Giovani ucraini: storia di Sasha, 16 anni, scappato dalla guerra: «Giocavo nel Football Academy Ternopil, alla Virtus Faenza ho ritrovato il pallone»
Tomaso Palli - Sasha non parla ancora italiano. Si limita a qualche semplice parola di saluto per poi passare all’inglese anche se, ogni tanto, si aiuta col traduttore presente sul suo cellulare per trovare il vocabolo giusto. Ovviamente, dall’ucraino. E come potrebbe già conoscere una nuova lingua visto che è arrivato in Italia nemmeno un mese fa - era il 4 aprile, a voler essere precisi - da profugo in fuga dall’Ucraina, la sua Ucraina come dice in più occasioni durante la chiacchierata: «Il mio sogno è di tornare presto per poter ricostruire ciò che i russi hanno distrutto. L’Ucraina è il mio paese, la mia casa: la amo». Sorride spesso, Sasha, anche ripensando a quella parte di famiglia, amici o conoscenti che si è lasciato alle spalle in un lungo viaggio di speranza. Lo fa con la naturalezza di un ragazzo di 16 anni, genuino e spontaneo: «Ho pregato tanto e lo faccio tuttora - spiega - per salvare il mio paese, la mia famiglia e tutti i miei amici. Dio è al primo posto nella mia vita e credo che solamente lui possa fermare questa guerra».
LASCIARE
Non è partito solo, Sasha. Ma inevitabilmente, per questioni anagrafiche o volontà personali, qualcuno è ancora in Ucraina. «Quando ho lasciato Ternopil (città dove viveva, ndr), la situazione non era drammatica - racconta - è una città vicino alla Polonia e non era ancora sotto attacco della Federazione Russa e di Putin a differenza di altre vicine. Mio padre ha voluto che mia madre, mia sorella piccola ed io fuggissimo in un territorio europeo per mettere al sicuro le nostre vite - continua - e così siamo partiti. Lui e mio fratello più grande, invece, sono rimasti perché, per età, non era loro permesso uscire». E così il viaggio tra autobus e lunghissime camminate per raggiungere la Polonia prima e l’Italia poi, come meta ultima: «Siamo rimasti in Polonia 3 o 4 giorni prima di prendere un autobus che ci portasse in Italia. Ho una zia qui a Faenza da diversi anni che ha proposto a mia madre di raggiungerla. E così abbiamo fatto». Qualche ricordo del viaggio viene a mancare, ma Sasha sembra essersela passata durante i quasi 1500 km che separano Varsavia, da dove sono partiti, a Bologna, lo scalo prima di giungere a Faenza: «Non mi sono stancato - ancora col sorriso sulle labbra - forse perché ero contento del fine del viaggio. E poi abbiamo attraversato tante belle città. L’Europa è molto bella… ma anche l’Ucraina lo è (sorride, ndr)».
SCRIVERSI
Non è certamente facile, soprattutto a 16 anni, dover scappare per colpa di una guerra e convivere col pensiero fisso di quello che si è lasciato: «Quando penso all’Ucraina, ho pensieri tristi - racconta Sasha - perché là ci sono ancora mio padre, mio fratello, i miei nonni e tanti amici». Una lontananza che viene parzialmente colmata da quello stesso cellulare utilizzato come traduttore e che, grazie alla connessione internet, oggi, avvicina chi è lontano: «Sono in contatto con loro tutti i giorni. Ci scambiamo messaggi felici perché sono contenti che io sia qua, ma sento il bisogno di avere accanto a me mio padre. In realtà vorrei tutti qua, e spero possa accadere molto presto».
IL NUOVO
La vita di Sasha, una volta giunto a Faenza, è ripartita. Ci è riuscito grazie alla zia che, fin dai primi momenti, si è mobilitata per trovare una sistemazione ai tre in fuga. Ed è così che il giovane ragazzo ucraino ha conosciuto Nicholas Lucatini, titolare dell’agenzia immobiliare «Super» che ha fornito un’abitazione ai profughi. E non solo! Lucatini è anche vicepresidente della Virtus Faenza e, una volta scoperta la passione per il calcio di Sasha, l’ha subito portato con sé al campo dove ha potuto riprendere col pallone: «Giocavo nella Football Academy Ternopil, ma in Ucraina, dove ora è tutto sospeso, il calcio è più fisico, qui invece è più tattico. È bellissimo giocare nella Virtus - racconta emozionato - e devo ringraziare Nicholas ma anche compagni e mister che mi aiutano tantissimo». Il viso di Sasha è ancora più entusiasta nel parlare di calcio e non a caso si lascia andare al sogno di giocare in Serie A. Ma qui lo interrompe Nicholas: «Prima però ti voglio in prima squadra alla Virtus (ridono insieme, ndr)».