Bagnacavallo, un altro monologo per Teresa Mannino al teatro Goldoni

Romagna | 27 Marzo 2019 Cultura
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Elena Nencini
Un monologo esilarante quello di Teresa Mannino giovedì 28 (ore 21) al teatro Goldoni di Bagnacavallo. Sento la terra girare vede l’attrice anche in veste di regista e di autrice, insieme a Giovanna Donini.
Da tempo si è presa un posto nel mondo della comicità: all’inizio del 2000 a Zelig, quando fu ‘scoperta’ e sostenuta da Gino&Michele, poi a Zelig-off come presentatrice, quindi cinema, fiction, trasmissioni, anche se non necessariamente comiche.
Sento la Terra girare è la sensazione che Teresa Mannino racconta: chiusa in un armadio per anni, quando esce la Terra ha perso la sua funzione naturale, gli animali hanno perso i loro istinti, gli uomini hanno perso i punti di riferimento e non c’è più un equilibrio fondamentale che possa ristabilire l’ordine delle cose. Ma la Mannino non è mai banale: passa dalla poesia alla comicità in pochi secondi, infatti lo spettacolo inizia con la lettura di una poesia polacca intitolata Disattenzione e poi si snoda tra diversi temi, sui quali la comica siciliana ironizza.
Un anno di tournèè con questo spettacolo, com’è andata?
«Più di un anno, nonostante le pause. Guarda, si sente. Siamo felicissimi: i teatri sono sempre esauriti, abbiamo raggiunto quasi 140 date. Posso dire solo cose positive».
Il suo stile, ironico, graffiante, ma anche serio, piace al pubblico che affolla i suoi spettacoli. Come mai secondo lei?
«Eh, come mai. Forse ridere è sempre bello. Se riesci a ridere senza cadere nella banalità, nella superficialità, è ancora meglio. Poi c’è una cosa affettiva: il pubblico si sente molto amato perché il teatro è il posto dove mi sento più a mio agio. E questo si sente».
Ha una doppia anima, visto che passa da programmi prettamente comici come Zelig a spettacoli più impegnati come questo?
«Non è una doppia anima. Il linguaggio è sempre quello comico. I contenuti cambiano, cambio io, cambia il mondo, l’argomento è più serio, ma lo spettacolo è comico. Non c’è poi tanta differenza, cambiano i tempi perché anche a Zelig sono in teatro, ma ho a disposizione 5 minuti. La cosa principale è che qui sto con il pubblico per un’ora e mezza».
Chiusa in un armadio per anni, non soffre di claustrofobia, vero?
«No, è una metafora naturalmente. Prima raccontavo le cose che riguardavano me, questo è uno sguardo sul mondo. E’ stato uscire da me  per conoscere meglio il linguaggio comico, per rendere argomenti diversi anche comici. È stato più difficile parlare di un argomento serio, ma è stato un modo per imparare meglio».
L’asse Milano-Sicilia, che è presente in molti suoi spettacoli, rappresenta Teresa Mannino?
«Si, ma in questo spettacolo si nota meno. Io sono siciliana, ma vivo da tanti anni a Milano. Questo passaggio da sud a nord è stato così forte da lasciare il segno e stare in tutto ciò di cui parlo».
Nello spettacolo parla di ambiente, di filo interdentale per cani, di follia umana, di un mondo che va a rotoli. Cosa può imparare uno spettatore dal suo spettacolo, tra una risata e l’altra?
«Imparare non lo so, non è il mio obiettivo. Quello che ho imparato è essere più attenta, più responsabile a quello che ho intorno. Mi piace quando mi scrivono e mi dicono che hanno cambiato il modo di essere, di comportarsi, di essere più attenti allo spreco. Il mio obiettivo rimane quello di stare con il pubblico».
Nuovi progetti?
«Il film appena uscito, La notte è piccola per noi, girato qualche anno fa, una commedia bizzarra, un film corale dove ho una piccola parte. I miei programmi adesso sono di studiare per imparare nuove cose».
Un sogno nel cassetto?
«Mi piacerebbe scrivere la sceneggiatura di un film, una cosa tutta mia,  sicuramente si dovrà ridere, anche se penso che potrei fare dei ruoli drammatici, penso che sarei credibile».

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