini e Umberto Rinaldi, anima prettamente culturale di un evento che viaggia anche sui binari della sagra di campagna e della festa di comunità in genere. «Con questa formula dei concerti folk e del festival della domenica pomeriggio è la 16ª edizione - dice Bandini -, ma la prima Podistica con i gruppi folk che suonavano lungo il percorso risale al 1996, le prove generali della festa che è diventata poi».
La Podistica, peraltro, quest’anno diventerà competitiva, a riprova di un evento che cresce su più fronti anno dopo anno.
Tra questi fronti c’è, immancabilmente, il pubblico, sempre più numerosi. «E’ anche per questioni logistiche che avremo il bus navetta anche il venerdì, dalle 20, e il sabato, dalle 16 – spiega Matteo Cortesi, presidente dell’associazione di promozione sociale Castel Raniero -. In quelle giornate la navetta sarà attiva da Villa Rotonda fino al campo sportivo, mentre la domenica è riconfermata quella dal grande parcheggio del PalaCattani. Servirà per far stare tutti quanti meglio, evitare problemi e permettere a tutti di venire alla festa».
Anche perché la cucina, oltre alla musica, è un’attrazione di primo piano a Castel Raniero. «Abiamo mantenuto il menù 2017 – commenta Cortesi -, con lo stinco come specialità il giovedì e venerdì, e le uova con pancetta il sabato. Sono sempre disponibili il menù vegetariano e quello del celiaci, preparato rigorosamente da un laboratorio specializzato, proprio perché tutti possano godersi la festa. Puntiamo anche più del solito sullo spazio di Villa Orestina, dove sarà attivo uno stand gastronomico de Il Lavoro dei Contadini già il sabato, e poi riconfermiano le altre attività dell’associazione, lo stage di pizzica ma anche uno nuovissimo di yoga e pure la ginnastica del Club Atletico di Faenza».
Villa Orestina sarà protagonista anche degli eventi prettamente culturali, come la mostra del venerdì con l’evento letterario delle 18 «Se queste mura potessero parlare», con M. Foschi e A. Emiliani e l’organizzazione di Carta Bianca, mentre il sabato pomeriggio verrà dato spazio al nuovo disco del cantautore Macola, al libro di Gianni Siroli sulle balere e all’audiolibro di Marilena Benini con Pietro «Quinzan» Bandini, protagonista anche la domenica sera con la proiezione del video - girato nella sua tenuta - della canzone Gumbarera di Vittorio Bonetti. «Un’altra novità assoluta – incalza Pietro Bandini – è il concerto all’alba del sabato, con l’ensemble Naturton dei nostri gemelli di Schwabisch Gmund e il corno delle alpi nelle nostre aie».
Ma più di tutto quest’anno tornerà, prorompente, il suono dell’Italia del Meridione. «I Casertani Taranterrae e i Malanova erano già stati con noi – spiega Aldo Foschini – e siamo riusciti a coinvolgere anche il grande Ambrogio Sparagna per la serata del sabato, con la sua “Taranta d’amore”. Il suo apporto alla storia del folk italiano è importantissimo e la sua esperienza era un “tassello” che ancora mancava a Musica nelle Aie. Al di là del meridione, il cartellone è molto vario, a partire dai vincitori del premio 2017 che si esibiranno quest’anno: i Mi Linda Dama con la loro musica sefardita e il cantautorato imprevedibile de L’Istrice. In definitiva è cantautorale, e molto originale, anche la proposta della domenica con La Fevra, il progetto blues romagnolo molto serio di Vince Vallicelli, sul palco con musicisti dei Sacri Cuori e dei Quintorigo. Va segnalato anche il ritorno dell’ensemble della Satrti Brass, che marca un legame col nostro territorio, in scena quest’anno la domenica all’ora di pranzo, e naturalmente i venti gruppi della domenica pomeriggio, che suoneranno per quattro ore nelle aie. La rappresentanza della nostra regione è molto ampia, ma ci sarà anche tanto nord Italia, un gruppo pugliese e uno siciliano e pure una formazione ungherese, con una proposta musicale molto antica e tradizione, con ghironde e violoncelli usati in modo veramente sorprendente».
Ma più di tutto, Musica nelle Aie è una festa di comunità. «Oltre ai nostri volontari – chiude Matteo Cortesi – alla festa sono presenti, con un contributo determinante, i membri de Il Lavoro dei Contadini, le Guardie Ecologiche Volontarie che fanno escursioni e puliscono i percorsi, tanti amici dalle parrocchie di Errano, San Ruffillo e Sant’Antonino e pure tanti volontari dai rioni faentini. L’ingresso è sempre a offerta libera, per l’Ami, un’associazione molto serie che si occupa della formazione di medici africani, che poi tornano nei loro villaggi ad aiutare il loro popolo».
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