Federico Savini
Ci riproviamo, questa volta negli spazi di Faventia Sales, in via San Giovanni Bosco 1 a Faenza,
giovedì 9 aprile alle 20.45. Riproveremo a usare la lingua dei nostri padri e dei nostri padri dei nostri nonni in tutte le declinazioni artistiche possibili. «Scor cum ut à insigné tu mé! Par la sgonda volta!» è il reading dialettale farà esibire davanti a un microfono – come già un anno fa ma in una nuova sede – una dozzina fra cantanti, attori, poeti e scrittori che utilizzano il romagnolo per elevarlo al rango lirico più sublime, facendolo magari franare nella comicità più guascona per poi riprenderlo d’un tratto, mostrandone l’incredibile e immediata capacità descrittiva e il modo dimesso, colloquiale ma in realtà efficace e pungente, per parlare letteralmente di ogni cosa.
Pensato come anteprima del festival La Musica nelle Aie, che si terrà a Castel Raniero da giovedì 7 a domenica 10 maggio, l’evento nasce in collaborazione col nostro settimanale setteserequi, e se siete lettori abituali di queste pagine davvero non potete mancare.
«L’anno scorso a m'so gudù a pol» ci fa sapere Giuseppe Bellosi, che quest’anno purtroppo non sarà della partita ma un anno fa al Rione Verde fu prevedibilmente tra i relatori più memorabili, con fulminanti letture dei versi di Nino Pedretti e Walter Galli. Ci sarà invece lo scrittore faentino Giovanni Nadiani che davanti al microfono - non c’è palco, perchè le performance siano più a contato possibile col pubblico – darà vita a una delle sue note incursioni dialettali nel «cabaret sociale». Ci sarà poi il poeta Nevio Spadoni, di San Pietro in Vincoli, tra i più grandi fra coloro che si sono espressi in romagolo, che in anteprima darà lettura del suo nuovo lavoro E' bal dal tet.
Fra i ritorni ci sarà quello della cantante Luisa Cottifogli, che l’anno scorso aprì la serata presentando un suo devoto percorso canoro in una tradizione (quella romagnola) che non le appartiene per nascita ma con il cuore certamente sì. Un’altra grande cantante che si esibirà a Faventia Sales è poi la lughese Serena Bandoli, e sempre sul fronte musicale tornerà Valentino Bettini dei Koppertoni, che minaccia di suonare il leggendario brano Pompa Pumpò con tanto di valletta, il cantautore russiano Antonio Baruzzi, che coi suoi Jean Fabry e Capra e Cavoli ha utilizzato il romagnolo in un’inedita chiave ai confini col punk e per inedite filastrocche per bambini.
Torneranno poi il cartografo col vezzo dialettale Maurizio Benvenuti e il poeta Carlo Falconi. E da una benemerita realtà manfreda come la Filodrammatica Berton, dopo l’esilarante viaggio nel corteggiamento romagnolo di Mario Gurioli l’anno scorso, quest’anno sarà di scena il grande Giuliano Bettoli, autentica bandiera del nostro dialetto, alle prese con una canta dimenticata.
A presentare tornerà Roberto Pozzi, vignettista e musicista situazionista con la Metallurgica Viganò. Il resto lo farà il pubblico, che non se ne starà certo in silenzio.