Il film «La Buca» racconta storie di partigiani e di Bassa Romagna. Il commento di Artioli

Bassa Romagna | 05 Maggio 2019 Cultura
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Elena nencini

A raccontare una delle tante storie della Bassa Romagna in tempo di guerra è il film «La buca», di Valerio Montemurro, tratto da un racconto di Ivano Artioli, presidente dell’Anpi di Ravenna, ispiratosi a un racconto del partigiano Mario Cassani. Il film – sostenutoi dal Comune di Alfonsine, dal Museo della Battaglia del Senio e dall’Anpi nazionale vuole raccontare delle dinamiche sociali e profondamente umane vissute durante la seconda guerra mondiale ad Alfonsine. Artioli, appassionato della Seconda Guerra mondiale e del territorio romagnolo, spiega come è nato questo film.

Come nasce il film ?

« Mi sembrava il momento giusto per parlare di fascismo e antifascismo. Il film nasce anni fa, quando il partigiano Mario Cassani mi invitò a visitare la Bassa Romagna, terra di grande resistenza. Durante queste gite mi raccontò diverse storie, una in particolar modo mi ha colpito e ha ispirato l’idea per un racconto, da cui poi è stato tratto il film. Mi interessava parlare del comune di Alfonsine, magnifico paese, con radici nella resistenza. Sono stati in tanti a collaborare e ad aiutarci: il Museo del Senio e l’Istituto per la liberazione, Antonietta di Carluccio ci ha fornito le divise, armi e altre attrezzature. Inoltre un appassionato di moto di Lugo ci ha prestato le moto dell’epoca».

Dove è stato girato il film?

«Con il regista Valerio Montemurro, professore di lettere e filosofia a Cesena, abbiamo scelto Ca’ de jeval, in cui fu girato anche «L’Agnese va a morire». Le riprese sono durate una settimana.

Lo ritengo un cortometraggio veramente ben riuscito, ambientato durante la guerra ma che non ha nelle sparatorie e nella violenza la sua anima. Il film vuole rappresentare delle dinamiche sociali e profondamente umane vissute durante la seconda guerra mondiale sul nostro territorio ».

Qual è la storia?

«Mi interessava mettere in evidenza la gente delle nostre campagna, furono persone che avevano a cuore non solo i partigiani, ma anche dei ragazzi tedeschi giovanissimi, mandati a morire da un Hitler ormai pazzo, con la leva obbligatoria a 15 anni. La storia è incentrata sull’esperienza di due patrioti di Alfonsine che abitavano in quella vasta zona attorno a Ravenna, che venne liberata molto dopo il centro cittadino e dovette per questo affrontare situazioni di grande emergenza .

I due contadini lavoravano la terra in un piccolo campo, e all’inizio del 1945, vennero raggiunti da un partigiano, di nome Eugenio (scomparso qualche tempo fa) che chiese loro aiuto per proteggere due giovani tedeschi disertori.

A causa del perdurare dell’occupazione nelle zone attorno a Ravenna la permanenza dei due soldati fu assai più lunga di quanto i contadini avessero preventivato. Per nasconderli venne costruita una buca, di 9 mq2, dove restavano durante il giorno, e di notte i giovani tedeschi uscivano per mangiare e riscaldarsi a casa dei patrioti Celso (interpretato da Eliseo Della Vecchia) e Elvira (interpretata da Lelia Serra). La stori acontinua con l’arrivo di tre tedeschi che controllano il territorio. Ma non vi svelo il finale» .

BOX

Uno dei protagonisti è Eliseo Della Vecchia, appassionato di tradizioni del territorio nonché attore. Ha scritto poesie, racconti e alcune brevi favole in dialetto romagnolo.

Come è entrato a far parte del cast?

«Sono stato coinvolto in questa avventura da Ivano Artioli con il quale ho già lavorato sia per la lettura di un suo libro che per l’interpretazione di un suo pezzo teatrale. Mario Cassani, primo sindaco di Alfonsine, e partigiano coinvolto nella resistenza locale, ha raccontato ad Artioli questa storia, realmente accaduta tra il ’44 – ‘45, dove due tedeschi disertori vennero nascosti e protetti da due contadini».

Che ruolo ricopre nella pellicola ?

«Sono il contadino che assieme a sua moglie salva i due disertori tedeschi in casa propria. Si può dire che io sia uno dei protagonisti ma sicuramente non l’unico.Uno dei ruoli principali è quello di mia moglie che, non avendo figli, stringe un legame molto forte con il soldato tedesco più giovane.

Come è entrato nella parte?

« Inizialmente è stato abbastanza semplice fare mio il ruolo, in quanto i valori che lo muovono sono anche i miei. La voglia di aiutare il prossimo, indipendentemente da colore della pelle, appartenenza politica ecc…In seguito ho un po’ faticato ad adattarmi all’evoluzione del mio personaggio per la fragilità e la debolezza che dimostra quando, delegando tutta la gestione alla moglie, cede ad alcune richieste dei fascisti».

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