Ravenna, i negozianti di piazza Kennedy: «Quanta fatica per restare qui»

Romagna | 31 Marzo 2019 Cronaca
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Sono passati esattamente due anni da quando piazza Kennedy, dopo anni di polemiche, ha riaperto senza il parcheggio che la contraddistingueva da sempre. A fare il punto sulla validità del tanto contestato progetto di riqualificazione e pedonalizzazione sono gli operatori rimasti nella zona. Tra cui Rema Lodola, da ben 51 anni in via Gioacchino Rasponi, a due passi dalla piazza, con la sua profumeria: «Da tempo è in corso un processo di impoverimento del centro per quel che riguarda le attività commerciali. Sicuramente la chiusura del parcheggio ha dato un’ulteriore spinta in questo senso rendendo la situazione ancora più critica». Dello stesso avviso anche Enrico Boghi, corniciaio in via Massimo D’Azeglio, che a suo tempo si era apertamente schierato contro i cambiamenti nell’urbanistica della zona: «Da quando il parcheggio è stato chiuso, tra piazza Kennedy e piazza Baracca hanno chiuso dieci attività, senza considerare le strade secondarie. Gli incassi si sono sostanzialmente dimezzati».

«ANCORA POCHI RISULTATI»
Tra gli imprenditori che hanno subito di più le conseguenze dell’eliminazione del parcheggio c’è Giuseppe Pietropaolo del Fellini Scalinocinque che si affaccia proprio sulla piazza: «Siamo qui da 17 anni, il locale andava molto bene quando sono iniziati i lavori, la scelta della location era stata fatta anche sulla base dei posti auto. A noi la piazza nuova piace esteticamente ma ci ha senza dubbio penalizzati dal punto di vista commerciale. In alcuni momenti siamo arrivati agli sgoccioli, rischiando di chiudere». Quello che manca, per il titolare, è una frequentazione continua: «Putroppo, quando non ci sono gli eventi, lavorare è difficile. Così come è difficile prevedere di quanto personale abbiamo bisogno. Durante alcune manifestazioni possono servire decine di persone, dal lunedì al venerdì a volte ne bastano due. Noi ci potevamo permettere di chiudere d’estate, ora non più. E aprivamo alle cinque per dedicarci agli aperitivi e al dopo cena. Oggi no, apriamo alle 11 e proponiamo la pausa pranzo, anche se ancora non tutti lo sanno. In giugno avremo una pedana molto innovativa con alcune vele, per poter mangiare direttamente sulla piazza: è stato un investimento cospicuo ma ci serve per provare a dare una svolta a questa staticità. Le potenzalità, questa piazza, forse le ha. Ma ancora, i risultati, non li vediamo». A «salvare» l’attività, una clientela affezionata: «Senza, sicuramente non saremmo sopravvissuti. Sono due anni, in ogni caso, che la fatica è tanta. Speriamo di vincere presto questa battaglia, speriamo che piazza Kennedy diventi davvero la piazza dei giovani tutta la settimana e anche dei turisti, che dificilmente, al momento, passano».

«SERVE UNA SPINTA»
Diverso il parere di Sabrina, titolare dell’edicola che durante il cantiere venne spostata da piazza Kennedy a via Gioacchino Rasponi: «Dopo un iniziale timore per il trasferimento, oggi possiamo dirci soddisfatti della nostra nuova collocazione. La posizione ci permette di aver un’affluenza turistica maggiore e di questo siamo molto contenti. Il parcheggio era chiaramente una comodità per chi, dopo aver lasciato la macchina, poteva passare a prendere il giornale ma tutto sommato possiamo ritenerci soddisfatti». Bilancio positivo anche per Tatiana Melandri, titolare del «Kennedy Café», secondo cui la nuova soluzione senza parcheggio rende la piazza molto più fruibile e potenzialmente un luogo sociale attraente per mercatini o altri eventi: «In questo modo aumenta il numero di frequentatori. La piazza, in generale, ha bisogno di una spinta maggiore perché rischia, senza una programmazione adeguata, di svuotarsi».
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