«Il corso in Meccatronica segna un passaggio storico: l'arrivo sul nostro territorio di un percorso universitario. E se nella vita si migliora grazie al confronto con chi ha maturato esperienze diverse dalla propria, questo progetto permette al territorio della Bassa Romagna di guardare oltre i propri confini ed allargare gli orizzonti». Ha buttato il cuore oltre l'ostacolo Angelo Benedetti, presidente di Unitec, il protagonista di un percorso che a settembre inizierà a dare i primi frutti.
«Forse le Università italiane, negli ultimi anni, hanno perso qualche posizione nelle classifiche mondiali. Ma da qui passa l'innovazione, la ricerca e la connessione col futuro. E grazie a questa iniziativa, i ragazzi potranno frequentare a due passi da casa un corso che, a differenza di tanti altri indirizzi, prepara realmente al mondo del lavoro e ad una vita professionale ricca di soddisfazioni».
Unitec ha investito molto per riqualificare il comparto che una volta ospitava la sede della cooperativa di costruzioni Iter. A che punto sono i lavori?
«Per quanto riguarda le strutture dedicate al corso universitario, dalle aule didattiche alla foresteria, i lavori sono in dirittura d'arrivo. Stanno arrivando gli arredi e sono state ordinate le attrezzature destinate ai laboratori. Sarà tutto pronto per fine settembre, per la partenza dell'anno accademico. Non è stato semplice realizzare tutto questo in un periodo difficile come questo, segnato dalle incertezze sulle date di consegna delle forniture. Lo definirei un 'miracolo'. Lo stesso ragionamento vale per i locali che ospiteranno gli uffici e il reparto sviluppo e ricerca di Unitec. Gli altri servizi come mensa, palestra e asilo dovrebbero essere pronti entro fine anno».
Quante domande d'iscrizione avete ricevuto? Da dove provengono gli studenti?
«I posti disponibili sono 30 per ognuno dei tre anni accademici, per un totale, quando tutto sarà a regime, di 90 studenti. Ad oggi gli iscritti che hanno superato le prove di ammissione sono 24 ma ci sarà un’ulteriore possibilità di iscrizione al corso tramite un bando aggiuntivo che verrà pubblicato a breve sul sito dell’Università di Bologna. So che alcuni ragazzi hanno manifestato il loro interesse: ad oggi sono rimasti disponibili ancora pochi posti, invitiamo chi avesse intenzione di iscriversi a farlo al più presto. Per ora non abbiamo particolari indicazioni sulla provenienza dei primi iscritti, ma noi siamo andati oltre il comprensorio lughese e ci siamo rivolti all'intero bacino romagnolo. Il corso di Laurea Professionalizzante in Meccatronica è il corso della Romagna in questa specializzazione, questo dobbiamo ricordarcelo».
Le imprese locali, a partire da Unitec, hanno scommesso molto su questo progetto. Sono pronte ad accogliere i ragazzi che usciranno dal corso in Meccatronica?
«Assolutamente si. Le aziende che hanno aderito al progetto non hanno avuto esitazioni: sono pronte ad accogliere i ragazzi in azienda per esperienze di tirocinio e a mettere a disposizione i propri ingegneri per tenere alcune lezioni al campus. Altre imprese potranno certamente aderire in futuro, ma per ora concentriamoci sulla partenza di settembre».
Cosa occorre al tessuto imprenditoriale della Bassa Romagna per fare un ulteriore passo in avanti?
«Il nostro territorio, come tutto il Paese, sconta un tessuto produttivo ancora legato ad aziende di piccole dimensioni. Lo slogan 'piccolo è bello' non si concilia con la necessità di competere sul mercato globale. Troppi imprenditori sono costretti a gettare la spugna e vendono le loro aziende a soggetti stranieri. Spero che questa esperienza universitaria ci porti a guardare oltre i confini del nostro territorio e spinga le imprese ad investire per misurarsi sullo scenario internazionale. Non è semplice e mancano adeguate politiche industriali, ma questa è la direzione da seguire: il rischio è che in Italia non resti più nulla di strategico. Poi occorrono fiducia e determinazione nel realizzare i progetti. Questo percorso universitario è partito quattro anni fa e spero possa essere da sprone per chi ha in mente piani che paiono irrealizzabili. Da Ravenna a Cesena, passando per Imola, Forlì e Faenza, ovunque vi sia una sede distaccata dell'Università, c'è stato anche il cospicuo finanziamento di una fondazione. Questo risultato, invece, è frutto del lavoro delle aziende locali che hanno dato fiducia ad un folle come me»