Il Governo vuole azzerare i Fondi per l'editoria dal 2019, Legacoop Romagna si mobilita

Emilia Romagna | 16 Ottobre 2018 Cronaca
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"Un azzeramento graduale a partire dal 2019 del Fondo del pluralismo dell'informazione, dipartimento editoria": così recita la risoluzione allegata al Def votata dalla maggioranza 5 Stelle e Lega che rischia di colpire duramente il settore dei giornali locali. Nella battaglia delle dichiarazioni post voto, mentre i 5 Stelle sono compatti su uno dei loro simboli da propaganda, nelle file della Lega di Salvini cominciano a farsi largo importanti distinguo. Contrari al taglio tutte le froze d'apposizione, dalPd a Fratelli d'Italia.
Ma chi tocca in Romagna questo provvedimento? Alcuni dei giornali più conosciuti, fatti in forma cooperativa: il quotidiano Corriere Romagna che da poche settimane ha compiuto 25 anni, i settimanali Setteserequi della provincia di Ravenna (23 anni di storia) e Sabato Sera (56 anni di storia) di Imola, oltre a tutti i periodici diocesani (dal Corriere Cesenate al Piccolo di Faenza). Parliamo di un centinaio abbondante di posti di lavoro diretti. Inoltre pare anche certa la sospensione dell'extra gettito del canone Rai, come sottolineato dal ministro all'Economia Tria. Questo vuol dire anche l'azzeramento del fondo destinato alle tv locali, oltre che del fondo editoria dei giornali. Parliamo in tutto di circa 60 milioni di euro a livello nazionale (anno 2017) per circa 320 testate. 

In campo fin da subito Legacoop Romagna, oltre che l'Alleanza delle cooperative italiane. "La nascita del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione avvenuta nel 2017 ha avviato un diverso meccanismo che vede finalmente protagoniste le realtà cooperative e non profit, ponendo rimedio alle storture del passato. È quindi con stupore che apprendiamo della decisione della maggioranza di metterla nuovamente in discussione, nonostante di ciò non vi sia traccia nel contratto di governo. L’annuncio di nuovi tagli, fino all’azzeramento del Fondo,  rappresenta un fatto di assoluta gravità per il pluralismo informativo, in un momento in cui tutto il settore editoriale vive una fortissima crisi - sottolineano il direttore Mario Mazzotti e il presidente Guglielmo Russo -. È possibile migliorare le regole di accesso ai contributi, che pure sono già molto selettive, ma non parlare di una cancellazione che non potrà che indebolire le testate pubblicate da realtà  indipendenti, espressione delle comunità locali. I processi di concentrazione in atto anche nel settore della pubblicità web lo confermano: l’idea che il mercato da solo sia in grado di garantire un effettivo pluralismo delle voci dell’informazione è del tutto llusoria. In tutta Europa, infatti, esistono politiche di sostegno all’informazione indipendente. L’annuncio del Governo mette a rischio, nella sola Romagna, oltre un centinaio di posti di lavoro. Non solo si ridurranno le voci diverse da quelle dei grandi editori, ma sarà  impossibile avviare nuove iniziative in un settore già in difficoltà. Senza contare che a livello nazionale i costi degli ammortizzatori sociali sarebbero più onerosi della capienza del fondo stesso. Legacoop Romagna chiede quindi a tutte le forze politiche territoriali di impegnarsi  nei confronti del Sottosegretario Crimi e del Governo a tutela delle testate locali, che rappresentano un patrimonio di tutta la comunità, sia dal punto di vista dell’occupazione, che della pluralità delle voci".
Nei prossimi giorni si dovrebbe riunire un tavolo di confronto fra le varie associazioni nazionali del settore (CulturMedia, Uspi, File, Fisc). Già chiesto un confronto con il sottosegretario con delega all'Editoria Vito Crimi.
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