Allarme Iva per le coop. sociali: «Bilanci a rischio dissesto»

11 Agosto 2015 Economia
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Centinaia di migliaia di euro di costi in più, derivanti dall’impossibilità di detrarre l’Iva sugli acquisti e sugli investimenti. E’ allarme tra le cooperative sociali dopo che il Governo ha annunciato l’intenzione di abolire l’Iva al 4% per le prestazioni socio-sanitarie ed educative, trasformandola in un regime di esenzione. Le imprese più colpite sono quelle più strutturate, quelle che in questi anni hanno raccolto la sfida delle pubbliche amministrazioni facendo investimenti e impegnandosi nella gestione diretta dei servizi. Per queste cooperative l’impatto negativo del passaggio all’esenzione si aggira intorno al 3% del fatturato. L’intervento del Governo nasce dalla decisione dell’Unione europea di abolire le aliquote Iva inferiori al 5%. Legacoopsociali e Alleanza Cooperativa hanno proposto al Governo di alzare la tassa per le cooperative sociali di un punto percentuale, ma il Ministro Padoan si è opposto a questa soluzione. «La marginalità netta media del settore è pari allo 0,63%: non ci sono le risorse per assorbire tali incrementi di costi in un settore che ha già subito numerosi tagli da parte dei committenti - spiegano i responsabili di settore di Legacoop Romagna, Emiliano Galanti e Federica Protti -. La preoccupazione delle associate è altissima. Si mette in discussione la tenuta dei bilanci, soprattutto per le imprese migliori e più strutturate. La conseguenza di tutto questo sarebbe di portare il settore al dissesto perché le aziende non possiedono sufficienti patrimoni per riadeguare, in un certo lasso temporale, le strutture organizzative e produttive».
«Se passasse questa norma - concludono Galanti e Protti - si modificherebbe di fatto il ruolo che lo Stato ha voluto assegnare alla Cooperazione Sociale in questi ultimi anni, riportandola da soggetto in grado di progettare, costruire e gestire attività complesse a titolarità diretta, a mero esecutore di attività di titolarità altrui. Per chi era fermo al punto di partenza forse non cambierà molto, ma per tutti gli altri è allarme rosso».
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