Ravenna, sul porto Bunicci (Piloti) aspetta la ripartenza, traccia un bilancio del 2020 e spera nel 2021

Emilia Romagna | 02 Maggio 2021 Economia
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Elena Nencini
Roberto Bunicci, capo dei Piloti del porto, da diversi anni, traccia un bilancio dell’anno passato e delle novità in arrivo per il porto di Ravenna.
Come è andato il 2020?
«Abbiamo chiuso il bilancio in rosso, con un 15% di traffico in meno. Certo, rispetto a porti come Venezia o Civitavecchia siamo stati fortunati, perché hanno avuto cali molto importanti, anche del 70% in meno. Ravenna ha il pregio di essere un porto multi-tipologia e quindi il danno è stato relativamente contenuto. Solo alcuni settori hanno risentito della pandemia, in particolare nei mesi di marzo e aprile 2020 sono stati bloccati tutti gli ordinativi, ed è arrivata in porto solo la merce che era sotto contratto con cui abbiamo riempito i magazzini. C’è stata una sorta di onda lunga. Adesso però le sensazioni per la ripartenza sono buone». 
Quali tipologie di materiali riprenderanno più rapidamente?
«Sicuramente ci sarà bisogno dei materiali per l’edilizia, i cementi, gli inerti, il ferro; così come via mare arriveranno per l’import materie prime come i cereali dal Sud America. E poi naturalmente c’è una grande attesa per le crociere».
Il cambio di gestore per i traghetti della linea Ravenna-Catania ha cambiato qualcosa per voi?
«In realtà no, da giugno dello scorso anno avevamo due operatori appunto. Poi Cin Tirrenia ha sospeso la Ravenna-Catania, sostituita da Grimaldi che ha aggiunto rapidamente una terza nave e sicuramente saprà adeguare la linea». 
Un problema che vi tocca molto da vicino è quello dei fondali. Come è la situazione attuale?
«La situazione è quella di un anno fa, di due anni fa, di tre anni fa, cioè, bisognosa di cure e manutenzione. Noi siamo a fare il nostro lavoro, cercando di garantire la massima sicurezza delle navi, ma aspettiamo presto interventi da parte dell’Autorità di Sistema portuale. In realtà speravo che fossimo già avviati, ma c’è qualcosa che frena. Ci sarebbe bisogno di aggredire l’avamporto e la relativa canaletta di accesso, cosi come altri punti critici lungo il Candiano ed il Piombone. Sarebbe molto importante riportare i fondali da 11.20 m a 11.50 m. visto che serve almeno un metro sotto la chiglia, così che le navi più grandi non dovrebbero aspettare una predeterminata quota di marea per entrare. Siamo sempre disponibili a offrire contributi tecnici in prospettiva di sviluppo portuale. Un porto sicuro è anche un porto efficiente, che può performare al top delle proprie possibilità. Auspico che anche il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) abbia coscienza di questo e colga questa possibilità impiegando anche le nostre esperienze sul campo». 
Quali sono i punti difficili in questo momento?
«Sicuramente la canaletta di accesso all’avamporto e il mammellone davanti al terminal di Tcr. Adesso sono cominciati i lavori nella zona della rampa vecchia del traghetto, lato Porto Corsini: è partito il cantiere per la rimozione e questo comporterà un allargamento di 12-14 metri del canale. Per quanto modesto, per noi rappresenta un bel aiutino».
Che ne pensa del nuovo progetto per le crociere che è stato presentato?
«Sono entusiasta del progetto, promette grandi cose, ci sono tutte le premesse per la concretizzazione. Ravenna è stata valutata attentamente insieme ad altre realtà: se lo merita come città e come porto. Come ho già detto il miglioramento della canaletta d’accesso per le crociere genererà passaggi sicuri per tutti i pescaggi e per tutte le merceologie. E’ a vantaggio di tutti, anche quelli più a valle ne beneficeranno. 
A Porto Corsini si lamentano a proposito dei pulmann che già in passato avevano dato problemi, ma io credo che basti rivedere la circolazione. 
Si tratta di un progetto trentennale con un investimento molto importante proprio perché credono nel porto, nel terminal, nell’area regionale, nelle città d’arte vicine come Bologna, Venezia o Firenze. Chi vede Ravenna anche solo per poche ore è un potenziale turista che tornerà. Ad una prima toccata possono seguire altri viaggi, Ravenna del resto è  ‘la sconosciuta’».
Ci sono novità in arrivo per la squadra dei piloti?
«Abbiamo pensionato un pilota e nell’arco dei prossimi mesi ne andranno via altri due. C’è un Concorso pubblico della Capitaneria di porto per assumere tre piloti nei prossimi anni. Continua così il processo di rinnovamento generazionale. Ci sono state a febbraio le visite mediche e a maggio faremo le prove d’esame come diritto alla navigazione, teoria della manovra e sviluppo di piani di manovra : si discute sulla carta la manovra, la si disegna, la si valuta nei minimi dettagli alla commissione esaminante. Una volta assunto il giovane pilota farà un periodo di affiancamento di 12 mesi per passare poi pilota effettivo dopo una prova pratica  eseguita a bordo. Sono arrivate 125 domande, anche perché l’ultimo concorso risaliva al 2014».
Come è andata con l’emergenza sanitaria?
«Abbiamo sofferto come tutti, con il timore dei contagi, applicando lo  smartworking ove possibile, rispettando i Protocolli Sanitari, così l’offerta del servizio non ne ha risentito, ma i piloti hanno dovuto compiere sacrifici importanti sulla rotazione dei propri turni per garantirlo. Continuiamo su questa linea perché siamo consapevoli di dover fornire un servizio obbligatorio: se partisse un contagio sarebbe un grosso problema perché si tratta di servizi che non possono essere rimandati e bisognerebbe ridurre drammaticamente i turni di riposo».
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