IL CASTORO | La sicurezza nei locali: un silenzio ad alto volume

Romagna | 28 Marzo 2019 Blog Settesere
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Giulia Vallicelli

Corinaldo, Lanterna Azzurra, notte del 7 dicembre 2018. Sei persone, tra cui cinque minorenni, perdono la vita travolte dalla folla presente nel locale. Il panico è scatenato dall’uso di uno spray al peperoncino, ma la vera causa della tragedia risiede innanzitutto nella carenza dei controlli di sicurezza.

A oltre due mesi dall’evento drammatico, 260 giovani faentini tra i 15 e i 21 anni hanno risposto ad alcune domande sulla sicurezza nei locali notturni della zona. Circa il 90% degli intervistati afferma di frequentare discoteche e la metà di questi lo fa in media almeno una volta al mese. Fra le più popolari Il Giradischi Club di Faenza, il Baccara Discoclub di Lugo e durante l’estate il Touché Santafé di Marina di Ravenna e le Indie di Cervia.

Una tale affluenza è possibile grazie a organizzazioni che affittano i principali locali della zona a rotazione, garantendo almeno una serata ogni sabato, ma anche a una rete capillare di pubbliche relazioni e promozione, specialmente fra giovani e giovanissimi.

Gli staff sono solitamente composti da molte persone e i pr stessi affermano di non conoscere l’esatto numero dei colleghi, tutti sono però accomunati da una mansione comune: pubblicizzare le serate e cercare di fare acquistare più prevendite possibili.

Messaggi su Whatsapp, storie su Instagram e volantinaggio fuori dalle scuole: il numero di ragazzi attratti nei locali raggiunge cifre impressionanti, non stimabili in quanto le prevendite vengono distribuite in base alla richiesta dei singoli pr. Il numero totale di presenze resta dunque un’incognita fino alla serata stessa, ma con questo sistema è evidente che l’obiettivo è l’overbooking.

La grande affluenza di persone, inoltre, sottintende inevitabilmente la questione che rende i giovani intervistati maggiormente insicuri: il sovraffollamento.

Nonostante più della metà di loro dichiari di non essersi mai totalmente sentito in grave pericolo, il problema si ripete come leitmotiv di tutte le testimonianze. «Non riuscivo a spostarmi», «poco spazio, troppa gente», «una massa di persone» sono solo alcuni dei commenti dei ragazzi.  A questo punto il rapporto da considerare è quindi quello tra capienza del locale e persone presenti. Solitamente, ogni nuovo locale deve presentare la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività), correlata di documenti di autocertificazione e, se previsto, attestazioni di tecnici abilitati. Essendo presente, appunto, una componente di autocertificazione, alcuni proprietari di discoteche tendono a non rispettare i dati dichiarati nella Scia. Di fronte a una maggiore affluenza di persone nel locale per una serata particolare anche la presenza di vigilanza dovrebbe aumentare ma, rappresentando quest’ultima un costo aggiuntivo, i gestori o le organizzazioni esterne scelgono solitamente di risparmiare. Se non per una chiamata o una richiesta specifica, i controlli sono rari e difficilmente a sorpresa. Trattasi di burocrazia, di fiducia nell’autodichiarazione o di omertà. Nel frattempo nel locale in questione si trova il doppio, a volte il triplo delle persone consentite.

Un altro problema è legato ai sommari controlli all’entrata. La regolamentazione per la somministrazione di bevande alcoliche all’interno delle discoteche è ferrea e applicata, ma molti giovani scelgono, ad esempio, di bere fuori dal locale, secondo il sondaggio due ragazzi su cinque, principalmente minorenni. Una volta giunti all’ingresso vengono fatti entrare in genere senza problemi, nonostante possano rappresentare un rischio per se stessi e per gli altri, specie se il locale è sovraffollato.

In ogni caso, una volta all’interno la situazione cambia. Un ragazzo sotto effetto di alcol o droghe può fingere la sobrietà per pochi minuti mentre si trova di fronte al buttafuori all’ingresso, ma dentro il locale il suo eventuale comportamento fastidioso o pericoloso sarà sicuramente notato dalla vigilanza. D’abitudine si tratta di piccole risse in cui raramente è richiesto l’intervento delle forze dell’ordine, infatti solo il 10% degli intervistati afferma di aver assistito a una scena di questo tipo.

Anche se il quadro generale non è sempre rassicurante, l’atteggiamento nei confronti delle discoteche di più della metà degli intervistati non è cambiato dopo la tragedia di Corinaldo e soltanto un ragazzo su cinque rinuncerebbe a frequentare locali notturni. Citando alcuni commenti dei ragazzi, le discoteche restano un luogo di svago e vicende come quella della Lanterna Azzurra terribili eccezioni. Tuttavia i pr affermano che dopo l’accaduto i gestori di molti locali hanno adottato una condotta più prudente. Resta il fatto che non si parla ancora abbastanza di sicurezza nelle discoteche, se non quando si verifica una tragedia.

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