Calcio, il ravennate Giovane si racconta dopo l'argento agli Europei: "Sono ambizioso e sogno la Champions League"

Ravenna | 24 Maggio 2019 Sport
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Pietro Milio
Un ravennate vice campione d’Europa con la Nazionale azzurra. Si è concluso domenica scorsa il torneo continentale Under 17 al quale ha preso parte anche il centrocampista Samuel Giovane, classe 2003, promessa del calcio giovanile e nipote di Luca Sirri, noto pallavolista ravennate. Abbiamo ripercorso con il gioiellino dell’Atalanta, protagonista agli Europei e in campo anche nella finale persa contro l’Olanda (da subentrato), alcuni momenti della sua promettente carriera.
Giovane, come nasce la sua passione per il calcio?
«L’amore per il pallone l’ho ereditato da mio padre. Lui ha fatto il professionista fino a quando la sua carriera è stata interrotta da un brutto infortunio. A 30 anni è andato a giocare al Low Ponte, in Eccellenza, perché la passione era troppo forte per smettere. Per questo motivo anche io ho mosso i miei primi passi sui campi da calcio del Low Ponte. Avevo 5 anni e fin dal primo giorno mi sono adattato a giocare con i ragazzi più grandi di me, non essendoci tanti miei coetanei».
Poi è arrivato il Cesena.
«Esatto, quando frequentavo la terza elementare, alcuni osservatori del Cesena mi hanno notato e mi hanno voluto portare nelle giovanili. Al Cesena mi sono trovato benissimo fin da subito, sia sul piano calcistico che su quello umano. Basti pensare che i miei due migliori amici attuali sono ragazzi che ho incontrato nel mio primo anno in bianconero. Per quello che riguarda il calcio giocato, dopo qualche anno con i 2003 sono passato a giocare con i ragazzi più grandi avendo l’opportunità di migliorare molto. Proprio in quegli anni ho incontrato Claudio Rivalta, un allenatore (ravennate come Giovane, ndr) che mi ha dato tanto e a cui sono davvero grato».
Le sue prestazioni non sono passate inosservate.
«No, nel mio ultimo anno a Cesena (2017, ndr) alcune squadre si sono interessate a me, ma quando ho saputo della possibilità di andare all’Atalanta non ho avuto alcun dubbio e ho sposato questo progetto. Le infrastrutture, la cura dei dettagli e l’ambiente qui a Bergamo sono incredibili e aiutano tanto noi giovani a crescere. Sono di mia indole un ragazzo predisposto alle nuove esperienze e infatti ho immediatamente legato con i miei nuovi compagni. Tuttavia non posso negare che dopo i primissimi giorni, vissuti con grande entusiasmo, ho iniziato a sentire forte la mancanza della mia famiglia e dei miei amici. Durante il mio primo ritiro in montagna con l’Atalanta ho vissuto dei momenti davvero difficili ma poi il tempo, e soprattutto il campo, hanno fatto la loro parte e mi sono abituato a stare lontano da casa. Ho fatto 3 mesi con i miei pari età, poi sono passato con i più grandi».
Ha un idolo in particolare?
«Il mio preferito in assoluto è Sergio Ramos, difensore del Real Madrid, che, pur non giocando nel mio ruolo, reputo essere un giocatore completo: Ramos é un vero leader, utilizza molto la voce ed è un punto di riferimento per i suoi compagni, ciò che tento di essere anch’io, per la mia squadra. Se dovessi scegliere un giocatore, nel mio ruolo, direi Saul Niguez dell’Atletico Madrid».
Che rapporto ha con la Nazionale?
«Meraviglioso, vestire la maglia azzurra è un qualcosa di incredibile. Sono partito con l’Under 15, dove inizialmente non ero capitano, poi, grazie al mio modo di stare in campo, prima di una partita contro l’Ucraina mi è stata consegnata la fascia ed è stata una fortissima emozione. Un aneddoto divertente legato alla nazionale è molto recente. Quando sono uscite le convocazioni dell’Under 16 e non ho trovato il mio nome ci sono rimasto davvero male, ma fortunatamente qualche giorno dopo l’allenatore mi ha chiamato e mi ha comunicato che avevano scelto di promuovermi con i più grandi, anche questa una grande gioia. L’Europeo? Un’esperienza importantissima per un ragazzo della mia età. Siamo partiti per l’Irlanda il 1° maggio e siamo rientrati dopo venti giorni di un’intensità incredibile. Di questo Europeo mi porto dietro due immagini in particolare: il gol all’esordio contro la Germania e il post semifinale, quando dopo la vittoria contro la Francia siamo andati sotto ai nostri tifosi e abbiamo cantato l’inno tutti insieme».
Un sogno nel cassetto?
«Il mio sogno è vincere la Champions League ed essere il capitano di un top club europeo, sono ambizioso e sognare non costa nulla»
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