Ravenna, Vaglio (Coo Qint’x): «Parco eolico Agnes, siamo ottimisti, attivo nel 2027”

Emilia Romagna | 02 Aprile 2022 Economia
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Elena Nencini
Si tratta di un mega progetto da 1,8 miliardi d’euro quello del parco eolico Agnes, voluto dalla società ravennate Qint’x, specializzata nel settore delle energie rinnovabili. Il parco prevede 75 pale posizionate tra i 22 e i 26 chilometri dalla costa ravennate, cui verrà abbinato il fotovoltaico galleggiante e la produzione di idrogeno verde, per un totale di 700 megawatt di energia.
Gian Luca Vaglio, direttore operativo del progetto Agnes, racconta di come sta andando avanti il progetto, dopo aver ricevuto le prime ‘osservazioni’ dagli enti locali e di quali saranno i prossimi step per il parco eolico che dovrebbe essere attivo nel 2027. Partner del progetto è Saipem.
Si sono concluse le osservazioni del progetto Qintx. Com’è andata?
«Abbiamo ricevuto le richieste di osservazioni per la concessione del demanio marittimo - inerente la zona dove passerà il nostro elettrodotto - dagli enti locali e abbiamo avuto un mese per inviare tutti i riscontri. A breve, prima dell’estate, si dovrebbe concludere l’attuale procedura della concessione demaniale che risulta essere solo uno dei diversi aspetti che ci dobbiamo far rilasciare. La fase successiva, più complessa e più lunga, è relativa allo studio di impatto ambientale. Torneranno in campo gli enti che valuteranno i nostri studi e le nostre relazioni nello specifico dell’impatto della nostra opera sull’ambiente e sulla società». 
Vi aspettavate le osservazioni che vi sono state fatte? Si tratta di cambiamenti importanti?
«Le richieste di chiarimento e di integrazione che sono pervenute sono in linea con quello che ci aspettavamo: procedimenti come questo sono molto utili perché ci permettono di poter spiegare a tutti gli enti interessati i dettagli tecnici del progetto e di capire come studiare alcune tematiche che potevamo aver tralasciato. Non c’è stata nessuna osservazione che ha reso  critico lo svolgimento del progetto, se non alcune piccole modifiche che siamo perfettamente in grado di assorbire».
La parte delle autorizzazioni rende complesso il vostro lavoro?
«Abbiamo iniziato a sviluppare Agnes quando ancora non esisteva una legge per approvare gli impianti eolici oltre le 12 miglia, a dire il vero non è neanche troppo chiaro oggi. Nonostante il Mite (Ministero della transizione ecologica nda) abbia dato delle linee guida siamo in attesa di capire nel dettaglio quali saranno le procedure. Ma non è stato un deterrente, anzi è stato il nostro punto di forza partire quando molti ancora non ci credevano o erano rallentati dal fatto che le leggi non ci fossero. Se fossimo in altri paesi sarebbe tutto più chiaro e potremmo contare su una struttura normativa che consenta di avere chiaro fin dal primo giorno quali saranno gli step burocratici. Gli step previsti sono la concessione demaniale, lo studio d’impatto ambientale. Bisogna ovviamente dare merito al Mite che ha instaurato un canale diretto con i progettisti di eolico offshore - principalmente quelli di eolico galleggiante - e ci sentiamo con cadenza mensile: i funzionari ci aiutano a capire come procedere in questa fase in cui i vuoti normativi potrebbero rallentarci». 
Quali sono i prossimi step e le tempistiche? 
«Entro maggio-giugno dovremmo ottenere il parere favorevole per la concessione demaniale. Per la parte ambientale dovremmo cominciare a fare i rilievi sulla fauna ittica, sull’avifauna, sulla qualità delle acque, i rilievi geomorfologici: in base alle risultanze redigeremo lo studio di impatto ambientale che andrà presentato insieme al progetto definitivo alla Commissione tecnica di Via (Valutazione d’impatto ambientale). Gli enti locali esprimeranno poi i pareri e le valutazioni. Per la procedura di impatto ambientale ci vorrà fino alla metà del 2023. Più di un anno. La parte ambientale è quella dove si gioca la partita più complessa: una volta che avremmo ottenuto la concessione demaniale, la procedura ambientale, l’allacciamento alla rete elettrica da parte del gestore di rete - che è Terna -, avremo tutte le carte in regola per fare la procedura d’autorizzazione unica che servirà ad allacciare e mettere in esercizio l’impianto».
Quando potreste cominciare a «mettere in pratica» il progetto?
«Se il nostro progetto venisse autorizzato nel terzo trimestre del 2023, la costruzione, la fabbricazione dei primi componenti, la spedizione dei  materiali e la logistica potrebbero partire già sei mesi dopo e impiegare tre anni. Se ci facciamo autorizzare a fine 2023 la costruzione potrebbe cominciare nel 2024 e concludersi nel 2027. Nelle ultime settimane abbiamo rivisto la nostra time-line in maniera più ottimista, perché da parte del Ministero e grazie anche ad altri fattori sembra sia possibile accelerare». 
Si parla in questi giorni del Parco di Rimini, che ne pensa?
«In Italia dobbiamo incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili: da progettista ho qualche perplessità su alcune scelte progettuali mi sembra molto vicino alla costa, di vecchio stampo nella scelta della zona, della pianificazione dello spazio marittimo e degli aerogeneratori che non sono innovativi come quelli di Agnes. Per quello che ci riguarda Agnes non ha solo il progetto di Ravenna, ma anche altre progettualità in mare Adriatico, anche se il progetto di Ravenna è il più avanzato essendo stato il primo a nascere».
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