Ravenna, migliora il quartiere Sant'Agata. I residenti: "Ma occhio all'area verde"
«Qui si vive decisamente meglio rispetto a qualche anno fa. Ma il quartiere resta senza cura, abbandonato a se stesso. Eppure siamo in pieno centro». Anna De Lutiis vive a Sant’Agata, a due passi da via Tombesi Dall’Ova, dal 1969. Allora, solo i residenti potevano entrare, visto che bisognava oltrepassare una sbarra per raggiungere le abitazioni: «Anche dopo che venne deciso il libero accesso, questa rimase per molto tempo una zona servita, frequentata, tranquilla. Ricordo il periodo in cui c’erano il macellaio, il parrucchiere, la sede dell’Unicef e, fuori dai portici, gli uffici del Provveditorato, il Centro audiologico e quello per l’educazione psicomotoria. Attività che si sono spostate, lasciando il grande palazzo davanti al parchetto per i bambini completamente vuoto». Ed è proprio l’area verde «Beato Charles de Foucauld» il centro dei malumori attuali: «Nonostante i vari divieti, il parco è diventato sia di giorno che di notte ricettacolo di ragazzi che stazionano, imbrattano i giochi, bevono, fumano. Mi è capitato più volte di chiamare la polizia, una volta li ho trovati persino nel parcheggio dietro l’ex Provveditorato. Certo, sono lontani i tempi in cui sotto il porticato alcuni negozi di nigeriani vendevano solo birra e qui arrivavano di continuo persone a ubriacarsi, per non parlare delle risse e degli accoltellamenti. Ma credo davvero che Sant’Agata meriterebbe di più. Quando si organizzano eventi che coinvolgono il centro storico, per esempio, noi rimaniamo sempre fuori. Basterebbe solo un po’ di attenzione in più, lo dico anche a proposito delle strade attigue, dove i ciottoli sono dissestati e rattoppati alla meno peggio col catrame».
«GIOCHI ROVINATI»
Anche un altro residente, Renzo Bozzo, che abita in zona dai primi anni Settanta, segnala gli stessi problemi: «Qui si sta bene, per carità. Ma presto segnalerò alla Questura che non è possibile che nel giardinetto per bambini ci sia quel degrado. I ragazzi lo stanno rovinando, diversi giochi sono stati rotti. E girano evidentemente parecchi spinelli. Sono certo che un po’ di controllo in più non guasterebbe».
«PERICOLO SUPERATO»
D’accordo anche Laura Maioli, residente da cinquant’anni: «Non posso negare che, in passato, abbiamo avuto fasi molto pericolose che ora sono state superate. Qui si sta bene, la libreria ha sicuramente dato una mano. Ciò non toglie che nel parchetto i ragazzi che lo frequentano non si comportino proprio secondo le regole. E forse, in questo senso, non è che le telecamere di videosorveglianza siano così utili».
«IL PEGGIO È PASSATO»
Anche per i giovani residenti, il quadro è bene o male lo stesso, come conferma B.V., 22 anni: «Ho sempre abitato nel quartiere Sant’Agata e per un certo periodo non è stato facile. Le attività che c’erano in zona portavano tantissimi extracomunitari nel quartiere anche nelle ore notturne e questo ci ha certamente creato dei disagi. Ora, però, non è più cosi, avendo chiuso la maggioranza di questi negozi il quartiere è tornato alla sua solita tranquillità. Il parchetto resta frequentato da tantissimi ragazzini che possono essere rumorosi, ma il peggio è passato».