Davide Enia porta a teatro «L’abisso» dei migranti

Cervia | 11 Dicembre 2018 Cultura
davide-enia-porta-a-teatro-labisso-dei-migranti
Federico Savini
«Il primo sbarco l’ho visto a Lampedusa assieme a mio padre. Approdarono al molo in tantissimi, ragazzi e bambine, per lo più. Io ero senza parole. Era la Storia quella che ci era accaduta davanti. La Storia che si studia nei libri». C’è una grande tensione e al tempo stesso una grande fermezza nelle parole di Davide Enia, attore, autore teatrale e scrittore che mercoledì 12 e giovedì 13 dicembre porterà in scena, al teatro Walter Chiari di Cervia, il monologo L’abisso. Uno spettacolo prodotto da Accademia Perduta, che abbiamo visto e vedremo in molti teatri romagnoli, tratto dal libro di Enia Appunti per un naufragio (Sellerio) e che tratta del tema più attuale in assoluto per quel che riguarda l’Italia di oggi: la tragedia dei migranti. Quella che, nello specifico, Davide Enia può testimoniare per averla toccata con mano sul campo, direttamente a Lampedusa. «Lo spettacolo l’abbiamo replicato ormai tante volte - spiega Davide -, ma pur essendo sempre lo stesso, accresce la mia consapevolezza ogni volta. Attorialmente il mio lavoro è performativo, ogni sera mi calo nella situazione emotiva di quanto, per la prima volta, ho visto com’è in concreto l’aiuto dei lampedusani ai migranti del Mediterraneo. Mi scuote, mi deve scuotere ogni sera come fosse la prima volta che vedo quelle cose».
Ma cos’è che ancora non si coglie di quella tragedia, che divide tantissimo gli italiani, ma di cui si certo si parla molto. Cosa cerchi di comunicare al pubblico?
«Non stimolo un giudizio. Esiste una terza via, così poco praticata in Italia, che è quella di ascoltare. Io ho ascoltato i testimoni della frontiera: guardia costiera, medici, pescatori, miei amici lampedusani. Cerco di riportare quello che ho visto, senza dare giudizi, per cercare di capire la smisuratezza della Storia. In questo monologo racconto anche un mio naufragio personale, legato alla morte di mio zio. Le due cose per me non sono scindibili, sono incontri con l’altro e con l’oltre».
Inevitabile chiederti cosa ti aspetti dal decreto sicurezza appena emanato.
«Questo decreto praticamente mette in strada una donna incinta e un bambino di 6 mesi, regolari fino al giorno prima e ora privati di ogni tutela. E’ un abominio umanitario. Tutte le parole della sfera della vergogna sono le sole adatte a commentare questa legge».
Nel monologo ha grande importanza il dialetto. Come mai?
«E’ davvero di importanza capitale perché io voglio appunto “restituire” in scena le voci che ho ascoltato a Lampedusa. E parlavano in dialetto siciliano. Io non sempre la penso come loro, non condivido tutto quello che ho visto e ascoltato ma il mio compito è riportarlo. E poi, quando affronti il trauma, spesso le parole non ce la fanno. Il dialetto riesce ad essere narrativo anche nel silenzio, dei lampedusani ero in grado di comprendere i silenzi tra le sillabe, il vuoto improvviso che frantumava le frasi. Nel Sud, lo sguardo e il gesto sono narrativi e, in Sicilia, “a megghiu parola è chìdda ca ‘un si dice”, la miglior parola è quella che non si pronuncia».
Compila questo modulo per scrivere un commento
Nome:
Commento:
Settesere Community
Abbonati on-line
al settimanale Setteserequi!

SCOPRI COME
Scarica la nostra App!
Scarica la nostra APP
Follow Us
Facebook
Instagram
Youtube
Appuntamenti
Buon Appetito
Progetto intimo
FuoriClasse
Centenari
Mappamondo
Lab 25
Fata Storia
Blog Settesere
Logo Settesere
Facebook  Twitter   Youtube
Redazione di Faenza

Via Severoli, 16 A
Tel. +39 0546/20535
E-mail: direttore@settesere.it
Privacy & Cookie Policy - Preferenze Cookie
Redazione di Ravenna

via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it

Pubblicità

Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna
Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it

Credits TITANKA! Spa
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90).
Contributi incassati

settesere it notizie-cervia-davide-enia-porta-a-teatro-labisso-dei-migranti-n19267 005
Licenza contenuti Tutti i contenuti del sito sono disponibili in licenza Creative Commons Attribuzione