Igor ancora in fuga, gli scrittori di Lugo: «Così diventa un romanzo»
E’ caccia senza sosta ormai da tre settimane, ma di Igor ancora nessuna traccia. Norbert Feher alias Igor Vaclavic, detto «Igor il russo», il killer serbo ricercato per gli omicidi del barista Davide Fabbri, ucciso la sera dell’1 aprile a Riccardina di Budrio (Bo) durante un tentativo di rapina, e della guardia ecologica volontaria Valerio Verri, assassinato l’8 aprile nella zona di Portomaggiore mentre era impegnato con un collega della polizia provinciale in un servizio anti-bracconaggio, non è ancora stato trovato.
Gli uomini delle forze dell’ordine impegnati in questa lunga caccia all’uomo sono centinaia e presidiano, in primis, l’area di 40 chilometri quadrati tra le oasi di Campotto e Marmorta, area di confine tra ferrarese e ravennate. Nei covi improvvisati, dove si suppone l’uomo sia passato, sono state trovate bende insanguinate e le forze dell’ordine hanno setacciato le farmacie nella zona rossa dove si stanno concentrando le ricerche del killer. Gli investigatori lavorano anche sulle celle telefoniche e sui possibili appoggi del latitante. Durante la fuga avrebbe usato più schede telefoniche intestate a nomi fittizi mentre il 9 aprile si sarebbe collegato l’ultima volta al suo profilo facebook per cancellare foto compromettenti in compagnia di persone cui, forse, non voleva far passare guai.
Gli inquirenti ipotizzano che il killer riesca a nascondersi con l’aiuto di qualcuno, pertanto monitorano le sue conoscenze, anche femminili. La paura dell’assassino porta a continui avvistamenti che si rivelano, però, senza fondamento: c’è chi ha chiamato sostenendo di averlo visto a Savarna, a Lugo o a Cervia. I carabinieri, intanto, in una nota hanno reso noto che si sta diffondendo la «truffa di Igor» che sfrutta la paura per il noto ricercato: i malintenzionati fanno telefonate spacciandosi appartenenti alle forze dell’ordine, suggerendo di fare molta attenzione a «Igor il russo» e informandosi di quante persone ci sono in casa (giovani e anziani), con lo scopo di mettere a punto qualche colpo in abitazione. Il consiglio dei Carabinieri in questo caso è sempre quello di non dare informazioni di qualsiasi tipo a chi chiama e che, in caso di dubbio, non bisogna esitare e telefonare subito al numero di Pronto Intervento 112. (Marianna Carnoli)
Gian Ruggero Manzoni
«Una storia che ricorda i briganti del 1800»
«Questa caccia all’uomo sa di romanzo, si adatta meglio al brigantaggio del 1800. Potrebbe essere la trama di un libro di Eraldo Baldini, che tratta il ‘gotico rurale’, o di una fiction. Troppe contraddizioni per una storia che pare costruita e, di fatto, distoglie l’attenzione da altre questioni più importanti: dalle decine di migliaia di migranti sbarcati da noi in questi giorni, dalla politica guerrafondaia di Trump, dal dittatore Erdogan, che volevamo accogliere in Europa, dalla nuova manovra del governo Gentiloni, che tornerà a chiedere sacrifici agli italiani, dai nomi che compongono la lista degli evasori fiscali alle Isole Cayman. Questa attenzione mediatica ha creato una vera e propria psicosi. Tutti ne parlano, spesso a sproposito. Troppe contraddizioni: prima è russo, poi serbo. Prima ha colpito a volto coperto, poi le testimonianze di chi lo ha visto in volto. Senza parlare di chi lo immagina nascondersi sotto il pelo dell’acqua e respirare con una cannuccia. Si parla di mille uomini sulle sue tracce, ma probabilmente sono meno della metà. Per eludere un cane ‘molecolare’ basta uccidere un altro cane: come accadeva più di 70anni fa, quando i partigiani facevano a pezzi un cane per tenere lontani dai rifugi, con l’odore della carcassa, i doberman dei tedeschi. Attenzioni che, per un uomo addestrato come si dice, sono delle ovvietà. Questo territorio, che viene ancora descritto quale reticolo di paludi e canali, non è più come 100 anni fa. Oggi è un territorio bonificato dove vive, lavora e passa molta gente. Secondo me il suo profilo facebook, sempre che sia attendibile, ci mostra un personaggio che vuole dimostrare agli abitanti del suo paesino in Serbia di aver raggiunto fama e ricchezza, ma i post in spagnolo nascondono messaggi di altro tipo: io cercherei in Spagna. Comunque dubito molto, ma se venisse scovato nelle valli, allora si riaprirebbe una questione ancor più grave: chi lo ha ospitato? Forse qualcuno in cambio di denaro, proprio come accadeva ai tempi dei briganti...». (s.sta.)
Davide Bacchilega«Così rischia di diventare un personaggio fascinoso»
Spesso la cronaca mutua il proprio linguaggio dai romanzi gialli. La serialità è uno degli elementi che ricalca questa tendenza. Igor, da criminale, rischia di diventare un personaggio misterioso e fascinoso: un criminale spietato che finisce per essere accostato a Diabolik o a Lupin. La sua descrizione segue spesso i caratteri utilizzati in narrativa. Tutte le rilevazioni condotte sul campo ci dicono che è stato dalle nostre parti, che è addestrato e conosce il territorio, ma non so se si trova ancora nelle valli. Si tratta di una persona spietata. E’ uscito da un contesto militare e ora cerca la sua strada, uccidendo senza pensarci troppo. I mezzi d’informazione si stanno comportando come sempre hanno fatto. E’ andata peggio in altre occasioni quando un processo, magari su un fatto scabroso ma di portata solamente locale, è diventato una interminabile telenovela. In questo caso si è forse parlato un po’ troppo di Igor, con troppo allarmismo, ma ho visto di peggio. (s.sta.)
Giorgio Pirazzini«Ora verrà associato a Rambo o a Dexter»
«Fare cronaca, seguire le notizie giorno per giorno all’oscuro di come procederà la storia domani, è una grande conquista della narrazione popolare come lo dimostrano le telenovele e i romanzi d’appendice che nell’Ottocento uscivano a episodi su un giornale e lo scrittore elaborava la trama settimana dopo settimana ‘nasando’ le reazioni dei lettori. Come si comporta Igor? Dove ha imparato a sopravvivere nei boschi? A chi lo assoceranno i lettori, Rambo o Dexter? La creazione del personaggio, vale a dire la risposta a queste domande, è in ogni singola riga di cronaca. La cronaca sembra fatta di brevi notizie quotidiane scritte di furia e dettate dall’urgenza dello scoop, ma sono capitoli di un lungo romanzo scritto giorno per giorno».