Ravenna, intervista al sindaco De Pascale: «Il Pd può vincere, Meloni meglio di Salvini; sosteniamo famiglie e imprese dal caro bollette»

Emilia Romagna | 04 Settembre 2022 Politica
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Manuel Poletti - «Elezioni, la partita è da giocare fino in fondo, si decide il 25 settembre. Certo, se dovessi scegliere, fra Salvini e Meloni, molto meglio la seconda, ma il centrosinistra esprime buone candidature, a partire dalla Romagna, con tante donne capaci. Sull’emergenza bollette il governo Draghi può e deve intervenire, dobbiamo difendere le fasce più deboli. Il rigassificatore? Ravenna sarà all’altezza dell’impegno preso, compreso i controlli sull’impatto del progetto. La Cmc? Mi aspetto gli stessi aiuti ottenuti da altre big delle costruzioni andate in crisi negli ultimi dieci anni».
Il sindaco di Ravenna e presidente della Provincia Michele De Pascale analizza a 360 gradi la situazione a fine estate, con tante tematiche economiche rilevanti in agenda e non solo, a partire dalle elezioni politiche, dal buon andamento della stagione turistica, fino ai tagli ai fondi della sanità, come se il Covid non avesse insegnato nulla.
Sindaco De Pascale, mancano tre settimane al voto delle Politiche, che a metà luglio nessuno avrebbe pronosticato. Tutti i sondaggi danno come vincitrice Giorgia Meloni e il centrodestra. Lei che sensazioni ha?
«Le elezioni politiche sono un tema molto rilevante. La scelta di far cadere il governo Draghi da parte dei 5 Stelle e del centrodestra è stata molto sbagliata, soprattutto in un momento come questo, anche a livello europeo. Insieme ad altri sindaci, di tutti i colori politici, abbiamo fatto un appello al senso di responsabilità dei partiti, ma non siamo stati ascoltati in quei giorni torridi di luglio. Così siamo finiti in una campagna elettorale in piena estate: dai sondaggi sembra esserci già una vincitrice, Giorgia Meloni, ma è successo altre volte che nel Paese chi veniva dato come vincitore alla vigilia, poi non lo fosse nelle urne, penso ad esempio al 2013 con il centrosinistra di Bersani. La verità è che si decide tutto il giorno delle elezioni, il 25 settembre, se i cittadini voteranno un governo di destra-centro lo rispetteremo, ma sono convinto che ci siano ancora i margini per giocarsi alla pari questa campagna».
Indecisi e astensione saranno determinanti, come anche le contraddizioni interne alla coalizione di centrosinistra. Verdi e Sinistra italiana cosa c’entrano col Pd?
«Se guardiamo alle contraddizioni entrambe le coalizioni hanno problemi all’interno: le diversità del centrodestra sui valori di fondo sono molto più gravi delle nostre. Noi ci teniamo volentieri i Verdi, rispetto alle idee e alle politiche filo Putin della Lega di Salvini. Fra i due leader a mio parere è di gran lunga migliore Giorgia Meloni rispetto al segretario della Lega, che rappresenta l’ala più populista. Io ho in mente un centrosinistra più ampio, che va da Azione/Italia Viva ai 5 Stelle, di quello che si presenta alle elezioni politiche, perché lo abbiamo attuato in alcuni Comuni locali (Ravenna e Faenza), fra i pochi esempi in Italia. In provincia di Ravenna siamo chiamati a votare delle candidate, noi infatti mettiamo in campo tre donne, tre amministratrici del Pd capaci ed autorevoli: Ouidad Bakkali, Manuela Rontini ed Eleonora Proni. Loro sono in grado di parlare ad un elettorato molto ampio e di mantenere rapporti con le altre istituzioni locali, dalla Regione ai Comuni del territorio».
Energia e gas, un altro balzo di prezzi e di costi per imprese e famiglie. Anche i Comuni ne risentono. Serve un intervento europeo per calmierare i prezzi o basta il governo italiano?
«Il presidente della Repubblica Mattarella nello sciogliere le Camere è stato chiaro sul ruolo che deve avere il governo dimissionario. Tutte le forze politiche, anche chi ha sfiduciato Draghi, oggi chiedono un impegno dell’esecutivo su queste emergenze e anche l’Europa deve fare la sua parte unita. Da Ravenna lanciamo l’allarme per le imprese gasivore (ceramica, chimica in primis) e non solo quelle energivore, oltre che per tutte le famiglie toccate dal peso delle bollette e dall’inflazione in crescita da mesi. Sono colpite soprattutto le fasce più deboli, servono misure emergenziali, ma soprattutto serve anche una strategia complessiva che affronti in maniera lungimirante questi problemi: totale sburocratizzazione per i progetti sulle rinnovabili, un piano per l’estrazione di nuovo gas in Adriatico ed il piano dei rigassificatori necessari, di cui Ravenna è già parte in causa. Bisogna farlo ora, altrimenti passata l’emergenza nessuno se ne ricorderà più, sbagliando».
L’iter del progetto Snam del Rigassificatore a Ravenna prevede tempi stretti, entro fine ottobre, per l’ok definitivo. Ci sono le condizioni per rispettare questo termine, indicato dal commissario Bonaccini? Verranno verificati tutti gli aspetti di impatto della grande infrastruttura?
«Il nostro è un territorio amico degli investimenti, amico delle aziende, favorevole allo sviluppo, responsabile nel senso che se c’è un interesse di tutto il Paese se ne fa carico come in questo caso. Questo atteggiamento positivo non significa però non essere estremamente rigorosi nei controlli e nelle autorizzazioni di un progetto: dalla sicurezza delle persone alle tutele paesaggistiche ed ambientali, saremo molto severi ed attenti. Fra i sessantatre enti che devono esprimersi, il Comune di Ravenna è stato il primo. Mettiamo in campo davvero ottime competenze, abbiamo lavorato con i nostri tecnici per tutto agosto a questo dossier. Sono certo che nei tempi previsti arriveremo a migliorare ed ad autorizzare con la direzione della Regione il progetto di Snam, che si sta dimostrando ancora una volta un’azienda di eccellenza nazionale».
La vertenza della Cmc, la grande cooperativa ravennate, si sta «avvitando» pericolosamente. Entro il 2022 va trovata una soluzione per evitare ulteriori procedure, dopo il concordato ottenuto due anni fa. A che punto è il confronto con il Mise?
«Nel nostro Paese nei 10 anni che abbiamo alle spalle abbiamo visto una strage delle aziende del settore delle costruzioni, molte big del settore italiano sono andate in crisi o sono addirittura sparite. La Cmc risponde alle caratteristiche di questo lungo elenco: in molti casi, visto che parliamo di soggetti ad alto valore internazionale, ci sono stati interventi pubblici di “salvataggio”. Anche dal nostro territorio è partito quindi un appello alle istituzioni nazionali, con un tavolo al Mise, e chiediamo lo stesso trattamento che hanno avuto altre grandi aziende del settore. Ci sono diversi scenari aperti sui quali non ci sono preclusioni da parte dell’azienda, e quindi credo che se non si facesse tutto il possibile per Cmc significherebbe che c’è un pregiudizio rispetto alla cooperativa ravennate, e questo sarebbe inaccettabile».
Viabilità, alcuni grandi progetti rallenteranno causa la crisi di governo che ha fatto slittare la firma tra esecutivo e Anas dell’accordo di programma. Progetti già finanziati come allargamento della Classicana e della statale 16 rischiano invece slittamenti?
«In questi giorni stiamo proprio gestendo i progetti finanziati dal governo Renzi e dal ministro Delrio nel 2016 che riguardano l’allargamento della Classicana e della Statale 16. I tempi si sono allungati fino ad oggi per burocrazia e per alcuni ricorsi ad Anas di privati su espropri da fare. In qualche settimana dovremmo sbloccare le ultime resistenze. Sulla prospettiva è evidente che la sfiducia al governo Draghi abbia rallentato anche su questo fronte alcuni iter. La Regione con l’assessore Corsini ha ben chiaro gli obiettivi per il nostro territorio e l’auspicio è quello di avere risposte dal nuovo esecutivo, appena si insedierà».
Turismo, è stata davvero buona la stagione primavera-estate. Cos’ha lasciato di indelebile il successo del Jova Beach Party a Marina di Ravenna? Si riuscirà finalmente a pedonalizzare il lungomare?
«Il Jova Beach Party è stato un grande successo, ma prima è stato anche un grande rischio: se fosse andato storto qualche cosa il sindaco e l’intera amministrazione sarebbe andata sotto “processo” in pubblica piazza. Da quella esperienza abbiamo imparato tre cose: le sfide soprattutto sul turismo bisogna coglierle e quindi bisogna anche rischiare. Il secondo dato è che Marina di Ravenna ha tutte le caratteristiche per ospitare grandi eventi e quindi avanti tutta sul poter avere altri appuntamenti. Gli organizzatori ci hanno fatto i complimenti. Il terzo, infine: ma quano era bella Marina senza auto? Andremo inevitabilmente verso una mobilità più dolce, d’altronde le scelte fatte di raddoppiare alcune aree sosta, Marchesato e Scambiatore in quella zona, vanno proprio in questa direzione».
C’è stato anche il ritorno dei crocieristi, dopo anni davvero magri…
«C’è stato un ritorno importante degli stranieri grazie alle crociere, è indiscutibile. Siamo solo all’inizio di questo percorso, il 2022 doveva essere l’anno zero, Ravenna diventerà homeport. I prossimi anni verosimilmente ci porteranno ancora più soddisfazioni, dovremo essere attrezzati bene».
Sanità, la Pandemia da Covid non è finita. E’ rimasto sorpreso dalla diminuzione delle risorse previste dal governo Draghi fino al 2025? Sulla mancanza di medici e infermieri, come se ne esce?
«Se c’è stato un aspetto sorprendentemente negativo del governo Draghi, va ritrovato in uno degli ultimi atti che riguarda proprio il taglio alle risorse alla sanità, nel rapporto fra spesa sanitaria e Pil nel 2025 ritorneremo sotto al valore del 2019. Come dire, il Covid non ci ha insegnato nulla, siamo il Paese occidentale che spende meno in sanità, questo è inaccettabile. A questo si aggiungono gli errori di programmazione sulle professioni sanitarie che hanno portato ai problemi che lei mi chiedeva. In Romagna, quando nessuno o quasi ne parlava, abbiamo istituito un nuovo corso di laurea in Medicina fra Ravenna e Forlì che a regime farà uscire circa 200 laureati all’anno. Ma ci vuole tempo».
Due settimane all’inizio della scuola, si spera in un ritorno alla normalità. Dal Pnrr in provincia di Ravenna sono arrivate un mare di risorse, come cabieranno gli istituti?
«Agli studenti non dobbiamo far pagare altri “prezzi” dopo la Dad e i lockdown del 2020 e 2021 causa Covid. Finalmente potranno tornare in classe in maniera ordinaria, come nel 2019. Non esiste che si tirino in ballo le scuole ed il loro calendario per far fronte ai problemi energetici e al costo delle bollette, su questo non ci devono essere dubbi. Sul Pnrr siamo stati capaci di aggiudicarci in provincia di Ravenna quasi tutti i progetti presentati, merito anche della capacità progettuale dimostrata dai nostri istituti. Dovremo poi essere altrettanto bravi a “mettere a terra” queste risorse, fra rinnovamento delle strutture e tanta tecnologia in più a favore di insegnati e studenti».
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