Stewart Copeland al Pala De Andrè come compositore e direttore
Quando non ti improvvisi, e a suonare i Police con l’orchestra ci arrivi dopo decenni d’affinamento, senza mai muovere un passo più lungo della gamba, l’esperimento è intrigante per forza. Diciamo questo per chiarire da subito che tra i lampi d’ambizione orchestrale più noti (spesso piuttosto goffi) che hanno segnato la storia della musica rock e appunto di rocckettari che si improvvisavano compositori colti in preda a un estemporaneo rigonfiamento d’ego, e quello che farà Stewart Copeland sabato 29 giugno, alle 21, al Pala De Andrè di Ravenna alla testa della Lights Up the Orchestra, la differenza sarà sicuramente molta, comunque si giudichino i risultati.
Questo perché Copeland è «anche» - e non per forza soprattutto - il batterista dei Police, che oggi dirige l’orchestra. E comunque il biondo talento rinascimentale che mosse i primi passi nel professionismo insieme a Sting già come batterista «rock» era decisamente sui generis. Il gruppo si lasciò affibbiare l’etichetta «punk» giusto perché era nell’aria e magari serviva per vendere, ma stilisticamente i Police del punk erano quasi l’antitesi. Minimalisti, d’accordo, forti sulle canzoni da due minuti e mezzo, ok, ma per il resto perfezionisti chirurgici del tocco, plasmatori di suono preciso e limpido, adatto per armonie disegnate col righello e ritornelli fulminanti. Copeland, poi, ha sempre tenuto a distanza il mito «muscolare» della batteria rock, con la sua fisicità contenuta e la tendenza all’escapismo (alla Giamaica del reggae, all’inizio; poi dilagherà ovunque).
E così, una volta fuori dal gruppo, la sua poetica l’ha portato a concretizzare visioni che fin dall’inizio andavano ben oltre la dimensione percussiva (al punto che un album solista come «The Rhythmatist» dell’85 viene considerato tuttora seminale da molti musicisti elettronici contemporanei). Negli anni Stewart Copeland si è affermato con successo nella musica per il cinema (ad esempio per Coppola e Oliver Stone) come nel pop-rock, calibrando ogni mossa fino a sentirsi a proprio agio tanto nel contesto della Notte della Taranta quanto all’interno di ensemble d’avanguardia o al fianco di iconosclasti del rock alternativo come i Phish e i Primus.
Al Pala De Andrè metterà il suo migliore repertorio alla prova dell’orchestra per una serata pulsante di note memorabili, da brani dei Police - ovviamente riarrangiati - alle sue colonne sonore più famose. E vedremo quanto sarà abile a passare dalle bacchette della batteria a quelle della direzione. (f.sav.)