Il produttore Serra racconta la serie «I Ronfi » con il regista ravennate Matteo Panebarco

Elena Nencini
La prima serie è andata in onda su Rai YoYo (e Raiplay) l’anno scorso con 26 episodi che hanno attirato l’interesse dei bambini, ma non solo, per 7 minuti tutte le mattine. «I Ronfi» serie animata 3d prodotta da Rai Kids e Gertie, è ispirata ai personaggi di Adriano Carnevali creati negli anni Ottanta per il Corriere dei Piccoli, roditori sonnacchiosi che imitano i comportamenti umani, esprimendosi in un buffo linguaggio. La serie è accompagnata dalla sigla «I Ronfi ballano» di Vince Tempera e Michele Serra, eseguita dalla Big Ronfo Band. Emilia Romagna film commission ha finanziato la seconda serie che sarà realizzata sempre dalla milanese Gertie e diretta da Matteo Panebarco, Chiara Donvito con Fabrizio Bondi, Andrea Giro.
Franco Serra insieme alla sorella Fulvia, sono il ‘cuore’ di Gertie, il produttore ha un passato che nasce proprio all’interno di fumetti come Linus per passare poi alle produzioni televisive. Negli anni ‘80, ha iniziato a lavorare come produttore, art director e regista, producendo titoli di testa, videoclip e cortometraggi per programmi televisivi Rai e videomusic Network. È stato un pioniere nel campo dei video musicali animati, collaborando con famosi autori di fumetti internazionali. Negli anni ‘90, ha fondato la casa di produzione di cartoni animati Gertie, realizzando spot pubblicitari, video musicali e titoli di testa per film. Ha lavorato per sceneggiature e prodotto serie tv, cortometraggi e lungometraggi animati. Tra i suoi lavori le colonne sonore per Avanzi, La Tv delle ragazze.
Serra, chi sono i Ronfi?
«Sono nati dalla penna di Adriano Carnevali e sono un gruppo di adorabili creature pasticcione, pigre e buffe la cui passione è… dormire. Stavo producendo qualche anno fa un lungometraggio e avevo 25 ragazzi tra i 20 e i 30 anni in studio con cui lavoravo. Videro i fumetti e ne rimasero entusiasti. I Ronfi sono un vero brand, passato di padre in figlio. Anche io li leggevo a mio figlio quando era piccolo. Sono più conosciuti di quanto si possa immaginare. Del resto la serie ha avuto ascolti molto lusinghieri: 9 milioni di visioni su Rai Yoyo ed è stata distribuita anche in altri paesi».
Come mai un finanziamento dalla Regione Emilia Romagna per un film di animazione?
«Lo useremo sul territorio: uno de registi è romagnolo (Matteo Panebarco nda), una parte del personale è locale. Inoltre il risultato finale, visto che è una coproduzione, si vedrà anche in altri paesi. Una forma di promozione del territorio».
Come mai proprio l‘Emilia Romagna visto che essendo un video 3d di animazione non è legato al territorio. Potevate scegliere una collaborazione con qualsiasi altra regione?
«E’ nato dal fatto che tanti anni fa quando lavoravo nel mondo dei fumetti , in particolare con la rivista “Linus”, ho conosciuto Daniele Panebarco, grande fumettista e padre del nostro regista. Con la Romagna c’è un antico legame nato dai fumetti, i Ronfi sono stati un’ottima occasione per rinsaldare l’amicizia»
Dai fumetti ai video di animazione?
«Ho lavorato molto con il mondo dei fumetti, per un certo periodo siamo stati gli agenti per “Maus” (fumetto di Art Spiegelman, che ha ricevuto nel 1992 il premio Pulitzer nda). Poi abbiamo realizzato la sigla di animazione del La Tv delle ragazze, volevano un prodotto diverso e i fumettisti erano le persone giuste per usare nuovi linguaggi tecnologici. Ho lavorato ha lungo con Serena Dandini, e ci siamo occupati, insieme a Gianluigi Toccafondo, dell’animazione di Avanzi. Oggi l’animazione è diventata una vera e propria industria».
Come è realizzata «I Ronfi»?
«E’ una produzione 3d, tutti i personaggi sono modellati con software 3d e poi animati. Parlano un linguaggio buffo, una sorta di gramelot che sembrava un pò quello di Dario Fo un pò i Minions. Avevo paura di questa scelta invece i bambini lo capiscono perfettamente. Anche perché la recitazione dei Ronfi è molto espressiva e le storie sono semplici. Partiremo con altri 26 episodi. Le fasi della lavorazione richiedono tempo, direi che saremo pronti fra un anno, a fine 2026».