Covid-19, la Regione risponde all'Ue: «Nessuna zona "rosso scuro", i numeri sono migliori»

Emilia Romagna | 26 Gennaio 2021 Cronaca
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“Si sta parlando di un’ipotesi. E comunque, l’Emilia-Romagna, con i dati attuali, non correrebbe certo il rischio di entrare a livello europeo in zona rosso scuro, ammesso che l’ennesima sfumatura cromatica possa essere il miglior modo per contrastare l’epidemia. A oggi, infatti, il numero cumulativo di positivi ogni 100mila abitanti, sia nel corso della settimana tra il 18 e il 24 gennaio, sia nelle due precedenti - cioè tra il 4 e il 17 gennaio - ha fatto registrare cifre più basse della soglia di 500 indicata in questa proposta dell’Unione europea”. 

Lo precisa la Regione con l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, dopo la diffusione di notizie di agenzia secondo cui - dalla nuova mappa del contagio in Ue realizzata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) - l’Italia sarebbe tra i Paesi con zone, appunto, a rischio rosso scuro: Emilia-Romagna, Veneto e Friuli Venezia-Giulia.

Dati alla mano, infatti, i casi di positività in regione si mantengono sotto quella soglia, sia considerando l’incidenza dell’ultima settimana (18-24 gennaio), quando sul territorio il rapporto è stato di 205 positivi su 100mila abitanti, sia quella relativa alle 2 settimane precedenti (4-17 gennaio), che hanno fatto registrare 486 positivi su 100mila abitanti. 

“L’attenzione da parte della nostra Sanità pubblica e delle strutture sanitarie ospedaliere e territoriali è sempre al massimo livello, perché il virus continua a circolare- aggiunge Donini-. Allo stato attuale, però, si registra un decremento dei casi e dei ricoveri in ragione delle misure di contenimento adottate per le festività natalizie a livello nazionale e regionale.  Peraltro, l’emergere di nuovi casi di positività nella popolazione molto spesso è riconducile ad un’intensa attività di screening epidemiologici, di contact tracing e di protocolli di prevenzione e sicurezza nella scuola e nei luoghi di lavoro, che la nostra Regione porta avanti con convinzione. Noi continuiamo a cercare i positivi anche fra gli asintomatici come misura di prevenzione, e ne troviamo ogni giorno, proprio per contrastare la diffusione del virus. Non farlo- chiude l’assessore-, e quindi registrare poi un numero inferiore di positivi, vorrebbe dire solo favorire il contagio, non il contrario”.

I PRESIDENTI DI REGIONE
"Imporre ai cittadini delle nostre Regioni l'obbligo di test e quarantena per poter viaggiare nell'Unione europea, così come previsto per le realtà colorate di 'rosso scuro', significherebbe penalizzare le amministrazioni che effettuano il maggior numero di tamponi e non, come sarebbe invece necessario, operare una valutazione su parametri epidemiologici oggettivi".
Lo dichiarano i governatori dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e del Veneto, Luca Zaia, a commento della notizia secondo la quale le tre Regioni rischierebbero di entrare in zona 'rosso scuro'. Il rosso scuro scaturisce da un'incidenza di contagi, calcolata sui 14 giorni, superiore alle 500 unità su 100mila soggetti testati. "Il dato dell'incidenza sui 100mila abitanti - spiegano i tre governatori - implica pertanto che la valutazione viene operata sul numero assoluto di positivi riscontrati. Ne deriva dunque una situazione paradossale - concludono Bonaccini, Fedriga e Zaia - che, anziché incentivare le amministrazioni a potenziare i controlli sui cittadini, andrebbe a premiare quelle realtà che, per non rischiare di sforare i parametri indicati, dovessero deliberatamente decidere di ridurre la somministrazione di tamponi".
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