Tagli ai Fondi per il pluralismo, la protesta a Montecitorio di cooperative giornalisti, Fisc e Uspi

Emilia Romagna | 08 Novembre 2018 Blog Settesere
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L'allarme per il taglio dei contributi
pubblici all'editoria, annunciato dal M5s, che "ci ucciderebbe",
ma anche la disponibilita' a un tavolo con il governo per trovare
una possibile soluzione. Sono i stati i due fili conduttori
della conferenza stampa a Montecitorio 'La democrazia si
amplifica con le voci del territorio. Pluralismo e giornali una
garanzia per il futuro" indetta da Alleanza delle Cooperative
italiane Comunicazione, Federazione Italiana liberi editori,
Federazione italiana settimanali cattolici e Unione Stampa
Periodica Italiana.
Tra gli interventi piu' attesi quello di Alessandro Morelli
(Lega), presidente della commissione Trasporti, Poste e
Telecomunicazioni della Camera, che ha ribadito la differente
posizione del Carroccio sul tema: "Siamo assolutamente contrari
a ogni tagliola sui fondi - ha spiegato -. Nelle prossime ore e
giorni inizieremo l'interlocuzione con il M5s. Incontrero' Crimi
per illustrare la nostra posizione". E' chiaro "che si deve
partire dalla necessita' di un ragionevole equilibrio - ha
aggiunto - e per ottenerlo serve un percorso condiviso".
Dialogo a cui sono pronte le associazioni di settore: "E'
stato fatto anche in questi anni per la riforma dell'editoria -
ha ricordato Roberto Calari, presidente dell'Alleanza delle
cooperative italiane comunicazione - abbiamo provato tutti a
contribuire in modo molto attivo, mettendo in primo piano
trasparenza e rigore nell'attribuzione dei contributi pubblici,
ma anche certezza d'investimento". Proprio la nuova legge
sull'editoria, approvata nel 2016 ma non ancora pienamente
entrata in vigore, "rischia di essere uccisa nella culla dal M5s
- ha detto Roberto Paolo, presidente della Federazione Italiana
Liberi Editori -. Con il fondo, che e' stato gia' radicalmente
tagliato, si tengono in vita 300 testate e si da' da mangiare a
10 mila famiglie. Eliminarlo sarebbe un disastro epocale". "Di
Maio ha detto di voler abolire il contributo pubblico - ha
aggiunto Roberto Paolo - per rendere piu' libera la stampa. In
sostanza per renderci liberi ci uccide".
Carlo Verna, presidente dell'Ordine dei Giornalisti, e'
tornato sulla richiesta di "un tavolo e un confronto
trasparente. Oltre al destino di testate storiche come Manifesto
e Avvenire, e di molte locali, c'e' in gioco il diritto dei
cittadini di essere informati correttamente".
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