La Chiesa dei Servi a vocazione culturale, ma serviranno molti finanziamenti europei. Convegno sabato 11

Faenza | 10 Aprile 2015 Cronaca
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La Chieda dei Servi da luogo di culto a spazio destinato alla cultura, in particolare alla lettura, collegato alla Biblioteca adiacente. Una suggestione contenuta in una tesi di laurea, più che un progetto esecutivo, ma in futuro potrebbe realizzarsi grazie ai Fondi europei. Vediamo come. Si terrà sabato 11 aprile, dalle 10 in poi, nell’Aula Magna dell’Istituto tecnico «A. Oriani», in via Manzoni 6, a Faenza, il convegno pubblico su «La chiesa dei Servi». Il «pretesto», se così si può dire, per riaffrontare questo complesso argomento è dovuto alla realizzazione di una tesi di laurea in architettura da parte di un faentino, Michele Meinardi, il quale ha previsto un completo recupero di tutto l’immobile al fine di destinarlo all’adiacente Biblioteca Manfrediana. Le tavole della tesi di Meinardi resteranno esposte per tutta la mattinata, esattamente come per l’analogo convegno-convivio tenutosi tre mesi fa nella sede delle Associazioni Cattoliche «E.Torricelli». Meinardi ha progettato un restauro filologico di tutto il complesso conventuale, con la restituzione alla chiesa della sua dignità architettonica e la ricollocazione, tramite fedeli copie fotografiche, delle originarie opere d’arte oggi nella Pinacoteca Comunale e nel Museo Diocesano. La nuova destinazione d’uso non sarebbe più quella del culto - la chiesa è sconsacrata fin dal 1954 e dopo un lungo iter è stata acquistata dal Comune nel 2003 - bensì quella di studio e conservazione bibliotecaria. «Per risolvere il problema delle scansie - spiega Meinardi - che non possono correre lungo le pareti in quanto si tratta di un edificio vincolato che deve rimanere visibile nella sua integrità, ho previsto una torre libraria centrale. Ovvio che, oltre che come sala di lettura, lo spazio potrebbe essere usato per conferenze e manifestazioni pubbliche». L’intervento di Meinardi verrà preceduto da quello dell’architetto Giorgio Gualdrini, che inquadrerà il caso dei Servi nel contesto storico faentino e nei rapporti fra architettura religiosa e città. Sarà poi seguito da quello di Daniela Simonini, direttrice della Biblioteca.
«Ho visto la tesi e la trovo chiara e rigorosa - afferma quest’ultima - e se possiamo rimandare il discorso relativo alla chiesa, non così si può dire per il chiostro, per il quale bisogna intervenire con urgenza. La situazione è estremamente precaria per ragioni di sicurezza e igieniche, dovute al pericolo di crolli e al guano dei piccioni. Finora ci siamo cautelati transennando mezzo chiostro, ma è ovvio che non si può andare avanti così. Tra l’altro il luogo è magnifico, storicamente e artisticamente pregevole e potremmo utilizzarlo fin da subito per manifestazioni e incontri». Attualmente le due ali nord ed est sono tamponate da muri ottocenteschi e con coperture in parte sfondate che lasciano entrare intemperie e volatili. L’eliminazione delle tamponature, oltre a rimettere in luce colonne e capitelli quattrocenteschi consentirebbe il ripristino del porticato perimetrale e quindi dell’integrità del chiostro stesso. Il contemporaneo recupero di sacrestia, sala capitolare e ambienti limitrofi, darebbe una boccata d’ossigeno alla Biblioteca che, come noto, ha assoluto bisogno di spazi. Nessuno ingenuamente può pensare che i soldi piovano dal cielo, ma, come spiega l’assessore ai Lavori pubblici Claudia Zivieri, «il Comune intende accedere ai fondi europei appositamente destinati ad interventi come quello al chiostro, effettivamente indifferibile. Non appena uscirà il bando, presenteremo richiesta».

Sandro Bassi


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