Ciclismo, il faentino Tarozzi ha rotto il ghiaccio: "Al 2019 chiedevo quattro successi: ora ne mancano tre..."
Andrea Bocchini
Ambasciator porta vittoria. Mancava solo il successo a rinvigorire la stagione del team Under23 InEmiliaRomagna e finalmente il ghiaccio è stato rotto con la vittoria del faentino Manuele Tarozzi nel 60° Giro delle Valli Aretine. Il team InEmiliaRomagna non è una squadra normale perché, nel panorama sportivo, non vi è nessuna formazione rappresentata e sponsorizzata direttamente da una regione e con gli atleti che hanno il ruolo di «ambassador» e di promotori del territorio. Per completare l’ambizioso progetto mancava semplicemente una vittoria.
E la vittoria è arrivata con il corridore più atteso, quel Manuele Tarozzi che in stagione aveva già centrato tantissimi piazzamenti, corso il Giro Under23 e vestito la maglia della nazionale al Tour of Alps con i professionisti. Ma la soddisfazione di vincere, già vissuta nel 2018 con la maglia della Tsa Beltrami, ancora non era arrivata e per il «Taro» è stata una bella liberazione: «Al 2019 chiedevo almeno quattro vittorie - spiega lo scalatore manfredo - e quindi sono ancora in notevole ritardo. Scherzi a parte, sono molto felice di essermi sbloccato perché le mie aspettative erano alte e lo era anche il desiderio di regalare il primo successo della storia al team InEmiliaRomagna. Anche se con un po’ di ritardo, sono felice di essere stato io a regalare il primo successo alla squadra».
La stagione era partita forte, poi tanti piazzamenti, ma con la vittoria che non sembrava così vicina: «Vincere tra gli Under23 non è semplice e diventa ancora più difficile se, come me, non si è un corridore particolarmente veloce. La condizione è stata sempre abbastanza buona e conto di riuscire a mantenerla almeno fino alla fine della stagione e provare a raggiungere il traguardo che mi ero prefissato». La prima parte è servita anche per fare esperienza con la partecipazione al Tour of Alps e al Giro baby Under23. «Il Tour of Alps - continua Tarozzi - è stata un’esperienza bellissima perché ho corso con la nazionale e perché ha rappresentato il mio esordio tra i professionisti. Purtroppo non sono abituato a disputare corse a tappe e anche al Giro Under23 ho dovuto ben presto cancellare le ambizioni di classifica perché non è semplice essere tutti i giorni a tutta. L’8° posto nella frazione conclusiva è stato comunque un’ottima iniezione di fiducia e ha dimostrato che ho finito la corsa in crescendo».