L'economia in regione cresce ancora, ma più lentamente

Emilia Romagna | 02 Ottobre 2018 Economia
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Ancora in crescita ma più attenuata rispetto agli ultimi mesi. E' il quadro delineato per l'economia dell'Emilia-Romagna dall'indagine congiunturale relativa al secondo trimestre del 2018 realizzata dalla Unioncamere e dalla Confindustria regionali e Intesa Sanpaolo secondo cui, le leve su cui continuare a lavorare sono quelle della vocazione manifatturiera e della propensione all'export.
    In base allo studio, il fatturato è aumentato, nel secondo trimestre, del 2,5% - in lieve calo rispetto al +2,8% del trimestre precedente - mentre le acquisizioni di ordini hanno mostrato un aumento dell'1,8%, in frenata rispetto al +2,8% del trimestre precedente.
    A determinare il ritmo di crescita due settori in particolare: l'aggregato delle industrie meccaniche, elettriche, mezzi di trasporto che ha registrato un aumento del fatturato del 3,6% e l'industria metallurgica e delle lavorazioni metalliche che ha segnato un fatturato in crescita del 3,9%.
    A fine giugno le imprese dell'industria in senso stretto sono risultate 45.110 (pari all'11,2% delle imprese attive della regione) con una diminuzione corrispondente a 265 imprese (-0,6%) rispetto all'anno precedente.
    Quanto all'occupazione nel settore industriale questa è giunta a quota 554.000 unità, con una crescita dell'8,4% pari a quasi 43.000 unità, rispetto allo stesso trimestre dell'anno scorso. La variazione ha trascinato l'andamento dell'occupazione complessiva in regione (+2,2%, +45.000 unità). Per quanto riguarda le esportazioni, invece, nel primo semestre 2018, quelle di prodotti dell'industria manifatturiera hanno fatto segnare un aumento del 5,2% e sono risultate pari a quasi 30.651 milioni di euro. "A numeri ancora nel complesso positivi, si affiancano segnali che invitano alla cautela, dovuti sia al rallentamento del contesto internazionale che all'incertezza del quadro nazionale - afferma il presidente di Unioncamere Emilia-Romagna, Alberto Zambianchi -. La nostra si conferma una regione a forte vocazione manifatturiera e propensione all'export. Per mantenere il ruolo di locomotiva d'Italia si deve partire dalla solida base di un sistema economico, dove il legame territoriale è essenziale".
    Guardando al comparto bancario, viene evidenziato nello studio dalla direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, nella prima metà del 2018 i prestiti alle imprese dell'industria sono cresciuti del 5% sull'anno precedente mentre lo stock dei prestiti alle famiglie per acquisto abitazioni è cresciuto del 2%. L'Emilia-Romagna, commenta Tito Nocentini, direttore regionale di Intesa Sanpaolo, "è una regione dinamica che ha sempre continuato ad investire in innovazione e competitività.
    La costante crescita dei finanziamenti rivolti agli investimenti in macchine e attrezzature industriali, e quindi all'innovazione dei processi, con tassi in linea alla media nazionale, ne è la dimostrazione. Tuttavia - osserva - nonostante persistano condizioni favorevoli di accesso al credito, alcune tensioni internazionali rischiano di attenuare la fiducia degli operatori. In questo contesto, nel primo semestre 2018, Intesa Sanpaolo ha erogato oltre 1,5 miliardi di euro, di cui 948 milioni di finanziamenti a medio lungo termine alle imprese e 405 milioni alle famiglie per mutui immobiliari".
    In base ai numeri raccolti dalla Confindustria regionale tra i suoi aderenti, infine, il 38,8% degli imprenditori si aspetta un aumento di produzione e il 47,6% la stazionarietà; il 37,7% delle imprese prevede una crescita degli ordini mentre sul fronte del lavoro 3 imprenditori su 4 non si attendono variazioni. "I dati - chiosa il presidente della Confindustria regionale, Pietro Ferrari - sono ancora positivi ma la curva della crescita ha un angolo certamente inferiore rispetto a quello di un anno fa".
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