Sandro Bassi - Forse neanche il Monte Bianco ha una pubblicazione così approfondita. Quarta monografia su un ben determinato settore della Vena del Gesso (dopo Rio Stella-Rio Basino del 2010, I gessi di Monte Tondo, 2013 e I gessi di Brisighella e Rontana, 2015), esce I gessi di Monte Mauro (a cura di Massimiliano Costa, Piero Lucci e Stefano Piastra, 744 pagine, Carta Bianca, Faenza). Come nei volumi precedenti, l’area è stata studiata in modo multidisciplinare, esaminando, uno per uno, i valori naturali e quelli storico-antropologici, cioè uomo-ambiente. Si tratta di ben 36 capitoli, che vanno dagli aspetti geologici a quelli botanici, zoologici, archeologici, fino a quelli gestionali del Parco.
Il territorio in esame va dal fondovalle Sintria, a Zattaglia, fino a Monte della Volpe (a sud del borgo dei Crivellari), oltre il quale inizia la già studiata area di Monte Tondo. Si tratta del settore più selvaggio, più impervio e per molti aspetti più interessante dell’intera Vena del Gesso romagnola.
Particolare cura, vista la ben nota importanza dei fenomeni carsici di Monte Mauro, è stata dedicata alle grotte, illustrate, rilevate e commentate da 13 speleologi dei vari gruppi attivi in zona, delle Università di Bologna, Modena e Reggio Emilia e dell’Istituto Italiano di Speleologia. Se il sistema carsico di maggior sviluppo (oltre 8 km!) è quello dell’Inghiottitoio Rio Stella-Risorgente Rio Basino, cavità fra loro fisicamente collegate, di grande interesse esplorativo sono anche i vari abissi che si aprono sulla cresta soprastante.
Molto documentati i capitoli sulle felci, sui pipistrelli, sulla frequentazione preistorica e protostorica e infine sul lapis specularis, il gesso secondario trasparente utilizzato in età romana come surrogato del vetro e quindi estratto da cave superficiali o sotterranee che sono oggi miniere di informazioni antropologiche e archeologiche.
Alcuni argomenti sono poi davvero originali o addirittura inediti, ad esempio Le briofite (muschi), alcune classi di insetti (coleotteri e ortotteri) e lo studio del paesaggio vegetazionale del passato attraverso l’analisi del legname usato in due fornaci da gesso.
Il volume sarà presentato la sera di venerdì 3 maggio presso il Municipio di Brisighella.