Ravenna, il parere di Panaro (Srm): «Green e sostenibilità sono le nuove frontiere per l'hub»
Alessandro Panaro (Responsabile SRM Dipartimento Economia Marittima) spiega nel dettaglio lo studio presentato che ha preso in analisi i principali dati del commercio marittimo internazionale containerizzato, di 450 imprese manifatturiere e un focus armatori. «Lo studio si sofferma sul mercato dei container - sottolinea Panaro - che è un mercato che in questo momento sta subendo le ire della pandemia e della guerra, un mercato abbastanza complesso. Ma direi che questo porto ha imboccato la direzione giusta: bisogna rientrare in un percorso di competitività. In questo momento i porti del Mediterraneo stanno tutti investendo in quello che è il nuovo modello portuale: la sostenibilità. Un porto deve seguire due strade:da un lato attirare sempre più traffici, dall’altro sfruttare le opportunità del Pnnr per quanto riguarda l’intermodalità e lo sviluppo delle energie rinnovabili, ad esempio fare ‘moral suasion’ sulle famose green ship. Le navi infatti si stanno indirizzando verso un cambio di carburante e un porto diventerà competitivo se potrà offrire servizi di bunkeraggio ad hoc. Se arriva una nave che deve fare rifornimento a idrogeno e il porto non ce l’ha andrà verso altri porti. La sfida è quella classica, ma anche più nuova, più green e rivolta verso l’attrazione di altri investimenti. Come per esempio la Zls perché è fondamentale, è uno strumento fatto per attirare nuove imprese, in particolari manifatturiere, che sono quelle che riempiono i container. Proprio per questo oggi lo studio non ha analizzato la prospettiva dal punto di vista del porto o delle imprese logistiche, ma delle imprese manifatturiere: abbiamo chiesto loro di cosa avrebbero bisogno dal punto della logistica e dell’infrastruttura per far diventare il territorio più competitivo. È questa la nuova chiave di lettura che abbiamo dato allo studio». Per il futuro Panaro propone: «ci sono nuove direzioni da prendere per migliorare, è sempre molto facile parlare delle problematiche. Sicuramente bisogna migliorare i fondali ed è un porto che deve essere attento a quello che gli succede intorno, in particolare alle nuove rotte che vanno sviluppandosi e dei nuovi fenomeni che si stanno sviluppando. Per esempio il reshoring, bisogna stare attenti a quando le imprese rientrano in Italia per potere offrire sempre più servizi di qualità. Infrastrutture, digitalizzazione, sostenibilità e intermodale sono i fattori su cui puntare per l’asse Adriatico».