Contro il diabete serve un’alimentazione bilanciata

Gaia Nonni - Il 14 novembre è stata la Giornata Mondiale del diabete e un’occasione molto importante per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla prevenzione e gestione di questa malattia. In effetti, questo problema sta crescendo di proporzioni: secondo l’Oms, nel mondo, i decessi attribuiti ogni anno al diabete sono un milione e mezzo; il 9% degli adulti ne è colpito e il 90% delle persone che ne soffrono sono affette da diabete di tipo 2. Si stima che questi numeri, già così piuttosto preoccupanti, siano destinati a crescere se non verranno messe in atto delle misure preventive. Ma andiamo per ordine: che cos’è il diabete? È la più comune tra le malattie metaboliche ed è caratterizzata da un’insufficiente produzione di insulina da parte del pancreas, il che non consente all’organismo di metabolizzare in maniera corretta i carboidrati e può portare ad un aumento del glucosio nel sangue (iperglicemia). Esistono due principali forme di diabete: quello di tipo 1 che tende ad insorgere in età giovanile ed è legato a una distruzione anomala delle cellule pancreatiche che producono insulina e il diabete di tipo 2, che invece tende a insorgere in età adulta, è dovuto a un malfunzionamento della produzione di insulina ed è spesso associato all’obesità e a uno stile di vita non corretto. Quest’ultima tipologia di diabete è considerata una malattia multifattoriale, cioè scatenata da più cause, tra le quali la predisposizione genetica e l’azione di fattori ambientali. Tra questi ultimi, un ruolo di rilievo lo giocano il sovrappeso , l’obesità, o un’alimentazione sbilanciata e ricca di grassi saturi e zuccheri semplici. Il diabete può associarsi anche ad altre malattie metaboliche come ,ad esempio, l’ipertensione arteriosa, ma l’iperglicemia resta la sua prima conseguenza e può essere asintomatica oppure manifestarsi con sintomi specifici. Diagnosticare la malattia in tempo è fondamentale per evitare le complicanze, anche molto gravi, che potrebbero svilupparsi a lungo termine: problemi alla retina, ai reni, ai nervi periferici e al cuore. Fortunatamente, grazie al diffondersi dei criteri di riconoscimento precoce dei sintomi che caratterizzano l’esordio della malattia nei bambini e negli adolescenti (tanta sete, tanta pipì, forte dimagrimento), sono sempre di più i casi di tempestiva presa in carico, prima del manifestarsi dello stato di chetoacidosi. Tuttavia, in Italia, circa il 30 % dei casi di diabete viene ancora intercettato tardivamente e solo alla comparsa di gravi complicanze acute.
Una volta ottenuta la diagnosi, oltre a una terapia farmacologica appropriata impostata con un diabetologo, è importante anche effettuare esami di controllo per tenere monitorato lo sviluppo della malattia. Anche la dieta, però, è essenziale e i motivi principali sono due: il livello glicemico dipende anche dagli zuccheri che vengono assunti con il cibo e l’eccesso di peso corporeo va tenuto controllato per evitare l’insorgenza del diabete di tipo due. Per questo avere una dieta equilibrata è tanto importante; un’alimentazione eccessiva, rispetto alle reali necessità, aumenta, infatti, il fabbisogno di insulina, costringendo il pancreas a lavorare in maniera eccessiva. Diversamente da ciò che si può pensare, però, la dieta ideale per il diabete non è particolarmente complessa né troppo restrittiva. Deve preferibilmente essere composta da cibi non processati e da alimenti integrali, che saziano in maggiore misura rispetto ai prodotti raffinati e che rallentano l’assorbimento dei carboidrati tenendo più bassi i valori della glicemia. Nell’alimentazione quotidiana va limitata l’assunzione di alimenti ricchi di zuccheri semplici ad assorbimento rapido (come il glucosio e il saccarosio) in favore degli zuccheri complessi ad assorbimento lento (gli amidi). Non si deve pensare, però, che eliminare completamente l’assunzione di zuccheri possa essere una buona idea perché potrebbe portare a squilibri metabolici con gravi conseguenze negative su altri organi, i reni per esempio. Anche l’apporto di fibre vegetali, di vitamine e di sali deve essere adeguato e per questo è importante farsi seguire da professionisti.
Per rendere più dolci alcune pietanze è consentito l’uso dei dolcificanti, ma senza esagerare perché alcuni presentano delle controindicazioni: per esempio il fruttosio, lo xilitolo e il sorbitolo sono calorici e, quindi, vanno calcolati nel computo totale delle calorie giornaliere; inoltre, sia lo xilitolo che il sorbitolo, ma anche l’aspartame e la stevia, possono avere un effetto lassativo se assunti in quantità eccessiva. Nella preparazione dei cibi è buona norma preferire i metodi di cottura più semplici: al vapore, alla piastra, al forno, ecc.. mentre sarebbero da evitare le fritture o le preparazioni ricche di olio. Insomma, in questa problematica come in molte altre, un’alimentazione bilanciata rappresenta un alleato fondamentale nella lotta contro la malattia. Seguire una dieta controllata e sana aiuta soprattutto a mantenere sotto controllo il livello di zuccheri nel sangue mediante un corretto apporto alimentare di tutti i nutrienti necessari alla salute dell’organismo.
LA RICETTA
Polpette di pollo e verdure
Ingredianti: 300 g di petto di pollo, 150 g di broccoli, 150 g di carote, 1/2 cipolla, curcuma qb, latte d’avena qb, corn flakes (fiocchi di mais) o quinoa flakes qb. Procedimento: in un frullatore frulla mezza cipolla. Unisci alla cipolla i broccoli e le carote precedentemente pelate. Trita il tutto. A parte trita il petto di pollo fino ad ottenere un macinato. Unisci al macinato di pollo sale, curcuma e verdure tritate. Impasta il tutto e crea tante polpette. Frulla i classici corn flakes fino ad ottenere una farina. Prima bagna le polpette nel latte d’avena e poi impanale nei corn flakes. Disponile su una teglia foderata con carta da forno e cuocile in forno preriscaldato ventilato per 20 min a 160°.