Lunedì 2 marzo all'Almagià «Manutenzioni: uomini a nudo»
Finalmente gli uomini parlano di sessualità, virilità e violenza: si chiama "Manutenzioni: uomini a nudo" lo spettacolo che andrà in scena lunedì 2 marzo presso il teatro Almagia in via dell'almagià a Ravenna. Uomini NON attori recitano un copione tratto dal libro Uomini che odiano-amano le donne, scritto dalla giornalista Monica Lanfranco edito da Marea.Con il libro e, e con questa piece teatrale pensata per attori NON professionisti l'autrice sta girando l'Italia da circa un anno. L’idea di costruire un modulo teatrale è venuta proprio grazie all’incontro di Monica Lanfranco con l’autore teatrale Ivano Malcotti. Malcotti, dopo aver letto il libro, ha contattato l’autrice e insieme a Laura Guidetti i tre hanno realizzato un breve testo teatrale che contiene il meglio del libro, che è il frutto delle 1800 risposte date da 300 uomini alle 6 domande della giornalista, poste ai lettori dal suo blog sul Fatto quotidiano: Che cosa è per te la sessualità? Pensi che la violenza sia una componente della sessualità maschile più che di quella femminile? Cosa provi quando leggi di uomini che violentano le donne? Essere virile: che significa? La pornografia influisce, e come, sulla tua sessualità?Per una volta, invece che parole di donne sulla sessualità e la violenza, si è chiesto agli uomini di esporsi, di soffermarsi a pensare su di loro, il loro corpo, il loro desiderio, i lati oscuri del loro genere.MANUTENZIONI-UOMINI A NUDO è dunque l’adattamento teatrale dalle oltre 1800 risposte arrivate: la testimonianza dell’esistenza di voci di uomini connotate da curiosità, voglia di capire e comunicare. L’intento del testo teatrale è di restituire questa interlocuzione, e di offrire a chi legge parole e riflessioni maschili su virilità, sesso, violenza, pornografia, desiderio. Sulla scena si dà voce ad una parte maschile diversa rispetto a quella tragicamente presente nella cronaca nera o nella ordinaria e ottusa rappresentazione televisiva: non si tratta infatti di soggetti caricaturali, ma di voci ‘normali’, riconoscibili, che dicono ciò che solitamente non viene detto apertamente, in una comunicazione che arriva diretta all’ascoltatore, che pensiamo non possa rimanere indifferente.