E’ l’acqua il «filo conduttore» delle spedizioni speleologiche in Papua-Nuova Guinea del casolano Andrea Benassi: spedizioni avviate nel 2012 ed oggi giunte ad una quarta puntata che partirà il 17 dicembre prossimo.
Se la speleologia è sempre, in generale, ricerca dell’acqua (le grotte si originano per azione di tale elemento su rocce solubili), in questo caso si tratta di acqua in quantità davvero enormi: obbiettivo delle spedizioni è anche appurare se è vero che qui ci sono i fiumi sotterranei maggiori, come portata, dell’intero pianeta.
«Il nostro gruppo ha avviato un progetto di ricerca - spiega lo stesso Benassi - con lo scopo di documentare, esplorare e misurare i maggiori fiumi ipogei dell’Indonesia, tra Molucche e Nuova Guinea, che sono probabilmente i maggiori, in assoluto, del Mondo. Già nel 2016 abbiamo iniziato la discesa del fiume Aouk che dà vita ad un fenomeno carsico davvero unico: una serie di grotte e trafori percorsi da un corpo idrico con portate medie di 180-200 metri cubi al secondo, paragonabili a quelle del Tevere presso la foce».
Per noi abituati alla Vena del Gesso romagnola, dove le portate massime sono quelle del Rio Basino, inferiori di oltre mille volte a questi valori, si tratta di dati sorprendenti «e ciò - ribadisce Benassi - renderà l’esplorazione particolarmente complessa e delicata. Oltre all’esplorazione ci proponiamo di produrre documentazione che stimoli le autorità indonesiane a tutelare questo straordinario patrimonio idrogeologico. Un patrimonio che si intreccia con la storia e la mitologia dei Mey Mare, popolazione che da secoli abita e preserva le circostanti foreste».
La presentazione dell’impresa è stata salutata dal sindaco di Casola Valsenio, Nicola Iseppi, e dal direttore del Parco Vena del Gesso, Massimiliano Costa. Per quanto non campanilistica, la spedizione (composta da otto speleologi di ogni parte d’Italia) trae origine anche dalla Società «Saknussem» (il nome è quello del protagonista del Viaggio al centro della Terra di Giulio Verne) di Casola e dai famosi raduni speleologici che in questo paese si tengono da 25 anni.
Andrea Benassi, 42 anni, di origine e studi (Antropologia) romani, è casolano di adozione e quindi l’iniziativa gode del patrocinio, tra gli altri, anche dell’Unione dei Comuni della Romagna Faentina e dell’Ente per i Parchi e la Biodiversità Romagna. (sandro bassi)